24 Cultura & Società
Di sesso femminile
articolo di Giovanna Corchia

Tuil Di sesso femminile
Karine Tuil
Anno 2005
153 Pagine

Emma, la narratrice, si serve di un linguaggio forte, fatto, spesso, di frasi brevi, per materializzare l'immagine di sua madre, Nina Blum, che racchiude in sé tutti i tratti di una donna molto legata al rispetto della tradizione proprio della cultura ebraica. Il solo libro che Nina Blum considera come la sua Bibbia è Il libro di mia madre di Albert Cohen.
Tra parentesi, aggiungerei che certe caratteristiche appartengono anche alle donne italiane, soprattutto le mamme degli anni '50 nel Sud Italia in particolare. Il cosiddetto villaggio globale ha indubbiamente modernizzato il loro stile di vita, ma ciò non impedisce che le tradizioni non muoiano facilmente e che le vittime siano soprattutto le figlie femmine.
Le mogli-madri al sevizio esclusivo del marito e dei figli pensavano di essere le migliori educatrici, capaci di assicurare la felicità dei figli stessi; non erano sfiorate dal problema dell'autonomia da accordare loro, soprattutto alle ragazze per una crescita non traumatica; il massimo a cui aspiravano per le figlie era il matrimonio.
L'ossessione della purezza, di una pulizia a fondo di tutto: casa, bestie da cuocere, pelle dei figli: ecco Nina Blum non è che la devozione infinita nei confronti dei suoi figli, sui quali, però, pretende, in contro partita, di esercitare un potere assoluto; in caso contrario ricorre al ricatto simulando, ma non sempre è solo simulazione, crisi cardiache e dicendosi prossima alla morte.
Emma, una zitella di trent'anni: che disonore!
Emma cerca di ribellarsi ma debolmente contro un simile ostacolo, pur non cessando mai di amare la madre. Rifiuta il marito che la madre le propone, un urologo dal nome impronunciabile, un predatore di citazioni celebri per impressionare le donne, incapace com'è di mettere insieme qualche parola per formare una frase...
Emma ama Jules, un uomo d'affari brillante, ma sposato con figli. Emma sembra attribuire la forza di questo amore al fatto che sia un amore illegittimo, il che rende il legame più forte, più poetico, ma non per questo si sente soddisfatta. Finisce così per piegarsi all'ultimo ricatto della madre, prendendo in marito il predatore di frasi, l'uomo incapace di trovare le parole per dire la più banale delle cose. Ma il matrimonio non dura che lo spazio di un mese: com'è possibile che un uomo arrivi a tali vette di stupidità, di timidezza, d'insicurezza...?
Anche Paul, il fratello, non sembra avere la forza di affrontare le situazioni. Non è ridicolo come Théodore, il marito di Emma, ma una volta alla settimana si allunga sul lettino del suo analista per superare gli ostacoli, senza riuscire mai a spazzare via le sue fragilità.
A parte l'intensità dello sguardo di Jules, l'amante, gli uomini della storia, compreso Jules, non hanno nulla che li salvi. In questo Emma sembra condividere il destino di un'altra Emma celebre: la Bovary, gli uomini della sua vita, tutti uomini senza spessore, e la responsabilità potrebbe essere trovata, in parte almeno, nell'educazione ricevuta...
Emma avrebbe preferito una cattiva madre, sarebbe stato ciò che poteva accadergli di meglio. Una cattiva madre avrebbe potuto renderla più sicura di sé.
Speciale, inatteso, forte il momento in cui Nina Blum vede crollare il castello di sabbia delle sue certezze: li si può vedere, Nina, Paul, Emma, una vera famiglia infine, tutti ben vestiti per l'occasione: la visita alla tomba dell'uomo perfetto, marito e padre esemplare. Il cimitero sembra un labirinto, finalmente s'intravede la lapide, ma chi è quella signora che accarezza la pietra, che versa lacrime inarrestabili? Sorpresa: è Lucienne, una delle due migliori amiche della madre: un mondo si capovolge, Lucienne è stata l'amante sconosciuta di un marito mostro! Che farsa, bisogna dunque confessare! Non ci sono che coppie illegittime!
Ho trovato ben scritti i passaggi che sottolineano una specie di educazione sentimentale di Nina: la lettura di nascosto dei libri di letteratura erotica che la figlia portava in casa per correggere le bozze, la decisione di andarsene a Miami, per raggiungere un amore insperato.
Se dalla finzione si passa alla realtà, nella fragilità dei legami affettivi, si trova una conferma di ciò che Zygmunt Bauman, sociologo, definisce modernità liquida, una realtà in cui tutto si sbriciola, niente lega gli uomini gli uni agli altri...
Il confronto uomo/donna che si snoda lungo tutto il libro è coinvolgente: l'immagine del figlio maschio come un eterno creditore per dono della natura, la figlia femmina, invece, debitrice sempre nei confronti di tutti. Ma ciò non basta perché gli uomini abbiano realmente più strumenti per affrontare la vita...
Lo choc della conclusione: il furto del quadro di Samuel Hirszenberg raffigurante un giovane in cui Emma ritrova i tratti di Jules, ma liberi dalle vicissitudini di una realtà complessa, rassicuranti dunque...
L'avvocato d'ufficio che cerca delle ragioni per spiegare quel furto rivolge a Emma delle domande assurde, la maggior parte non è che una sottolineatura dell'inferiorità del sesso femminile, le deuxième sexe, per riprendere la citazione di Simone de Beauvoir ripresa da Karine, ed è ben chiaro perché.
Nessuno, nessuno le crederà! Come ribellarsi alla continua aggressione a cui è costantemente sottoposta perché donna,? Inizia a gridare, gridare, ma è impossibile che si senta il suo grido poiché Emma non è che una creatura di carta, prigioniera delle pagine di un libro...
Conclusione apparentemente consolatoria: i lettori, le lettrici possono dirsi: "Non è che una finzione", una fiction, come scrive Céline prima dell'inizio del suo "Viaggio al termine della notte", ma quella di Céline è una provocazione che dovrebbe far riflettere il buon lettore. A sua volta, Amos Oz , nella sua opera Una storia di amore e di tenebra, si rivolge al lettore per ricordargli che lo spazio da cercare in un libro è il terreno in comune tra le pagine scritte e se stesso.
Du deuxième sexe: una semplice fiction o altro?
Lo stile dell'autrice, nata a Parigi nel 1972, è personale, con una ricchezza di forme di scrittura diverse: ogni tanto un fiume di parole scorre, senza ostacoli di punteggiatura, straripante, sembra travolgere tutto al suo passaggio. Forte è l'annuncio della propria morte, perché le terribili previsioni della veggente hanno lasciato in Emma una grande paura, Emma, creatura fragile.
Impressionante l'elenco di regole da seguire per soddisfare le richieste di quella madre padrona, anche se per la felicità dei figli!
Per quanto riguarda l'edizione, ho trovato la versione in italiano molto ben fatta. Farei una sola osservazione sul titolo: Du sexe féminin è come De senectute, per cui avrei tradotto Del sesso femminile; del introduce l'argomento del libro. Però si sarebbe potuto anche scegliere Il sesso femminile, a imitazione del titolo del libro di Simone de Beauvoir.

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