«Non siamo stati nulla noi, vero?»
«Due nuvole che si sono incontrate non mi sembra nulla...»
Era strano avere di queste romanticherie vicino al banco dei surgelati.
Una grossa piovra mi scrutava da dietro il vetro; per un attimo ho avuto timore, poi ho continuato ad inveire.
«Ma almeno guardami cazzo!»
Continuava a non guardarmi, metteva le vivande nel carrello meccanicamente come un automa.
«Mi fai schifo»
Ci fissavano tutti. Le signorine con i pattini ci seguivano da distanza, con discrezione.
Queste ragazze erano dappertutto, se le cose si fossero messe male avrebbero chiamato subito gli agenti competenti
Prima però ci avrebbero stranito con una padellata in testa, peraltro era in offerta tre per due al reparto casalinghi...
Ci fissavano tutti,anche la signora trincerata dietro ai pacchi di caffè.
Il suo era un fortino inespugnabile, ma in caso d'offesa, avrebbe usufruito di un'antica arma utilizzata dagli schiavi d'america nelle piantagioni di caffè.
Un rudimentale schioppo, caricato a chicchi di caffè tostato.
Sotto quel putiferio avremmo dovuto sicuramente battere la ritirata.
Da lontano ci rivolgeva lo sguardo anche la mascotte del supermercato Peppo il drago.
Il draghetto non era di gommapiuma, era un drago vero.
Esperimento di laboratorio del direttore del supermercato che la domenica si dilettava in genetica.
Nutrito con i taccheggiatori colti in flagrante...
«Mi fai schifooooooooooooooo»
A quest'ennesimo affronto il drago non poteva rimanere indifferente.
Non si poteva disturbare la quiete dei suoi consumatori.Era deciso a farcela pagare.
Con ampie falcate e sbuffi di fuoco, si stava dirigendo verso di noi.
Seguito dalle signorine con i pattini e dal servizio d'ordine con famelici cani poliziotto venuti dalla Baviera.
La signora del café rimaneva eroicamente alla difesa del suo fortino.
«Scappaaaaaaaaaaaaaa».
Ci torcevamo tra gli scaffali. Dopo aver passato in rassegna tutti i vini delle varie regionalità, eravamo perdutamente ubriachi.
Al ventiquattresimo bicchiere di Brunello di Montalcino erano arrivate anche le allucinazioni.
Credevo di essere San Giorgio e per difendere la mia bella, infastidita dal drago e dalle altre maestranze avrei dato anche la vita stessa.
Mi sono lanciato al cospetto del drago, gli ho inferto delle «salalamate» con il salame di Felina; rinomata località montana, conosciuta anche per la produzione di salami. (Dalla durezza granitica.) Questo è caduto stramazzato a terra «a pelle di leone», senza neanche controbattere...
Avevo vinto, Stefania sventolava il grande scontrino bianco della vittoria, e della sua profonda riconoscenza.
Nella baraonda generale siamo fuggiti al reparto picnic, dove abbiamo pasteggiato amorevolmente con riso liofilizzato e sofficini.
Abbiamo camminato lungamente sull'erba sintetica, come una coppia felice, innamorata della banalità del quotidiano.
Stefania aveva colto una margherita di Pvc. Era bellissima.
Abbiamo fatto all'amore al reparto spazio dove era ricostruito l'abitacolo di un astronave...
Beh sarà banale ma io ho visto le stelle e tutti i pianeti, in questo supermercato che non finiva più.


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