Come ti racconto il doping: Seconda parte

V

Lo sport aiuta contro la droga?

L'interesse degli studenti per gli intrecci tra educazione alla salute, lotta contro il doping e educazione fisica e sportiva si coniuga oggi con la riaffermazione del diritto alla salute come diritto costituzionale fondamentale e con l'approfondimento dei modi della sua tutela. Le Consulte considerano necessario avviare nelle scuole un approfondimento sull'art.32 della Costituzione, sulla garanzia costituzionale del diritto alla salute, sulla sua attuazione anche in rapporto all'uso di sostanze dopanti, sulle attività motorie, sull'educazione fisica e sportiva, sui particolari rapporti personali tra medico e atleta, su altre tematiche particolarmente complesse quali la rappresentazione culturale del corpo, il principio della legalità, la par condicio degli atleti e l'incertezza sul risultato finale di un confronto agonistico come elementi basilari di un'etica sportiva.
I consigli di classe sempre più dovrebbero assumere la funzione di catalizzatori di studi, approfondimenti ed itinerari didattici disciplinari o interdisciplinari.
I contenuti del diritto costituzionale alla salute devono essere riscoperti urgentemente come base per una serie di moduli e di competenze.
Prima di tutto bisogna aver coscienza che i condizionamenti ideologici sono molto forti nel settore. Bisogna aver coscienza del fatto che c'è una serie di luoghi comuni e slogan che bisogna sfatare, perché sottilmente ingannatori.
Ormai non si contano gli slogan che fanno dello sport uno dei migliori antidoti alla droga e dell'attività sportiva lo strumento principe della lotta contro le tossicodipendenze.
Anche gli atleti più gonfi di nandrolone sono sempre ben felici di partecipare ad iniziative un cui si condannano le droghe ed essi stessi sono additati ad esempio.
Assistiamo a situazioni in cui le migliori intenzioni, non assistite da una precisa conoscenza della realtà portano ad esiti ipocriti e truffaldini.
Tutto da dimostrare, è il postulato che sempre ed in ogni caso praticare sport faccia bene alla salute e favorisca quelle sane abitudini di vita che davvero si contrappongono all'uso della droga.
Purtroppo tra mondo dello sport e tossicodipendenze c'è un rapporto che ormai non è più di opposizione.
L'interfaccia tra sport e droga è il doping. Cominciare ad usare ed abusare di qualsiasi cosa per incrementare la capacità di prestazione sportiva è anche una porta verso la droga.
Il fenomeno del doping non è, intanto, più un problema limitato allo sport professionista e non riguarda più solo i grandi campioni. Il campione che si dopa, poi, non veicola più valori di vita sana, disciplinata e sane abitudini alimentari, tutt'altro, è veicolo di disvalori, quelli per cui chi si dopa, con sostanze dannose alla salute è premiato dal successo.
Il cattivo esempio facilita la diffusione di doping negli amatori e tra i giovani, tanto più facilmente in chi già per conto suo non ha abitudini di vita sane ed usa sostanze come alcool, tabacco e altre droghe, leggere o pesanti.
In ogni caso per accompagnare il doping è spesso consigliato l'uso combinato di altre sostanze, tra cui non sono assenti le droghe. Gli anabolizzanti si portano quasi sempre appresso eccitanti, stimolanti e diuretici. Si è visto, in ricerche specializzate, che chi si dopa è più disponibile a drogarsi e comunque il doping viene esso stesso considerato giustamente un caso speciale tra tutti quelli che lo studio delle tossicodipendenze investe.
Se i campioni si dopano, quelli che vogliono imitarli, lo fanno anche loro, è emblematico che quando un certo campione di baseball ha confessato di che sostanza si dopava, la vendita del farmaco che la conteneva è schizzata alle stelle.
La crisi della morale sportiva è lo scenario di tutto quanto accade. Non che prima non si infrangessero le regole... Ce lo tramanda Pausania il caso di un certo Eupolo, che fu multato ma rimase vincitore truffaldino delle Olimpiadi. Con il tempo -e in particolare di recente si è registrata una folle accelerazione- non solo un numero sempre più alto di atleti, allenatori, dirigenti ha trasgredito le norme ma, palesemente nessuno è stato punito, segno che lo stesso sistema sportivo aveva tutte le intenzioni di chiudere tutti e due gli occhi. Per questo molti se ne sono andati del tutto disamorati o umiliati dai risultati di chi beveva le magiche pozioni, per questo tutta la piazza è stata lasciata ai più integrati nelle nuove, permissive, regole del gioco.
C'è un peccato originale anche nei fondamentali dello sport del buon tempo antico: il superamento dei limiti individuali, con un dato quantitativo che diventa valore assoluto. Excelsius, o excelsior, come dicevano allora, qualcosa che rischiava di produrre, ed ha prodotto un processo incontrollabile ed, alla lunga aberrante. Prima poi era quasi tutto volontariato, ora c'è il professionismo degli operatori sportivi e. più ancora, la professionalizzazione dei ruoli, ed il fatto di conquistare successi sportivi e conservarli, la conta delle medaglie, tutto è diventato necessario, non foss'altro perché il professionista strapagato possa giustificare il proprio ruoli ed i quattrini che pretende.
Siamo giunti ormai alla pretesa di distorsione dell'attività sportiva giovanile, il tesseramento sportivo sempre più precoce dei ragazzini, dei bambini, fra poco dei lattanti (ma non è lavoro minorile?). Poi la selezione a tutti i costi, che strumentalizza brutalmente quelli che sembrano aver stoffa e getta fuori gli altri.
Questo vorrebbero addirittura che si facesse a scuola!
Anche gli Stati hanno fatto la loro parte: la Germania dell'Est e la Cina e tutti i paesi comunisti che hanno organizzato il doping di stato hanno dato il cattivo esempio all'Occidente, dove gli interessi delle case farmaceutiche hanno preso il posto delle motivazioni politiche e di propaganda.
L'emanazione recente della legge 14 dicembre 2000 n.376, recante norme sulla disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n.294 del 18 dicembre 2000 fa piazza pulita poi di altri slogan, per cui lo sport è qualcosa di cui l'ordinamento statale non deve occuparsi, rimesso alla lungimirante e spassionata cura degli ordinamenti sportivi.
L'ltalia è il seconda Paese al mondo ad essersi dotato di una normativa specifica contro il doping. Dopo la Francia.
Per questo i docenti che insegnano discipline giuridiche dovrebbero essere considerati con priorità interlocutori privilegiati, assieme a quelli delle attività motorie, dell'educazione fisica e sportiva, delle scienze biologiche, tenuto anche conto che dalla lotta al doping si dipartono, come in un ipertesto, ambiti di approfondimento che riguardano l'ordinamento giuridico del Coni, in buona parte finora incomunicante con l'ordinamento statale e governato da norme che traggono ispirazione dall'ordinamento supernazionale del Comitato Olimpico Internazionale (Cio) e l'attività sportiva di molti atleti che ha assunto carattere professionale e si qualifica come lavoro dipendente o lavoro autonomo.
II testo di Legge italiano introduce Ia definizione legale del doping e pone il principio fondamentale per cui lo sportivo deve essere considerato un soggetto sano e conseguentemente sono equiparate al doping (inteso come farmaco a sostanza compresi nelle liste vietate) la somministrazione a l'assunzione di farmaci e sostanze non giustificate da condizioni patologiche.
Originariamente anche il Cio considerava doping l'uso non solo di sostanze sintetizzate chimicamente ma anche di sostanze di origine fisiologica, se assunte per vie anormali a in quantità abnormi, allo scopo di incrementare artificialmente Ia capacità di prostazione.
Poi però i cosiddetti ordinamenti sportivi hanno cominciato a razzolare male e, di fatto, nella pratica hanno fatto i formalisti e, burocraticamente si sono limitati a considerare doping solo l'uso di sostanze comprese in certe liste vietate. Magari potranno dire che non potevano far altro, perché avevano solo lo strumento dei controlli anti-doping, certo lo Stato, per fortuna, ha molti altri mezzi di repressione ed ora, dopo la legge, potrà utilizzare tutti quelli che ha per la lotta contro il crimine. Perché lo Stato deve tutelare la salute e combattere l'illegalità.
Eppoi la lista nera del Cio lo Stato si riserva di aggiornarla ed integrarla, anche da solo, senza limitarsi alle future decisioni del Cio.
Da approfondire ci sono molte cose e lo sforzo comune di studenti e docenti ha molti spazi per realizzarsi.
La scuola dell'autonomia deve seguire e sostenere gli studenti mentre affrontano i problemi che la società di oggi pone loro e verso i quali la stessa cultura degli adulti è perplessa, è in fase di ricerca, in qualche modo fornisce risposte confuse e incoerenti.

A parte che con quell'accenno ad altre droghe la Corbo voleva dire che anche il tabacco e l'alcol sono droghe e a me pare eccessivo, anche se ho smesso di fumare da due anni, che qui cominciamo ormai a fare la caccia alle streghe a chi fuma e beve il vino, e lasciamo i pericoli veri della società sani e liberi, e così via.
Il testo è raffazzonato, dice un sacco di cose giuste ma senza ordine e, in maniera poco interessante per gli studenti E poi Pausania, proprio lei che mi aveva criticato per la radiocronaca mitologica non se lo doveva lasciar sfuggire.Ci ho sentito anche le informazioni, se non la mano di Delpino, specie in quell'accenno ai paesi comunisti, ma mi sembra strano che la Corbo si sia fatta aiutare da un simile alleato.
Questa storia dell'ordinamento giuridico del Coni che è riuscito ad essere, anche se in parte, non comunicante con l'ordinamento statale mi stuzzica un po', anche se non posso dire che m'attizza.
In fondo Giurisprudenza non è il peggior di tutti i mali per uno che voleva fare filosofia, - ma poi come mangi, filosofia non ti procura da mangiare e persino Kafka si è iscritto a Legge e compagnia bella..Certo non farò medicina come la piccola madre.E poi in fondo anche se ti iscrivi a lettere antiche e diventi professore di Greco antico come Nietsche, niente ti impedisce di fare poi quello che ti pare, magari facendo proprio come Nietsche, che ha vissuto da pensionato baby.Se per quando ci sarò io sarà ancora possibile.
Il Bidello mi ha detto che lo sport in Italia è governato da norme che si dice traggano forza (e non l'ispirazione di cui parlava la Corbo) dall'ordinamento supernazionale del Comitato Olimpico Internazionale (Cio).
Mi pare una cazzata, molto utile ai padroni dello sport e via dicendo, ma insostenibile, specie ora che come dice la stessa Corbo, l'attività sportiva di molti atleti ha assunto carattere professionale e si qualifica come lavoro dipendente o lavoro autonomo.E L'Unione Europea ci ficca il naso e comagnia bella.
Ma il Bidello che un po' con l'università è cambiato, dice che a Legge per dire che una cosa è una cazzata ci devi passare sopra un anno a studiare.
La storia del doping, comunque non si spiegherebbe con un ordinamento giuridico serio come, con tutti i suoi limiti, quello dello stato. E'una giurisdizione che pare proprio casalinga, con norme più utili a mantenere il potere e la difesa degli interessi dei forti che per tutelare tutti. E difatti sul doping, finché non si sono messi in mezzo gli organi dello Stato non si è schiodato niente, eccetera eccetera.
E poi il doping non è l'uso di sostanze che sono state proibite dalle Autorità sportive (Cio), secondo me, ma tutto quello che si assume per aumentare in maniera artificiale e, quindi, sleale le prestazioni durante le gare.

VI

Battilocchi era sudato da far schifo, rosso in faccia e nonostante i continui allenamenti di pallone, un po' sulle gambe.
-Ehi, ma non è Tardi?Lo sa la dottoressa che sei venuto in discoteca?-mi sfotte ed in realtà mia madre rompe tanto i coglioni quando esco la sera. Anche prima che distruggesse la macchina, era più le volte che me la negava di quelle che me la lasciava prendere.
-E lo sa tuo padre che sei stronzo come lui?-mi scappò detto e fu l'inizio di una bella amicizia, perché non se la prese per niente.Non gli venne nemmeno in mente di raccontarlo al padre. Gliene fui riconoscente e tutto il resto.
Non ero stato prudente perché il padre era professore della A e già io col fatto che ero presidente della Consulta provinciale cominciavo da meno 200, eccetera eccetera. Non ero stato prudente a chiamare per nome uno stronzo che poteva essere vendicativo, ma ero incazzato, il pomeriggio c'era stato il funerale di Sarnelli e in quel momento mi sentivo un cretino, accaldato e senza Cinzia, che contrariamente alle voci, non era venuta, e così via.
A saperlo mi facevo una seratina D&D con Filippo, Daniele, Guglielmo e gli altri
-Bravo- mi fa cordiale, indicando il mio bicchiere.
Mi giravo tra le mani un Long Island ice tea, una bomba fatta di rum, gin vodka e triple sec e via dicendo. Il nome deriva dal limone zuccherato che si aggiunge assieme a una spruzzata di Coca Cola. Una quarantina di gradi che ha l'aspetto del tè freddo.
-Fai bene a non bere alcol- continua garrulo, invece di andarsene affanculo -Io bevo sempre solo sorsi di natura...
Mi si siede vicino e ordina due ritual.Come diceva Monty Clift, a me non piacciono i vizi, però mi piace bere.
-Ti faccio assaggiare qualcosa che ti convince.
Avrei volentieri fatto a meno della sua compagnia, ma aveva già incassato e rimosso lo stronzo al padre e il mio drink cominciava a farmi socievole.
-L'alcol ti scalda e ti abbiocca-mi spiega avvicinandomi il bicchiere appannato- questo invece è dissetante...e ti da energia.
-Sarebbe?
-Meglio del tuo tè.Guaranà, taurina e caffeina... tutto analcolico ma una sferzata!
Ero interessato. Quando esce una bibita nuova, almeno una volta la devo provare e così via. Scostai il mio bicchiere mezzo vuoto e mi rinfrescai le mani sul suo ritual. Dissetante era dissetante. Sul sapore ci dovevo pensare.
-Tutta roba naturale...-commentò ancora Battilocchi Junior che mi osservava fiducioso.
-Anche la cicuta è naturale.
Rise in maniera simpatica. - Troppo Tardi per una battuta.Dopo ti faccio assaggiare il cane d'arancio...
-Il cane?-Un sorso del mio mi riconciliò con la vita.
-Sì.Succo d'arancia, guaranà caffeina e vitamine... uno schianto- Smise per un po' di sorridere- Se avesse bevuto questa roba il pirata non avrebbe messo sotto Sarnelli.
-Magari l'investitore non era ubriaco-replicai riprendendo il mio bicchierone schiettamente alcolico e scolandolo tutto.-Ma questa roba è un piacere o una cura?
-Tutt'e due...
Battilocchi Junior aveva un modo tutto suo di guardarti mentre lasciava una qualsiasi frase o parola in sospeso:qualcosa a metà fra il saputo e il rincoglionito.
- Da quando sono passato all'analcolico mio padre non rompe più quando torno a casa...Rientro a qualunque ora e sempre in condizioni accettabili. Niente guai con la polizia... e niente multe.
Mentre guardavo con diffidenza il cane d'arancio non potevo fare a meno di pensare che anche per disattivare mia madre poteva essere una buona idea. Il termos di caffè che mi coccolavo sotto il sedile dell'Ibiza e via dicendo salvava magari il viaggio di ritorno ma non sistemava la nottata.
-Effetti secondari?
-Scopi come un toro... La taurina è un aminoacido, già presente nei muscoli... migliora il trasporto del glucosio e il metabolismo delle proteine.
Avrei voluto segnarmi da qualche parte quelle giuste nozioni, che oggi mi fanno pensare che esista pure un doping perfettamente legale, e che si comincia col caffè gli eccitanti, e così via, ma quella sera non ero lucido e il pensiero della morte di Sarnelli mi fece ordinare un altro dei miei tè al barista.
-E se fosse stato un whistleblower?-buttai lì, pronto a spiegare che cosa significava quella parola, ma Junior la conosceva e fece una faccia cupa.
-Lo sai anche tu, allora, che sparlava di tutti.
-Se l'era presa per certi commenti del Mister e continuava a dire che gliela avrebbe fatta pagare.
-A proposito...ti pago un altro giro dei miei?
-Ma dove te li peli tutti questi soldi?
-Sto caldo.
-Hai ammazzato qualcuno?
-Quasi...Sempre un delitto...Mi hanno pagato per mentire.
-E a chi gliene frega niente se menti?
-Gliene frega per mezzo milione. E me l'hanno dato quando ho detto che ero in un certo posto, a Viterbo, venerdì.
-Mezzo milione?E chi te l'ha dato?
-Non te lo posso dire ma c'entra qualcosa l'avvocato Buscherini, perché è da lui che si andava a firmare.
-Bell'avvocato.
-Sono tutti così. Ha pagato altri tre paraculi, prima di me e ancora non ha chiuso bottega.
-E se qualcuno ci rimette?
-Solo il Mister e solo qualche soldo, la franchigia dell'assicurazione.Ho detto che aveva torto in un tamponamento...e tu dovresti...
La mente mi girava di qua e di la.-Ma a proposito di mister, Sarnelli diceva la verità o no?
-Che vuoi che ne sappia? Non credo che il Mister arrivasse al doping ma certo ce lo diceva spesso che ci dovevamo aiutare se volevamo combinare qualcosa. Integratori e basta, però, niente che facesse male, certe pasticchette rosse ed altre capsule blu che sono innocue e fanno veramente bene.
-Bene a che?
-Ti fanno sentire in gamba, fico, in salute, forte come una bestia.
-E Sarnelli perché si lamentava?
-Il mister veramente l'aveva preso sott'occhio...non so, perché gli andava contro qualsiasi cosa dicesse, non voleva neanche bere la Coca Cola. E Sarnelli aveva cominciato a giocar male e lui lo sfotteva ed anche qualcuno di noi...ma io no...pace all'anima sua... Ma lui cominciò ad uscirsene con oscure minacce, e diceva che suo padre il camion non lo avrebbe guidato più, minacciava di andare dai carabinieri ed altre strane scemenze che il mister diventava pallido per la rabbia.
-Il camion?
-Appunto, mi pareva un po' sbroccato...
Il rumore mi dava meno fastidio da un po' e perfino parlare con Junior mi pareva rilassante.-Ma perché faceva tante storie?
-Aveva sbroccato, te l'ho detto... Gli piaceva essere al centro dell'attenzione, voleva finire sui giornali. Che poi c'è riuscito ma in un altro modo...
-Quel trafiletto sull'incidente e il pirata della strada non era un gran che.
-S'era messo in testa che ci fosse di mezzo il doping; chiedeva al mister di spiegare meglio che cos'erano quelle pasticche e cosa non andava nell'alimentazione, che ci pensavano già i genitori a garantire un alimentazione sufficiente ad equilibrata;una volta gli chiese che tipo di alimentazione o di integratori ha usato lui ai tempi in cui era un atleta.
Ero un po' bevuto ma quelle parole mi suonavano interessanti e mi ripromisi di ripensarci a mente lucida.
Mi stuzzicava quella storia del mezzo milione ed ero incerto se sporgermi un po' dato che in fondo ero il Presidente della Consulta ed avevo qualche responsabilità. Ma stavo sulle spese e mezzo milione è mezzo milione...
-E pagherebbe anche me per mentire?
Ebbe una reazione stranissima. Si ammazzò di risate.-No, tu no. Altri paraculi sì ma a te non ti pagano...offrono mezzo milione a chiunque possa testimoniare di aver assistito a un tamponamento venerdì scorso a ......all'angolo della circonvallazione con la tangenziale, dove c'è il semaforo, sai? Ma a te no.
Nonostante le bibite naturali pareva bevuto pure lui.-E perché a me no?
-A me l'ha regalata il Pappalardo quest'occasione, lui aveva già capito cosa erano disposti a pagare. Ero di ritorno dagli allenamenti, camminavo a piedi lungo la strada ed ho assistito all'incidente. Una mercedes, guidata da uno che guidava distratto, ha tamponato la macchina davanti, guidata da una donna.Colpa della mercedes. Poi i due scendono, fanno la constatazione amichevole, molto civili e se ne vanno.
-Brutto affare la falsa testimonianza e se poi si prova che non c'eri e così via?
-Questo è il bello le cose sono proprio andate così, il Mister lo ha ammesso nella constatazione amichevole.
-Che c'entra il Mister?
-La mercedes è la sua.Così guadagno mezzo testone e mi ammazzo di risate alle sue spalle.E vado sul velluto, ho visto la constatazione amichevole con la mappa e le dichiarazioni concordi dell'incidente.
Come Presidente della Consulta mi pareva brutto ficcarmi in un pasticcio del genere, in fondo non avevo voglia di fregare quel mezzo milione, ma mi seccava quel fatto che tutti potevano fare quel bell'acquisto meno io e l'insana euforia di Battilocchi Junior
-Ma perché io no?
-Perché la tamponata era la dottoressa tua madre!
E rideva, rideva.
-Capisci, saresti un testimone interessato...
Quella sera non sarebbe stata solo lei a rimproverarmi, era così che aveva distrutto l'Ibiza!

VII

Il prossimo documento è un articolo del Capo dell'Ispettorato pubblicato in una rivista, che parla del doping, e per qualche tempo avevamo pensato di metterlo nella rivista ma poi ci è sembrato potesse essere scambiato per lecchinaggio e via discorrendo.

Il ciclismo e Barthes
di Luca Calcedoni

Da quando sono a capo dell'Ispettorato educazione Fisica e sportiva ho tenuto in quasi tutte le regioni d'Italia incontri di consultazione e confronto con gli insegnanti di educazione fisica e le loro associazioni.
Dopo una serie di informazioni sulle varie novità che hanno toccato l'insegnamento dell'educazione motoria, fisica e sportiva e la sollecitazione a dare contributi, suggerimenti, ipotesi, specie con riferimento a Pèrseus, il nuovo programma in gestazione per la valorizzazione della disciplina, sempre nei miei interventi chiarivo come la prevalenza dell'educazione fisica a scuola fosse indiscutibile base del nostro ordinamento scolastico e che l'attività sportiva può essere educativa ma non ogni attività sportiva è educativa.
Non lo è quella che cede alle esasperazioni dettate dal profitto e dal commercio.
In effetti oggi ci sono tante patologie nello sport e sembrano tendere a valorizzare l'anomia, la cultura della sopraffazione, della prepotenza e della strumentalizzazione, dell'inganno.
Con questo sport, tutti concordavano che la scuola senza cedimenti dovesse fare i conti, ed in particolare con le richieste che le vengono fatte d'allenamento sportivo e di precoce avviamento allo sport, ad uno specifico sport.
La scuola non può correre rischi.
Il precoce avviamento all'attività sportivo-agonistica presenta rischi ancor più evidenti, tangibili, per il loro impatto sulla salute e l'integrità fisica degli alunni.
Non ho avuto bisogno di ricordare a nessuno dei miei docenti di educazione fisica che dal curricolo scolastico e dall'ambito dell'educazione fisica deve sempre essere escluso ogni fine di cui la persona dello studente possa diventare strumento.
Dai tempi delle finali dei Giochi della Gioventù dell'anno scorso, a Catania ho invece dovuto chiarire all'universo mondo un altro concetto altrettanto banale, che la scuola non solo è contraria al doping ma si batte e si batterà con tutte le sue forze contro tutti gli strumenti che oltre a violare la par condicio degli atleti ed a rendere non incerto il risultato finale del confronto, possano danneggiare la salute dei giovani e ridurre il loro corpo ed il loro entusiasmo ad una macchina che può essere usata oltre tutti i limiti, inclusa l'autodistruzione del doping, appunto.
Certe testimonianze valgono oggi più delle circolari ed infinitamente più delle prediche.
Per il ciclismo hanno cominciato i nostri coraggiosi cugini francesi.
Ma dietro il doping forse c'è di peggio e negli incontri con i docenti di educazione fisica mi sono lanciato in una piccola provocazione culturale.
Perché penso che vada culturalmente protetto il giovane studente va ad assistere ad un evento sportivo, un incontro di boxe o una gara di sci, e si trova di fronte ( sempre più si trova di fronte) la logica pervasiva ed inarrestabile del wrestling.
Wrestling è termine inglese per lotta, stricto sensu si è volto a definire la lotta libera, il catch, anzi una particolare variante statunitense del catch.
Il wrestling è la variante della lotta libera che si fa negli Stati Uniti, coi lottatori addobbati di costumi colorati e gli arbitri che spesso volano fuori dal ring. Non è uno sport, è un mimodramma con gli atleti divisi in 'buoni' e 'cattivi', 'simpatici' e 'antipatici', oggetti di identificazione e capri espiatori.
Nel wrestling, questa colorata, spettacolare e truccatissima espressione del catch, su cui già Barthes ha scritto tutto molti anni fa, vince chi deve vincere, il confronto è finzione, le regole sono opportunamente violate dai giocatori, che arrivano a picchiare l'arbitro ed a gettare magari anche lui fuori dal ring, e gli spettatori se ne accontentano, a patto che lo spettacolo vada avanti e che vinca non il migliore ma quello che risponde alle loro (perverse?) esigenze di divertimento.
Il wrestling è uno spettacolo a sfondo solo vagamente sportivo.
Quanto ai reali significati di questa sorta di perversione assecondata, è strano come le intenzioni e i preparativi degli organizzatori si coniughino agevolmente con i desideri e le esigenze degli spettatori.
Così strano che, forse, giungere ad un approfondimento su come si instauri una tale complicità può illuminare l'orrore che può attendere, dietro l'angolo, chi ama lo sport.
E' da recuperare, in proposito, l'analisi che Roland Barthes ha condotto più di vent'anni fa proprio sul catch.
La provocazione culturale è nel fatto che ormai ci si sta avvicinando ad un tempo in cui il catch (wrestling) non sarà più un caso limite.
L'ipotesi agghiacciante, certo tutta da dimostrare, è che il catch, il wrestling siano già pervenuti alla fase finale di decadimento che potrebbe in futuro toccare ad ogni attività sportiva.
In altre parole, la violentissima esaltazione della luminosità della stella dello sport oggi potrebbe essere forse l'inizio di una supernova che prelude al collasso finale.
Il fatto è che il catch e il wrestling non sono uno sport vergognoso ed esecrabile, in sostanza non sono più uno sport, sono, integralmente, spettacolo, come tale, dunque, in sé, non più vergognosi ed esecrabili di una rappresentazione teatrale o di uno qualsiasi dei film 'Rocky' seguiti, con tanto di numero cardinale per l'identificazione, al primo non ignobile prototipo.
Non sono più uno sport, sono, integralmente, spettacolo e forse verso tale collasso potrebbe correre tutto lo sport agonistico attorno a cui girano i miliardi.
Notava Barthes l'esistenza di " un falso catch rappresentato con grandi spese le apparenze inutili di uno sport regolare" è proprio questa, a ben vedere, la fase preagonica, collassante, verso cui la logica della spettacolarizzazione e del profitto sta conducendo lo sport.
Le apparenze inutili di uno sport regolare sono un approdo inquietante che si ancora ad un cittadino-sportivo ancor più inquietante.
In quello che Barthes definisce " vero catch", nel wrestling, "il pubblico si accorda spontaneamente alla natura spettacolare del combattimento, come fa il pubblico di un cinema dei sobborghi.(...) Il pubblico si disinteressa altamente di sapere se l'incontro è o non è truccato, e ha ragione; si abbandona alla prima virtù dello spettacolo, che è quella di abolire ogni movente e conseguenza: non gli importa ciò che vede ma ciò che crede."1
Delle due l'una, o si crede che gli spettatori del catch e del wrestling siano tutti idioti privi di spirito critico e di intelligenza o si ammette che quel pubblico sappia distinguere molto bene il suo spettacolo dallo sport e se ne traggono le conseguenze logiche.
Quel pubblico comincia forse ad esistere, la sua infezione si diffonde tra i giovani, lieti di emozionarsi ma distratti dalla vigilanza sul rispetto delle regole del gioco, tiepidi col doping e la truffa sportiva, subordinati anche culturalmente a potentati economici e ad organizzazioni subordinate alla logica del profitto.
Sportivi così son quasi pronti per il catch di Barthes.
La scuola ha certamente responsabilità nei confronti della comprensione e della consapevolezza degli studenti nei confronti di questi automatismi diseducativi che emergono dalla società nel mondo dello sport.
Nello sport spettacolo del nostro peggior futuro non c'è problema di verità o di storia che si fa al momento, come non c'è nella fiction.
Quello di cui l'immaturo sportivo potrebbe accontentarsi è la mera rappresentazione di contenuti sportivi, come nei film Rocky II, Rocky III, Rocky IV, o in "Fuga per la vittoria" di Huston.
Alcuni segni indiretti già sono percepibili, anche se non provati. Il sospetto si diffonde, magari anche a torto.
Ad esempio, qualche dubbio in proposito lo ha fatto sorgere lo spettacolo-gara di addio di un campione indiscusso dello sci come Alberto Tomba. Qualche dubbio lo fa sorgere la cosiddetta sudditanza psicologica degli arbitri. Qualcuno ricorderà un celebre spot televisivo con una compagine di calcio 'umana' opposta ad una compagine di invincibili e potentissimi demoni. La logica era la stessa, a ben vedere di quella del film (splendido peraltro) 'Fuga per la vittoria' con i nazisti contro il resto del mondo (alleato). Come si godeva la rovesciata commovente di Pelè contro i cattivi per definizione, come si apprezzava la parata di Sylvester Stallone contro la malafede degli oppressori e la slealtà dell'arbitraggio!
La folla delira, appunto. E solo la scuola, vedremo, può interporsi per dare gli strumenti culturali idonei a salvare ciò che dello sport storico resta oggi.
In uno sport che si risolve nel suo spettacolo, nella forma che spodesta i reali storici contenuti sportivi, non avrà più senso chiedere incontri 'regolari'.
Non è impossibile immaginare che in un universo parallelo che potrebbe essere il nostro tragico e, speriamo, evitabile futuro, lo spettacolo sportivo abbia regole proprie tanto precise da offrire ad un pubblico ormai diseducato ai valori sportivi proprio quelle perverse soddisfazioni che è stato addestrato ad aspettarsi, ad esigere.
Gli 'atleti', dopati o attori d'esperienza, potranno irritare il pubblico, farlo infuriare, ma mai deluderlo, perché reciteranno, sempre e fino in fondo, la parte per la quale sono stati scritturati.
In questo 'sport' che vent'anni fa non si arrivava ancora ad immaginare come totalizzante saranno tutti grandi match, tutte partite storiche, l'enfasi dal commento giornalistico si trasferirà alla rappresentazione, si farà trama per una nemmeno troppo occulta regia.
Per questo a scuola l'educazione fisica non può esser lasciata da sola.
Assieme agli altri docenti è necessario che si favoriscano competenze culturali in senso stretto nello studente, competenze sullo sport, il movimento e competenze umanistico-letterarie, perché abbia consapevolezza che si comincia a stabilire una sorta di patto tra organizzatori sportivi e spettatori, qualcosa che somiglia al patto di sospensione dell'incredulità che intercorre tra lettore e scrittore, tra spettatori e attori teatrali.
La scuola, tutta la scuola, non solo gli insegnanti di educazione fisica e sportiva, non può essere neutrale col wrestling o coi sospetti di wrestling altrimenti l'organizzazione dello sport sarà sempre più tentata (e lasciata libera) di seguire le regole dello show del wrestling.
Bisogna interrompere questa ancora resistibile ascesa e forse lo si può cominciare a fare solo a partire dalla scuola che forma, unisce, libera, garantisce e affratella.
Ci sarebbero immensi valori educativi nello sport, (anche nello sport agonistico) ove questo potesse reintegrarsi nel sistema generale di educazione fisica e riprendere il ruolo che gli spetta nella società.
Se la scuola fallisce nel creare una sana concezione dell'educazione fisica e delle attività sportive (anche agonistiche) se la scuola non costituisce una alternativa culturale alla violenza, alle rivalità, all'esasperazione del risultato, alla slealtà, alla truffa, alla corruzione, al doping, alla subordinazione dell'uomo agli altri uomini ed al denaro, non sarà solo una sconfitta nostra o una sconfitta della sola scuola.

Insomma dalle circolari che mandava, dagli articoli che scriveva, da come si è comportato incontrandoci tutti, il mio atteggiamento nei confronti del Capo dell'Ispettorato stava cambiando. Avevo cominciato a chiamarlo Calcedoni, con più familiarità.
La Corbo dice che rischiavo di vederci una figura paterna, in quel ciccione pelato, ma sono tutte chiacchiere perché io ho perso da pochi anni mio padre, vivo con mia madre e via dicendo. Comunque questo sospetto di affiliazione nevrotica con un potente del Ministero, mi serve per preparare la calata di brache di quando Calcedoni mi chiamò a Roma a parlare solo con lui ed era piuttosto giù perché aveva saputo che non sarebbe riuscito a vedere pubblicata la nostra rivista contro il doping. Quel giorno il Presidente di Udine mi portò una loro pubblicazione sul doping e mi disse che da loro perfino i leghisti avevano accettato di investire contro le sostanze che uccidevano lo sport assieme agli atleti. A me pareva leghista anche lui, ma evidentemente mi sbagliavo. Anche i miei avversari più cari delle Consulte pugliesi, tutti del Polo, mi promisero roba interessante. Mi pareva curioso litigare nelle riunioni nazionali e poi andare insieme in discoteca, provare a rimorchiare le ragazze (Ah la presidente di Bolzano! Ah Caserta! Ah Reggio!) e collaborare contro il doping e le altre cose. A parte che mi pareva che era proprio questo che volevano da noi e il fatto di far quello che si sforzavano di farmi fare, allora mi faceva sentire un cretino.

VIII

No doping

La Consulta Provinciale degli studenti di Udine nell'ambito della campagna nazionale del Ministero della Pubblica Istruzione riguardo al doping, fa propria l'iniziativa della Provincia di Udine, a sostegno della lotta contro il doping nello sport.
No doping per la prova leale delle capacità degli studenti affinché lo sport sia pulito a tutela e salvaguardia del corpo umano da ogni attentato alla sua integrità.

Competere, confrontarsi per vincere e dominare (a tutti i costi!)...E' determinato dal desiderio di potere e di potenza...(istintuale)
Competere, confrontarsi per misurare qualità e doti di sé e degli altri, per riconoscere il valore di sé e degli altri, con l'umana consapevolezza dei pregi e dei limiti di ciascuno, ...con la condivisione che la VITA è un valore assoluto, una ricchezza che prescinde dall'efficienza e dalle prestazioni...Con la convinzione che la vita di gruppo, il vivere sociale, nella concordia e nella condivisione della realtà umana, nel rispetto reciproco, come elementi di vero autentico benessere...sono conquiste dell'Umanità, con il superamento dell'egocentrismo e dell'egoismo!
Usare sostanze per emergere "dominare", significa lasciarsi trascinare dai "primordiali istinti" di potere e di dominio...vuol dire TRADIRE LE CONQUISTE INTELLETTUALI E SOCIALI DELL'ESSERE UOMO.
(Riflessione della Consulta Provinciale degli studenti di Udine)

Un bel lavoro quello della Consulta di Udine con il centro di medicina dello sport di Udine, l'associazione medico sportiva friulana ed il centro regionale di psicologia dello sport di Udine e compagnia bella. Delpino l'aveva praticamente copiato, con lievi modifiche ed avrebbe voluto inserirlo in rivista.

Tra le sostanze doping ci sono: Stimolanti, Narcotici, Anabolizzanti, Diuretici, Ormoni
Tra i metodi doping ci sono
Emodoping
Manipolazioni farmacologiche, chimiche, fisiche (per mascherare l'uso di sostanze vietate)

Gli stimolanti si assumono per diminuire il senso di fatica, per ricercare una sensazione di benessere e potenza fisica e mentale
Gli effetti collaterali sono:
Disturbi cardiovascolari e respiratori, disturbi gastrointestinali, disturbi psico-comportamentali, cefalea, aumento di peso, disturbi urinari, dipendenza fisica e psichica
Sono stimolanti, tra l'altro, le anfetamine, la caffeina, la cocaina, l'efedrina, la stricnina.
Si trovano nei farmaci antidepressivi, antiepilettici, antiasmatici, anoressizzanti, decongestionanti nasali, antiemicranici, nel caffè, nel tè, in alcune bibite ed integratori alimentari, in alcune sostanze stupefacenti.
I narcotici si assumono per attenuare il dolore di qualsiasi origine.
Gli effetti collaterali sono: disturbi cardiovascolari e respiratori, disturbi visivi, tremori, disturbi gastrointestinali, dipendenza fisica e psichica
Sono narcotici, tra l'altro, la codeina, l'eroina, il metadone, la morfina, la pentazocina
Si trovano nei farmaci antidolorifici, negli antitosse, negli anestetici nelle sostanze stupefacenti
Gli anabolizzanti si assumono per aumentare le masse muscolari e, quindi la forza muscolare..
Gli effetti collaterali sono: diminuizione della fertilità e femminilizzazione nei maschi, virilizzazione e soppressione della funzione ovarica nelle femmine, disfunzione tiroidea, aumento dei grasi nel sangue, insufficienza epatica, comparsa di tumori (adenocarcinoma del fegato). Nei giovanissimi provocano blocco della crescita staturale, acne, disturbi psichici, alterazione metabiliche.
Sono anabolizzanti, tra l'altro, il testosterone, il clostebolo, il nandrolone, il deidroclometiltestosterone.
Si trovano nei farmaci anabolizzanti, anticoncezionali, nella terapia antitumorale e dell'ipogonadismo.
I diuretici si assumono per diminuire rapidamente il peso, per eliminare velocemente eventuali sostanze doping assunte
Gli effetti collaterali sono: disidratazione con perdita di liquidi e sali minerali (sodio, potassio), aritmie cardiache, cefalea, sonnolenza, reazioni allergiche, formazione di calcoli renali.
Sono diuretici, tra l'altro il furosemide, l'idroclortiazide, lo spironolattone
Si trovano nei farmaci diuretici ed antiipertensivi.
Gli ormoni si trovano nei farmaci per i deficit staturali, come terapia negli emodializzati, come terapia dell'infertilità.
Sono ormoni la gonadotropina corionica, l'eritropoietina, l'ormone somatotropo, l'ACTH.
L'eritropoietina (epo) si assume per aumentare il numero dei globuli rossi circolanti e quindi l'ossigeno, con conseguente aumento della performance sportiva; i suoi effetti collaterali sono l'aumento del rischio di trombosi, infarto del miocardio, ictus, aumento della pressione arteriosa, danni renali, reazioni allergiche, shock..
L'ormone somatotropo, o ormone della crescita, si assume perché è un potente anabolizzante e aumenta le masse muscolari, ed aumenta inoltre il consumo dei grassi a fini energetici e risparmia gli zuccheri.; i suoi effetti collaterali sono l'aumento della ritenzione idrica e del rischio di produrre maloattia diabetica, gigantismo, disturbi della coordinazione.
Pur essendo proibite solo da alcune federazioni sportive, sono strumenti di doping le cosiddette sostanze a restrizione d'uso: l'alcol, gli anestetici locali, i betabloccanti, i corticosteroidi per applicazione locale o inalante, la maurijana e l'hashish.
Si assumono per avere più energia, per ridurre la tensione nervosa, per diminuire la frequenza cardiaca, per diminuire il dolore locale ed hanno come effetti collaterali la diminuizione della lucidità e del coordinamento motorio (alcol e droghe leggere) l'eccessiva diminuizione della frequenza cardiaca, disturbi gastrointestinali e neurologici.

Delpino, che rompeva le palle ma era solerte, aveva fatto un buon lavoro. Devo aggiungere che fu bocciato lo stesso. La commissione di redazione non era tanto favorevole, a parte Cinzia, ai contributi degli insegnanti e poi decise di allegare alla rivista direttamente l'opuscolo, anche per essere più corretti nei confronti dei compagni del nord e così via. Poi c'era il problema degli integratori alimentari, come la creatina, gli aminoacidi, la carnitina e i proenergetici e via dicendo, che si trovano facilmente nei prodotti dietetici e ricostituenti e si assumono per diminuire la fatica e il tempo di recupero, per avere più energia e per aumentare le masse muscolari.Qui c'è una vera cospirazione perché si accredita il concetto che l'uomo non è perfetto e quindi, anche quando mangia va aiutato e via dicendo. A parte che procurano danni renali e danni muscolari, sono la porta secondaria per la conversione al doping.
Nelle bevande sane e naturali che mi aveva fatto bere Junior la sera che avevamo fatto amicizia c'erano stimolanti e integratori e mi misi in testa che il Mister era stato quello che gliele aveva fatte conoscere.Come dalle droghe leggere si passa alle pesanti, dall'abuso di energetici ed integratori alimentari, la via verso il doping è in discesa.
Io, a ben vedere, mi corrompevo con le sostanze a restrizione d'uso, ma non facevo mai sport, cioè non gareggiavo e mi scioglievo un po' i muscoli solo col nuoto e l'hapkido, che mia madre aveva voluto facessi per imparare un po' di tecniche di difesa personale e tutto il resto.

IX

Il Maresciallo Scinicariello era abbastanza giovane per praticare ancora sport e lo avevo conosciuto proprio per il rugby e poi lo avevo ritrovato in un sacco di occasioni di sport per tutti, quello che a dire la verità mi piace di più, perché consente a tutti di esercitare il fisico nelle condizioni migliori e ti mantiene facilmente nell'equilibrio personale. E poi sono attività che si mischiano meglio con l'attività scolastica di quelle dello sport competitivo, anche se certe volte il fatto che giocano e che non si impegnano molto non li porta a migliorarsi seriamente e a perfezionarsi e una corretta attività sportiva agonistica potrebbe fare miracoli.
Avevo una mezza idea di fargli una intervista...volevo vedere se potevo cavarci roba interessante.
-Caro Antonio noi a scuola facciamo educazione fisica non sport, ma non è che dello sport ce ne freghiamo, questo è quello che vorrebbe la Corbo. Noi invece dovremmo provare a organizzare attività sportive a scuola che permettano la necessaria formazione di base e aiutino una formazione continua per mezzo del movimento.
-E dov'è la differenza?
-Che devono far parte dello sforzo di tutto il resto della scuola, nel progetto complessivo di crescita dello studente. Insomma, come si dice, al centro c'è lo studente, per questo mi secca che al centro ci siano gli interessi degli allenatori, dei cacciatori di teste che cercano nuovi talenti e li vendono un tanto al chilo, delle società, delle istituzioni sportive, dei medici senza scrupoli e delle case farmaceutiche. Certo non si può fare l'impossibile...io non sono più stupido degli altri ma...
-Ma allora non capisco la differenza con quello che pensa la comunista, la Corbo.
Non avevamo mai parlato di politica ma mi pareva che Scinicariello fosse un po' dalla mia parte, un alleato, come avrebbe detto Battilocchi.
-Dunque... una cosa logica, ogni cosa a suo tempo, non c'è una certa corrispondenza, l'attività sportiva è in genere educativa ma il fatto è che non ogni attività sportiva è educativa.
-Com'è uno sport educativo?
-Non bisogna vedere tutto nero con lo sport. Lo sport può essere agonistico ma non è che la prestazione sportiva diventa Dio, non è che è schiavo del profitto esasperato e del commercio.E' educativo perché ognuno impara a conoscersi a padroneggiare la sua motricità, a rapportarsi con gli altri e con l'ambiente, a programmare i suoi sforzi, a darsi degli obiettivi a riuscire a raggiungerli, ecco cos'è.
-E' quello che pensano tutti gli sportivi che non sono diventati macchinette per far soli, a me mi hanno insegnato che tutti siamo uguali, che ci vuole lealtà nel rispetto delle regole del gioco, rispetto dell'avversario... solo a queste condizioni la vittoria è legittima e la sconfitta accettabile!
-Eh!La competizione per la vittoria, la gara leale, il rispetto dell'uomo, della salute e della vita, una volta si poteva dire sul serio che era una scuola di vita!

Continua (parte 3 di 3)->

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