Fantascienza italiana

Oltre agli scrittori italiani già citati nel paragrafo dedicato ai precursori della fantascienza, il nostro paese ha continuato ad avere numerosi ottimi autori, purtroppo non sempre sostenuti dagli editori.
Sembra una costante, tutti gli editori che pubblicano fantascienza si lamentano del mercato, e soprattutto della scarsa vendita degli autori italiani. Per questo, quei pochi scrittori locali, vedono snaturati i loro romanzi inseriti in collane che evitano accuratamente l'accostamento con la fantascienza (gialli, horror e fantasy).

La realtà potrebbe essere diversa, forse i lettori di fantascienza saranno anche pochi, ma sicuramente sono fedeli al genere e pur di leggere qualcosa, spesso si accontentano delle traduzioni di pessimi romanzi d'autori anglofoni che gli rifilano gli editori.
Da molti anni leggo fantascienza italiana, e la maggior parte al di fuori delle pubblicazioni tradizionali tramite i racconti inediti che arrivano per la sezione "Fantascienza" di lettura Incrociata che gestisco e i racconti che inseriamo nella biblioteca "Lupo della Steppa", e vi garantisco che spesso si trovano storie migliori di tante traduzioni pubblicate in Italia.
Che sia chiaro, non si mette in dubbio la qualità di Dick, Farmer, Simac, Asimov e gli altri maestri del genere, ma basta sfogliare il catalogo della Nord o della Fanucci e guardare i libri di Urania e Libra (poi Perseo, poi Elara) per trovare anche alcuni romanzi scarsi.

Forse il motivo storico di questa diffidenza è anche da imputare alla oramai mitica collana Urania, che dall'ottobre del 1952 ha fatto appassionare tanti lettori italiani al genere.
Infatti inizialmente il curatore Giorgio Monicelli aveva pubblicato autori italiani come Emilio Walesko, Franco Enna, Ernesto Gastaldi e con lo pseudonimo L.R.Johannis anche Luigi Rapuzzi ma poi dal maggio 1962 con la gestione della collana di Carlo Fruttero, poi affiancato dal giugno 1964 da Franco Lucentini, non è più apparso uno scrittore nazionale sino al 1985 quando hanno lasciato la collana.
Si attribuisce a Fruttero la frase che un disco volante non potrebbe mai atterrare a Lucca, eppure Lucentini aveva scritto dei romanzi di fantascienza, pur se pubblicati con lo pseudonimo Sidney Ward e addirittura indicando un falso titolo originale in inglese.

In seguito Urania ha recuperato terreno, sino all'istituzione del prestigioso Premio Urania nel 1990, istituendo la piacevole consuetudine di pubblicare una volta all'anno il vincitore di un concorso per romanzi fantascientifici inediti.

Eccone alcuni particolarmente riusciti che devono essere letti:

I biplani di D'Annunzio di Luca Masali, del 1995
Pur usando il solito argomento dei viaggi nel tempo, Masali ha creato un originale romanzo italiano ambientato in un 1922 dove la grande guerra è ancora in corso. Inizia con un aviatore austroungarico che viene abbattuto su Venezia mentre andava a bombardare Padova, viene salvato da una misteriosa ragazza, ma lui è in pericolo, i triestini che combattono per il loro imperatore sono considerati traditori dagli italiani. Da non perdere.

Memorie di un cuoco di astronave di Massimo Mongai, del 1997
Forse il romanzo che meglio fa capire come l'originalità italiana possa dare nuovi stimoli alla fantascienza. Raccontare un viaggio spaziale dal punto di vista del cuoco di bordo ha permesso di creare una storia avvincente, che poteva benissimo essere sviluppata in due o tre romanzi.
Arricchito da ricette spaziali tra un capitolo e l'altro, per fortuna l'autore offre sempre delle alternative "terrestri" agli ingredienti di origine aliena. Da non perdere.

"Memorie di un cuoco di astronave" è stato pubblicato nell'ottobre del 1997 e in copertina si trova scritto: "Premio Urania 1997", nonostante il romanzo vincitore del premio precedente: "I biplani di D'Annunzio" fosse stato pubblicato nel novembre 1996 con in copertina scritto: "Premio Urania 1995", purtroppo questo errore proseguirà sino alla pubblicazine del vincitore del bando 2008 trovando quindi nell'albo d'oro due vinciori del premio Urania 2008 e nessun vincitore per quello del 1996.

Mater Maxima di Donato Altomare, del 2000
Il conflitto uomo-macchina non è un argomento nuovo, ma la storia di Gabriel (notare che è stato usato un nome anglosassone pur se il protagonista è di Bari) si dimostra coinvolgente e si legge in modo fluido sino alla fine.

Lungo i vicoli del tempo di Lanfranco Fabriani, del 2001
Anche in questo caso, pur trattandosi dei classici viaggi nel tempo, l'ambientazione nella Firenze del 1500 e la qualità della trama lo rendono eccezionale. L'autore ha dovuto caparbiamente partecipare a più edizioni del premio, sino a quando non lo ha vinto, ma se avesse desistito prima avremmo perso questa bellissima storia. Da non perdere.

Nicolas Eymerich inquisitore di Valerio Evangelisti, del 1993
Decisi di leggerlo nonostante il titolo, che non convinceva per un libro Urania, ed ho trovato una storia un po' fuori dai canoni classici, ma molto originale.

Altri romanzi sembrano essere invece meno interessanti come:

Stella cadente di Alberto Costantini, del 2006
Pur avendo un'ottima ambientazione nel Veneto di diversi periodi storici, all'inizio si stenta a entrare nella storia. Purtroppo nei capitoli si è scelto di seguire rigorosamente il trascorrere del tempo e ci si trova all'inizio con il periodo medioevale, dove sino a pagina 34 accade ben poco e il lettore è tentato a lasciar perdere. chi resiste, trova un inquietante disco volante e degli alieni interessati allo studio della terra. Il periodo della prima guerra mondiale e di seguito quello della seconda riveleranno tutti i misteri con un finale non scontato.

Ai margini del caos di Franco Ricciardello, del 1998
Protagonisti italiani, inizia a Basilea e prosegue poi a Torino, inizio lento a volte confuso e la pagina 57 sino a questo momento è stata invalicabile e non posso giudicare il romanzo.

Il cuore finto di DR di Nicoletta Vallorani , del 1992
La detective sintetica proprio non riesce a convincermi e nonostante i varii tentativi, non ho superato le trenta pagine

Sempre in tema di Urania, è con amarezza, che ho ascoltato le parole di G.C.Giacobbe durante la premiazione del IIo premio Oltrecosmo, avvenuta a Genova nel 2007. Per quello che sono riuscito a capire, raccontava di aver pubblicato un romanzo nella collana Urania, solo perché la Mondadori era interessata a un suo saggio. Continuava dicendo che gli esperti gli avevano assicurato che la storia non è un gran che, ma a lui interessava solo essere presente nella collana Urania per il numero di Natale (non so se poi il libro è in effetti uscito a dicembre).
Ripeto che non sono certo di aver capito bene quello che intendeva dire, però credo che se quel libro capitasse in mano a un lettore abituato a comperare solo romanzi di autori dal cognome inglese, ci penserà due volte prima di fidarsi di un altro italiano.

Ci piacerebbe ricevere i vostri commenti sui romanzi di autori italiani di fantascienza, sopratutto questi, vincitori del premio Urania:

Segnaliamo che sono disponibili su Liber Liber tre romanzi di fantascienza italiana (inclusi i due Premi Urania del 2000 e del 1997)
Trovate: 2038: la rivolta di Francesco Grasso, Memorie di un cuoco d'astronave di Massimo Mongai e Il gioco degli immortali di Massimo Mongai

Continuiamo con la lodevole iniziativa dedicata interamente alla fantascienza italiana, che la Libra Editrice aveva iniziato nel 1980 inaugurando una collana dal nome: Narratori italiani di fantascienza
Il primo numero era dedicato a un romanzo già pubblicato nel numero 73 di Urania anni prima: L'astro lebbroso di Franco Enna. Questa scelta lascia qualche dubbio, perché inauguarare la collana con un libro del 1954? Non si erano accorti che oramai qualcuno era sbarcato sulla Luna e il grande pubblico non solo sapeva che non erano stati trovati gli abitanti ipotizzati nel romanzo, ma tutti erano diventati esperti nei viaggi spaziali, mentre il viaggio verso Saturno descritto ricorda più una piacevole passeggiata in dirigibile. Gli abitanti di Saturno potrebbero anche risultare credibili, almeno sino a quando non ne sapremo di più su quel pianeta, ma oltre ai seleniti, anche i marziani descritti con una tecnologia molto più progedita della nostra, sono decisamente obsoleti.
In generale il romanzo è piacevole ed era ottimo nel '54, dagli anni 70 in poi si può leggere con interesse come "Le avventure straordinarie di Hans Pfaal", ma non credo sia l'ideale per appassionare alla fantascienza italiana nuovi lettori.

Il secondo romanzo della collana: I pirati del tempo di Gianluigi Zuddas e Luigi Cozzi.
Purtroppo la serie si è interrotta qui. Dalla Libra Editrice, è nata la Perseo Libri, che ha continuato l'iniziativa nel 1989 con la collana: Narratori europei di science fiction, (il primo volume è stato: Pianeta Italia, gli autori della World SF Italia a cura di Lino Aldani e Ugo Malaguti) pubblicando numerosi autori italiani e nel 1996 la raccolta antologica: A Lucca, mai! (a cura di Ugo Malaguti e Mario Tucci) che scredita la teoria menzionata precedentemente, che a Lucca non potrebbe mai atterrare un disco volante. Oggi la Perseo è diventata la casa editrice Elara, e per fortuna la collana sembra continuare.

Tra gli autori storici di fantascienza italiana sono sicuramente da segnalare:
Lino Aldani scomparso il 31 gennaio 2009. Nel 1977 pubblicò il primo romanzo Quando le radici che lo fece diventare famoso, seguito da Eclissi 2000. Segnaliamo anche Nel segno della luna bianca (Febbre di luna) del 1980 scritto assieme a Daniela Piegai, all'ultimo romanzo ambientato a Trieste Themoro Korik del 2007.
Renato Pestriniero, pubblica racconti dal 1958 con la rivista Oltre il cielo. Il film Terrore nello spazio del 1965 è tratto dal suo racconto Una notte di 21 ore scritto nel 1960.

Nero Italiano    La fantascienza italiana continua a produrre ottimi risultati. I libri di Giampietro Stocco ad esempio sono ottimi romanzi di storia alternativa da non perdere.
Nel 2003 è apparso il primo Nero Italiano seguito nel 2005 da Dea del caos e ancora il seguito Dea del caos. Quando il passato non vuole morire nel 2006.
Altri romanzi: Figlio della schiera pubblicato da Chinaski nel 2007 e l'importante romanzo del 2008: Dalle mie ceneri pubblicato da Delos Books.
   Dalle mie ceneri
La nebulosa degli spettri La nebulosa degli spettri, di Vittorio Piccirillo (Edizioni Solfanelli) è un romanzo che potrebbe aiutare a trovare nuovi lettori di fantascinza italiana, andando a pescare dal folto pubblico televisivo/cinematografico. La nebulosa degli specchi è il romanzo alla portata di tutti, sembra di vedere un telefilm di Star Trek, forse non basta per accontentare chi di fantascienza non può farne a meno, ma sicuramente può essere utile a chi pur interessato all'argomento, ha paura di leggere un libro.
Leggete il contributo di Vittorio Piccirillo: Una passione che si rafforza, una sfida che si rinnova.
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Riferimenti
È disponibile all'indirizzo www.fantascienza.com/catalogo/ il catalogo della fantascienza a cura di Ernesto Vegetti, Pino Cottogni ed Ermes Bertoni, in particolare, trovate anche la lista dei Romanzi Italiani SF pubblicati tra il 1990 e il 2001.
Per le scrittrici italiane abbiamo dedicato una pagina apposita, consultare il nostro articolo Scrittrici di Fantascienza.

Fantascienza tedesca (segnalazioni)

Avevamo già citato Kurd Lasswitz nel paragrafo dedicato ai precursori della fantascienza, ma la Germania ha continuato ad avere altri importati scrittori di questo genere:

Andreas Eschbach

edizione2006
anno 2006, 284 pg.
Trad. Benatti R.
Fanucci
Tascabili immaginario
    Il romanzo Miliardi di tappeti di capelli (Die Haarteppichknupfer) è originale e interessantissimo. Una convincente prova di come la fantascienza europea può trovare nuovi spunti staccandosi dai soliti schemi dei romanzi anglofoni e conquistare nuovo pubblico.
La storia inizia su un lontano pianeta, dove alcuni uomini per tutta la loro vita, preparano al telaio un tappeto usando i sottili capelli delle proprie mogli. Dopo molti anni, quando l'opera sarà terminata e venduta. La somma guadagnata offerta al loro primogenito che, per estinguere il debito contratto col padre, dovrà confezionere a sua volta un tappeto e alla fine offrire il ricavato della vendita a suo figlio, in una catena generazionale senza fine.
Da leggere.
    edizione2002
anno 2002, 330 pg.
Trad. Benatti R.
Fanucci
Coll. imm. Solaria

Fantascienza francese (segnalazioni)

In preparazione questo capitolo della fantascienza francese, per iniziare, oltre a Jules Verne citato nella pagina dei Precursoni:

Renè Barjavel

Renè Barjavel (Nyons 1911 – Parigi 1985) è stato oltre che scrittore famoso, anche un critico e giornalista francese. Tra i suoi temi preferiti, la caduta delle civiltà a causa della arroganza della tecnologia.

*** 1942: La nuit des temps (La notte dei tempi)    La notte dei tempi

Fantascienza polacca (segnalazioni)

Lo scrittore polacco Stanislaw Lem (Leopoli 1921 – Cracovia 2006) ha scritto numerosi libri di fantascienza.

Il primo è del 1951, Astronauci (Il pianeta morto), gli altri:
1959 Eden

del 1961 il romanzo più famoso: Solaris

1975 Katar (sembra che la storia sia ambientata a Napoli)
1986 Fiasko

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