Braath ricevette quello strano impulso neurale verso le 23.34, cioè quasi alla fine del suo turno giornaliero di sorveglianza.
Si trattava di un'immagine visiva, di tipo subliminale. Era pressoché certo che nessun altro poteva percepirla. Evidentemente diretta solo a lui. Vedeva con chiarezza animali, donne, un cielo azzurro, piante, fiori, profumi... in pochissimi secondi una serie di sensazioni da capogiro.
«Mi stai cercando?» - chiese lui lanciando un messaggio telepatico verso la fonte della visione.
«Sì. Cercavo proprio te, la tua mente. Tu sei puro.» - rispose la voce telepatica.
«Chi sei?»
«Mi chiamo Neera» - rispose la voce dolce e vellutata, che risuonava dentro la sua testa.
«Sei forse una mutante di Theratos?»
«No. Sono una terrestre. Una donna libera. E voglio convincerti che quello che fai è un inutile spreco della tua vita.»
Braath rimase per un attimo incerto e perplesso. Non era convinto da quella conversazione. Lanciò un altro messaggio mentale alla donna.
«Vuoi dire che dovrei scappare da qua? Lasciare questo mio compito, vitale per la sicurezza della Terra?»
«So bene che voi volontari avete un compito importante. Il controllo della zona esterna è vitale per la Federazione. Ma non temere, ti rimpiazzeranno in pochi minuti. Sai quanti sono pronti a prendere il posto di uno di voi sentinelle?»
Braath sorrise soddisfatto di sé. Sapeva benissimo che la rete neurale formata da lui e dagli altri della squadra di sentinelle del quadrante ovest era importantissima per la sicurezza terrestre. Soprattutto dopo la Grande Catastrofe del 2189.
«E perché dovrei seguire il tuo invito, donna?»
«Per esplorare le tue potenzialità. Tu ne hai molte, Braath. E lasciarti andare ad un po' di piacere.» - concluse seducente e maliziosa la voce della donna.
L'uomo rimase a fissare il monitor di controllo, lampeggiante di diagrammi e impulsi. Ogni tanto lanciava uno sguardo preoccupato verso i suoi colleghi, ma nessuno pareva essersi accorto della sua conversazione mentale con Neera.
«Come sai il mio nome? - chiese lui facendosi ora più sospettoso.
«Non è un problema per me. Io so tutto di voi sentinelle.»
«Non è facile entrare in contatto con noi... tu devi avere dei poteri particolari. Forse dovrei denunciarti, se riescono a catturarti mi danno un premio.»
«Non contarci troppo. Io invece posso darti un premio che desideri da tempo...»
«Sei bella?» - la interruppe Braath.
La voce non rispose per qualche istante. Poi un risolino si diffuse attraverso i ricettori neurali dell'uomo.
«Sì. Per quanto posso dire, senza modestia, sono assai bella.»
«Io non vedo una donna da quattro anni...»
«Lo so. E anche per questo la tua vita mi sembra uno spreco.»
Quella donna sapeva essere davvero convincente. Era fortemente stimolato e gli sembrava un delitto non provare a raggiungerla. Doveva però ammettere che non avrebbe saputo come fare a scappare. Pur avendo vissuto nella stazione di controllo per molti anni, conosceva solo le zone assegnate alle sentinelle. Soprattutto il cubicolo dove sedeva dodici ore al giorno, collegato al computer centrale e alle altre sentinelle, direttamente col proprio cervello.
«Nessuno è mai uscito da Towercity2» - disse laconico e scettico.
«C'è un sistema per fuggire. Se deciderai di venire da me, ti indicherò la via.» - rispose Neera con sicurezza.
Dopo questa frase la voce sparì. Inutilmente Braath cercò di ristabilire il contatto telepatico. Neera era sparita! Rimase seduto per qualche istante, deluso, non accorgendosi che era arrivato Druuth, la sentinella che doveva dargli il cambio.
- Braath, che ti succede? Sono le 24.02 devi lasciare la postazione. È il mio turno.
- Oh, scusa... oggi sono un po' stanco. - disse leggermente imbarazzato, alzandosi dalla postazione.
Si diresse verso la sua cella, seguendo il rigido percorso segnato dalla striscia rossa e si coricò quasi subito. Era stanco e anche provato emotivamente. In quel momento la voce di Neera si riaffacciò nella sua mente. Si tirò su eccitato e visibilmente contento. Un sorriso si dipinse sul suo volto.
«Mi stavi aspettando?» - chiese lei.
«Sì, non sapevo dove fossi sparita...»
«Non temere, anche quando non sono in contatto mentale con te, ti penso sempre.» - disse la donna.
«Come farò a fuggire?»
«Quando sarai pronto ad agire, ti spiegherò il piano nei dettagli. Per ora, ti consiglio di dare uno sguardo allo schema delle celle di ibernazione...» - così dicendo la voce sparì come la prima volta.
Braath tornò a coricarsi, ma non riusciva a prendere sonno. Aveva sempre in mente la voce bellissima e seducente di Neera. Decise di prendere una pastiglia di Derox. Non poteva permettersi il lusso di non dormire.

***

Quella mattina si era svegliato carico di energia e di dubbi. Prima di uscire dalla sua cella di riposo aveva deciso di dare uno sguardo allo schema delle celle di ibernazione. Era ben facile individuarlo sulla mappa olografica del suo personal communicator. Si ripromise di studiarlo in modo più approfondito quella sera stessa. Per adesso era meglio non restare collegato troppo a lungo per non insospettire qualche sorvegliante o i sensori di attività nella rete.
La giornata passò alquanto noiosa, come tante altre in quei lunghi anni. Lui come gli altri erano stati salvati dalla condanna a morte cerebrale perché avevano accettato di diventare sentinelle negli avamposti più sperduti, ai confini della Federazione terrestre. Un lavoro di routine che nessun umano di classe A avrebbe voluto fare, neanche pagato.
Non si potevano usare agenti intelligenti perché soggetti a infiltrazioni software, così restavano solo i condannati alla morte cerebrale. Gente che non aveva più nulla da perdere e accettava in cambio di una vaga promessa di libertà futura. Di certo però nessuno aveva mai sentito di una sentinella che era diventato un uomo libero. Mai.
Ritornò per un attimo alla conversazione avuta con Neera. Era forse il caso di confidarsi con Treeth, il suo migliore amico li dentro? Non sapeva se fidarsi. Tutto sommato quello era il tipo capace di spifferare tutto al controllore capo pur di avere una giornata di permesso, alla faccia degli amici. No, decise che avrebbe agito da solo, senza confidarsi con nessuno. Era una decisione che solo lui doveva prendere.
- Tutto calmo sul tuo quadrante? - irruppe violenta la voce del controllore capo, interrompendo bruscamente i suoi pensieri e facendolo sobbalzare.
- Tutto a posto, signore. Settori alfa, zero, theta segnali negativi. Segnali deboli in avvicinamento a 40 ore, dal settore sud. Ma sono molto probabilmente i cargo della spedizione X-miner.
- Tienili d'occhio, comunque. Controlla specialmente la zona delle nubi di Oort. Abbiamo alcune informazioni di intelligence su possibili infiltrazioni dai pianeti scuri.
- Sissignore. - rispose Braath e chiuse il collegamento con la sala comando.
Nel resto della giornata ebbe un solo fugace contatto con Neera. Si fece viva verso la fine del suo turno, come la prima volta.
«Ciao Braath. Stai pensando a me?» - chiese la voce, così dolce e irresistibile.
«Si... non riesco a fare a meno di pensare a te.»
«Sono contenta. Non vedo l'ora di incontrarti. Se sei pronto ti darò alcune indicazioni per il piano di fuga.»
«Sono pronto.» - rispose Braath senza esitazioni.
La voce subliminale trasmise a Braath il piano dettagliato che prevedeva la fuga attraverso la sala delle celle di ibernazione e poi dalla zona esterna, lungo un percorso di poche decine di metri, dove lo aspettava Neera su una navetta, pronta a decollare e a raggiungere un piccolo asteroide della fascia di Blunth. Sarebbero così rimasti nascosti ai segnalatori e alle ricerche per un paio di giorni. Poi da lì sarebbero scappati in un posticino che conosceva lei, dove avrebbero avuto modo di conoscersi intimamente.

***

A fine turno, Braath rientrò nella cella e accese il communicator mettendolo in azione con la funzione criptata. Recuperò la mappa della zona delle celle frigorifere che aveva già individuato la sera prima, e trasferì tutti i dati tramite connessione diretta, nel suo cervello. Gli sarebbe servita quando avrebbe deciso che era giunto il momento.
Quella notte dormì un sonno agitato e sognò Neera. La vide bellissima, capelli neri e lunghi, lisci, il corpo sinuoso e ben modellato, le sue sinapsi erano eccitate al massimo livello.
Al risveglio, dopo aver ancora una volta studiato il piano che Neera gli aveva suggerito, prese la decisione. Sarebbe scappato da Towercity2 quel giorno stesso. Voleva raggiungerla e vivere con lei in quel mondo esterno così ricco di promesse di felicità. Aveva speso troppi anni all'interno di quella nera torre di guardia. Ora voleva un po' di piacere. Era convinto che gli spettasse, dopotutto.
Si diresse al centro di assegnazione. Seguì tutte le normali procedure e si ripromise di comportarsi come ogni giorno. Non doveva destare il minimo sospetto, doveva essere tutto uguale, senza note stonate, senza comportamenti strani. Doveva mostrarsi calmo e freddo.
La giornata trascorse normalmente con il turno dalle 12 alle 24, collegato al computer e sempre attento al monitor di sorveglianza.
Ci fu soltanto un allarme di secondo grado, verso metà pomeriggio, per una nave spaziale non identificata di classe 3. Era una semplice nave postale. Avevano avuto il segnalatore di frequenza fuori uso a causa di una collisione con un micro-asteroide.
Arrivò finalmente sera e l'eccitazione di Braath saliva di minuto in minuto, al pensiero di ciò che lo aspettava.
Quando smontò dal suo turno, si diresse come sempre alla sua cella. Ma ne uscì furtivamente dopo circa un'ora. Il corridoio era illuminato soltanto dalle fioche luci rosse di emergenza. Scivolò veloce lungo il tratto che lo separava dalla camera di ibernazione e vi entrò. Nella stanza, fra i vari macchinari e le celle frigorifere, vi era un passaggio riservato ai tecnici. Un passaggio che ora lui conosceva grazie alla mappa che gli aveva comunicato Neera, e che non era segnato ufficialmente. Il passaggio consentiva di uscire nella zona blu intermedia e da lì, attraverso un ponte di energia quantica, sarebbe entrato nella zona verde. La zona vietata alle sentinelle e accessibile solo ai controllori, ai tecnici e ai commessi robotici postali.
Braath seguì il percorso che aveva studiato e si ritrovò come previsto nella zona verde. Senza alcun problema. Sembrava che la sorveglianza non fosse così stretta come pensava o immaginava. In quel mentre una sirena risuonò violenta:
WHOA! WHOA!
Capì che era per lui. Avevano scoperto la sua fuga! Forse non sapevano ancora che era già arrivato fino alla zona verde... cercò di calmarsi pensando rapidamente al da farsi.
Decise di dirigersi a passo svelto, senza correre, verso l'uscita riservata agli addetti alle operazioni di carico-scarico dalle astronavi di servizio. Incurante degli avvertimenti scritti e lampeggianti:
'NON POTETE USCIRE SENZA ADEGUATA COPERTURA. INDOSSATE LE TUTE ANTIRADIAZIONI E ATTIVATE IL SEGNALATORE DI POSIZIONE'
Non aveva nessuna intenzione di seguire le indicazioni, perché l'avrebbero trovato subito. D'altronde sapeva che Neera era là fuori, ed era ormai sicuro che quanto gli avevano fatto credere, che non c'era nulla all'esterno, solo radiazioni mortali e gas venefici, fosse falso.
«Stai venendo da me?» - disse la voce di Neera, apparendo nella sua mente.
«Sì, devo soltanto sbloccare il codice del portello esterno.» - rispose lui mentre cercava di decriptare il codice di accesso grazie al suo braccio bionico. Inserì il connettore nel pannello, digitò dei codici di scansione e in pochi minuti riuscì a far scattare l'apertura. Alle sue spalle si udivano i passi di corsa degli uomini del servizio di sicurezza.
Uscì rapidamente, richiuse la porta alle sue spalle e si guardò intorno. Il cielo era nero, coperto di nubi dense e una pioggerella acida e scura macchiava la sua termotuta da riposo.
Il paesaggio era brullo e devastato. Capì subito che Neera gli aveva mentito. L'aveva ingannato! Non vide nessuna navicella parcheggiata a pochi metri dall'uscita. Non c'era nulla. Niente vita, solo desolazione, sulla superficie di quel pianetoide a milioni di anni luce dalla Terra...
- Perché?... - riuscì a dire prima di crollare al suolo, preda di un tremendo bruciore agli occhi, alla faccia, il corpo in preda a quello che sembrava uno shock da sostanza tossica. In pochi secondi il suo corpo smise di contorcersi. Braath era morto.

***

L'ispettore superiore Gutherson stava mostrando su un monitor a tutte le sentinelle del gruppo alfa25 di Towercity2, la fase finale della morte atroce di Braath.
- Questa è stata soltanto una simulazione mentale. Niente di tutto ciò che avete visto è avvenuto in realtà. Si è trattato di una stimolazione sinaptica creata nella mente della sentinella Braath. Ma la sua morte è reale. In questo momento egli giace nella sua cella. E' morto perché non ha saputo rispettare il regolamento. Siete stati addestrati a non cedere alle tentazioni subliminali. Siete stati addestrati a non farvi condizionare da agenti alieni, che sono molto abili e cercano di convincere le sentinelle ad agire contro l'interesse della Federazione terrestre. Voi siete il più importante anello della difesa dei nostri confini spaziali. Caduti voi in mano nemiche, per la Terra resterebbero poche speranze di sopravvivere ad un attacco a sorpresa.
Comunque, ora sapete come verrete puniti se farete lo stesso errore di Braath: una morte atroce.- concluse l'ispettore con uno sguardo duro che non lasciava spazio a sentimentalismi.
Le sentinelle annuirono dai loro cubicoli di controllo. Poi ripresero il proprio lavoro, gli occhi puntati sui monitor.
- Domani entrerà in servizio una nuova sentinella. Buon lavoro a tutti. - disse Gutherson lasciando la sala controllo.
In quel momento il corpo della sentinella alfa24, matricola 1245298HR, nome proprio Braath, veniva recuperato dalla sua cella. Era per terra in posizione contorta, con le mani strette attorno al collo e un'espressione stravolta del volto, come colto da spasmi di dolore insopportabili.
La diagnosi fu rapida e semplice: morte per stimolazione cerebrale di ottavo livello. Insopportabile per una mente umana.
Il corpo sarebbe stato incenerito e Braath dimenticato. Ma l'esempio sarebbe rimasto ben impresso nelle menti delle sentinelle per molti anni.

***

Entrò con passo fermo e solenne nella stanza delle sentinelle, impegnate nel loro noioso ma prezioso controllo dei quadranti spaziotemporali e dei campi di energia. Tutti si accorsero della sua presenza e si girarono a guardare la nuova venuta. Una donna. Era la nuova sentinella alfa24... venuta a prendere il posto di Braath, nemmeno un giorno dopo la sua morte.
Era accompagnata dall'ispettore superiore Gutherson, che introdusse la nuova venuta con solennità:
- Lei è la nuova sentinella. Prenderà il posto di chi sapete, e penso che sarete contenti di questa piccola variazione... - concluse con un tono malizioso nella voce. Poi uscì dalla stanza di controllo con aria soddisfatta. la donna si sedette al suo cubicolo e appena terminate le operazioni di connessione neurale con la rete delle altre sentinelle, si presentò:
- Buongiorno a tutti, il mio nome e è Neera. Spero di lavorare bene con tutti voi.


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