Da una nuvola bianca, soffice, di quelle che si vedono solo nei caldi pomeriggi di una primavera avanzata, da lì era partita; doveva essere di Domenica, perché scendendo, aveva udito il suono delle campane, quelle che, appunto, nei giorni di festa annunciano l'inizio della Messa, e che quando il cielo intristisce vengono fatte suonare per scongiurare la grandine, per evitare che le lacrime del cielo si trasformino in polvere di ghiaccio, rovinando i raccolti nei campi. Si, doveva proprio essere Domenica, lo testimoniavano i fiocchi rosa in testa alle bambine e l'insolita concentrazione di mendicanti sulle scale del Duomo; in fondo era Domenica anche per loro.
Non l'aveva deciso lei di partire, almeno non nel senso che possiamo immaginare, non aveva mai pensato: « ora parto, saluto tutti e vado»; a dire il vero, prima di partire non aveva nemmeno capito cosa fosse, probabilmente non sapeva neanche di essere, nessuno in fondo sa di essere prima di esserlo, lo sanno gli altri; una madre sa del figlio che ha in grembo, ma lui ...lui no, come potrebbe una cellula sapere che domani diventerà alto e biondo oppure piccolo e grasso, con gli occhi azzurri o neri, uomo o donna con carenza di ferro, non lo sa e basta.
E così nemmeno lei lo sapeva; ...magari pensava di essere, che so io, un'aquila o una colomba, o magari si sentiva importante, così in alto senza ostacoli, obblighi, orari della filo da rispettare, capelli da tagliare.
Forse addirittura quel pensiero l'ha sfiorata, di essere lui, Dio..., ma poi, quella domenica, ha cominciato ad essere... come in una mitosi si è sciolta, scissa, separata da ciò che fino ad allora l'aveva legata, la pressione, un legame chimico, Dio stesso, e prendendo via via forma aveva iniziato a precipitare e dopo di lei, altre milioni, miliardi come lei, a formare un mare nel cielo, un oceano che non si può navigare senza ali e che non trova riposo, prima in cielo, poi in terra e quindi di nuovo in cielo, traghettato in alto dalle nuvole; e lei..., lei ne faceva parte, ma non come prima, là nella nuvola, ora era lei, anche se ne faceva parte, ed era bello sentirsi quasi vivi, esistere, anche se solo per il breve tempo impiegato nel tragitto dal cielo al nastro rosa per capelli di una bambina, che chiamando la mamma, con un sorriso un po' preoccupato, esclamava: « Mamma guarda, una goccia».


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