Ero davanti a lui, con gli occhi spalancati e rossi lo guardavo, perché non mi sarei mai aspettata da lui un gesto simile. Fu un gelido giorno di novembre a separarci definitivamente. Pensando e riflettendo sul perché si debba soffrire per gli altri, decisi di chiudermi in soffitta. Mi madre faceva così prima di morire, e pensare che avevo solo sedici anni, troppo piccola per perdere la mamma nell'età in cui ne avevo più bisogno. Andai avanti lottando con le mie forze, da sola, mio padre mi rinchiuse in una sudici topaia, un collegio molto lontano da casa nostra, quando la mamma morì, mio padre diventò apatico, nessun interesse, nessuna voglia di vivere, soltanto sprofondare in un tunnel buio e troppo stretto per poter sognare.
Mi trovavo in soffitta, quel buon profumo di quando la mamma era in vita racchiudeva quelle quattro mura, vagavo con lo sguardo a destra e a sinistra persa tra i miei ricordi, improvvisamente notai dietro l'armadio vecchio e rotto, un grande baule, era in legno, molto antico e profumava di vaniglia, il profumo preferito di mamma, precedentemente non avevo mai visto quel baule, il che era strano perché trascorrevo in quella soffitta la maggior parte del mio tempo.
Ad ogni modo, con un attrezzo lì vicino, riuscii ad aprire il baule, dentro il quale trovai tantissime cose di mia madre, le lacrime erano apparse immensamente nei miei occhi, pieni di ricordi tristi e sofferenti.
C'era un vestito rosso, era bellissimo, ricordo quando mia madre lo indossò per andare ad una festa molto importante, una settimana dopo avrei compiuto sedici anni, c'erano anche delle foto che ritraevano mia madre durante la sua vita da sedicenne, ed ho notato che mi somigliava moltissimo.
Spostando le foto, trovai un diario, era molto vecchio, la copertina distrutta e le pagine ingiallite davano a quell'oggetto un'aria "vissuta".
Iniziai a sfogliare:

12/GENNAIO/1981
Ciao caro diario,
oggi ho incontrato Luisa, la mia amica del cuore, mi ha raccontato che si è fidanzata con Gabriele, un nostro compagno di scuola, sono davvero felicissima per lei, benché io desideri tanto trovare un ragazzo.
All'uscita da scuola ho rivisto Michele (il ragazzo che mi piace ma che non sa neppure che esisto)
Caro diario, soffro tanto, da quando mi sono trasferita, la mia vita è una continua sofferenza, vado bene a scuola ma nonostante ciò non ho amici a parte Luisa; sono ormai tre anni che vivo a Milano ma non mi sono ancora abituata e credo che non lo farò mai, è troppa e persistente la voglia di tornare a Palermo.
L'altro ieri Luisa mi ha detto che ama da impazzire Gabriele, ed io penso che stiano bene
insieme, sai la loro è una coppia davvero passionale, quando li osservo insieme il mio cuore inizia a sorridere.
Mi madre continua, non fa altro che bere, io non le dico mai nulla perché so che mi picchierebbe però lo vedo che sta male, beve dalla mattina alla sera, papà invece è alla ricerca di un nuovo lavoro, una settimana fa il suo capo lo ha licenziato purché papà gli mancava di rispetto.
Adesso capisci perché dico che la mia vita è una continua sofferenza? Sono consapevole che al mondo ci siano tante persone più sofferenti di me, però io non so più come andare avanti.
Molte volte per la disperazione penso persino al suicidio ma poi non lo faccio, non so il motivo, forse a causa della paura di lasciare mia madre in queste condizioni.
Adesso devo andare, la mamma mi chiama
ciao
Tua Eleonora.

Incredibile! Non sapevo nulla su mia nonna, sul fatto che fosse alcolizzata, perché la mamma non voleva mai parlare della sua famiglia, così avevo capito perché lei diceva sempre: «non andrò mai a trovare i miei genitori, mi hanno rovinato la vita!».
Sentii un brivido gelido lungo la schiena, ebbi la sensazione che mia mamma si trovasse in soffitta lì con me, naturalmente era solo una sensazione.
Eppure io penso che trovai quel diario perché la mamma volle farmelo trovare, è difficile da spiegare ma è così.
Continuando a sfogliare le pagine fragili e umide, trovai una foto, era mia mamma all'età di sedici anni, i capelli lunghi e scuri, lessi nei suoi occhi dolore e rabbia, probabilmente a causa delle sue insicurezze, del fatto che incolpasse i suoi genitori per la sua sofferenza inquieta.

19/GENNAIO/1981
Ciao caro diario,
oggi è successa una cosa spettacolare!Luisa, l'ha fatto! Sì! Mi ha raccontato che ha fatto l'amore con Gabriele, mi ha descritto tutto, beh!più o meno. . .
Quando me ne parlava aveva un sorriso enorme stampato in viso, però c'era un problema, non poteva certo dirlo a sua madre ma era sicura di non essere incinta perché aveva preso tutte le precauzioni.
Ad ogni modo, deve essere bello fare una cosa del genere con la persona che ami, la persona con la quale dividerai la tua vita, dividerai ogni cosa.
La mamma sta molto male, ha bevuto troppo e ieri papà l'ha portata in ospedale, adesso si trova lì e deve starci per una settimana all'incirca. Io non posso andarla a trovare perché papà non me lo permette e sinceramente non capisco il motivo, è mia madre ho tutto il diritto di andarla a trovare!
Ora devo andare, ti farò sapere. . .
ciao tua
Eleonora

Ero d'accordo con mia mamma, sul fatto che fosse stupida la decisione del padre, una figlia ha tutto il diritto di far visita a sua mamma.
Luisa invece, secondo il mio parere fu imprudente, per il semplice fatto che la sa età non le dava molta maturità. . . .
Leggendo quelle righe, mi sentii, delusa, amareggiata, a causa di mia nonna, benché non la conoscessi, fui delusa dal fatto che fosse così, alcolizzata. Probabilmente lei si comportava in quel modo perché pensava di «annegare» i suoi problemi nell'alcool, e forse credeva che fosse l'unica soluzione.
In fondo però sono convinta che i problemi si debbano affrontare, è inutile sfuggirgli ed è impossibile farli sparire se non li risolvi con coerenza e con la forza di reagire.

25/GENNAIO/1981
Ciao caro diario,
oggi sono arrabbiatissima! Ho chiesto alla mamma di darmi il permesso per uscire con un ragazzo, e lei me lo ha proibito, dopo di che mi ha anche picchiata, io la odio! Non la sopporto quando fa così!
Ieri Michele mi ha chiesto di uscire insieme a lui, è stato improvviso il suo gesto e inaspettato, io pensavo d'essere trasparente ai suoi occhi, invece credo di avere qualche speranza.
Non m'importa di mia madre, io uscirò con lui! Questa sera, alle otto esco di casa, i miei non mi controllano mai, metterò il vestito azzurro e uscirò quando i miei saranno distratti, intenti a guardare la televisione.
Non sarò da sola all'appuntamento, ci saranno Luisa e Gabriele con me, son contentissima, non vedo l'ora che arrivi il momento. . .
adesso vado,
ciao
Tua Eleonora

Mia mamma era unica, io lo dicevo sempre, nonostante tutto però era scorretto che sua mamma le proibisse di uscire per potersi divertire, in fondo aveva sedici anni, non poteva segregarla in casa!
Improvvisamente le urla di papà rimbombarono tra le mura della soffitta e distogliendomi dai miei pensieri leggermente offuscati, dovetti andare da lui, così il più velocemente possibile, presi il diario di mamma, nascosi il baule, scesi le scale di corsa, chiusi la porta della soffitta e andai da papà.
Appena mi trovai di fronte a lui, mi disse: «ci vuole tutto questo tempo per arrivare?»
«Scusa papà ma ero in bagno. . .» dissi io senza mancar di rispetto, dopo di che lui rispose: «ti ho chiamata perché dobbiamo cenare ed è già tardi, stasera non hai intenzione di cucinare?»
«Ma si papà, certo, vuoi l'arrosto?»
«Certo!e fai in fretta ho fame!»
Le nostre conversazioni erano sempre così, mentre mi trovavo in cucina sfilai da sotto la maglia il diario di mamma e lo nascosi sotto il frigorifero, dopo di che iniziai a preparare la cena.
Ricordo che mio padre si trovava nel salotto, sdraiato sul divano a guardare la partita, non guardava mai il telegiornale, per lui era inutile ascoltare le brutte cose che succedevano alle altre persone.
Era domenica e non mi trovavo in collegio perché tutte le domeniche stavo con papà, anche se io non avrei voluto andarci. D'altronde comandava lui ed io non contavo nulla, ero come una cameriera. Arrivata la sera dovetti tornare in collegio, e dato che papà non aveva voglia di accompagnarmi, dovevo prendere sempre l'autobus, così in fretta e furia afferrai lo zaino, andai in cucina, presi il diario di mamma da sotto il frigorifero e andai via, prima di uscire di casa però salutai papà ma lui si limitò a gettarmi un malefico sguardo. Uscita di casa mi sentivo libera, andai alla fermata dell'autobus, per la strada non c'era nessuno, ebbi un po' paura ma non era prima volta che percorrevo quella strada.
Spesso sentivo parlare alcune signore che in quella zona si aggiravano dei pedofili assassini di bambini innocenti. Erano le undici e mezza di sera quando arrivò 'autobus, salii "a bordo" e dopo essermi seduta aspettai di raggiungere la destinazione.
Quando arrivai al collegio era tutto chiuso, suonai il campanello più di una volta ma nessuno venne ad aprirmi, avevo freddo, tremavo e avevo tanta paura, poi un'idea. Quando ancora non andavo al collegio avevo un'amica, Maria, purtroppo non la rividi più quando la mamma morì.
Non potevo più vivere in quel modo, Maria era molto ricca e possedeva una villa enorme, splendida, con un giardino stupendo nel quale si aggiravano alcuni cani da compagnia.
Fu in quel momento che decisi di andare da lei, quando arrivai alla sua villa, presi tre sassolini e li lanciai sulla sua finestra, perché facevo così quando prima andavo a trovarla e volevo parlarle. La finestra si aprì e lei vedendomi fece un sorriso enorme, fu molto contenta, lo vidi dal suo sguardo, aprì la porta del pianterreno e mi fece accomodare, subito ci abbracciammo, io stavo per piangere, parlammo di tantissime cose, le raccontai quello che mie era capitato, e lei mi consolò dicendo: «ti farò adottare dalla mia famiglia. . . » io iniziai a ridere perché era praticamente impossibile che la sua famiglia adottasse una come me, Maria però lo disse di nuovo con serietà e fui sorpresa ma anche felice benché nel cuore portassi l'idea di una probabile illusione.
Le feci vedere il diario di mia madre e lo leggemmo insieme:

25/GENNAIO/1981 ORE 00:37
Ciao caro diario,
sono appena tornata dall'appuntamento, mi sono divertita parecchio, non pensavo che Michele fosse così dolce mi ha sussurrato all'orecchio tante frasi carine e gentili.
Luisa e Gabriele invece non hanno fatto altro che baciarsi erano dolcissimi insieme, Michele ed io ci abbracciavamo teneramente e parlavamo un po' di tante cose.
Lo guardavo fisso negli occhi, azzurri come il mare, le sue labbra rosse come fragole provocavano in me un'immensa voglia di baciarlo ma non lo feci, era passato poco tempo per poterlo baciare, io non ho mai baciato nessuno di conseguenza per me un bacio è molto importante.
Mi sembrò davvero interessato a me, però non ne sono sicuro; sono innamorata di lui da già tre anni quindi devo solo capire se lui è innamorato di me, ma forse sto correndo troppo
Quando ci siamo dovuti lasciare mi ha baciata sulla guancia destra, ho provato una forte emozione benché il gesto non fosse grandissimo, insomma mi ha baciata sulla guancia, non sulle labbra, lo so forse è stupido. . .
Spero che la prossima volta che lo incontrerò succeda ciò che desidero. . .
ora devo andare ciao tua Eleonora
.

Maria mi guardò e disse: «certo che è davvero interessante la storia di tua mamma» io la guardai e sorrisi.
Il giorno dopo la mia amica mi portò dai suoi genitori, io conoscevo Maria da nove anni e i suoi genitori a loro volta conoscevano me quindi sapevano che ero una ragazzina educata e affidabile.
Rimasi a dormire da loro per una settimana dopo di che i genitori di Maria chiesero di volermi adottare, non per pietà, ma perché erano grandi amici di mia mamma e pensavano che quest'ultima avrebbe voluto che le cose fosse andate così, tutto andò per il meglio.
Ero felice ed ero anche ricca, il giudice aveva detto che avrei dovuto incontrare mio padre due volte alla settimana ma io mi opposi, dissi di non voler avere nulla a che fare con quell'uomo disonesto e rude.
Accettai con un grandissimo sorriso i miei nuovi genitori;ogni sera prendevo il diario di mia mamma e leggevo una di quelle pagine vecchie d ingiallita, una di quelle sere trovai qualcosa d'inaspettato e disgustoso sul diario di mamma che mi fece rabbrividire:

26/MAGGIO/1981
Caro diario,
l'ha fatto di nuovo, speravo non lo facesse più, me lo aveva promesso invece si è di nuovo "impossessato" della mia innocenza da ragazzina, del mio corpo.
Lo odio con tutta me stessa, questa storia deve finire, va avanti così, già da un mese e preferirei morire piuttosto che farmi fare quelle cose da lui.
E' un bastardo!
Come può trattarmi in quel modo? E' ingiusto, mia madre non si accorge di nulla perché prende delle pillole per il suo problema psicologico, oppure è solo perché non vuole ammettere la realtà.
Ed io devo stare qui a soffrire ancora una volta, sotto le mani di quell'uomo, quando lo
fa, chiude le tende mi dice di sedermi sul divano e di spogliarmi, poi se non voglio farlo mi ricatta, ucciderà mia madre se decido di non fare ciò che lui vuole.
Oggi è successo di nuovo, mi ha detto di spogliarmi e a sua volta lui si è spogliato.
Ho appena finito di farmi la sesta doccia, mi sono lavata così tante volte sperando di poter mandar via il suo "sapore" dal mio tenero e non rispettato corpicino da sedicenne.
Mi sono "salvata" perché la nostra vicina ha suonato il campanello, grazie al cielo esiste quella donna!
Il mostro mi ha detto che se provo a raccontare qualche cosa, uccide la mamma e anche se provo a scappare.
Lo odio! E lo odierò per sempre, non perdonerò mai il suo comportamento meschino e scorretto!
Adesso vado ciao, voglio sdraiarmi sul letto e illudermi di poter sognare ancora l'innocenza di un corpo non protetto.
tua Eleonora

Non sapevo di chi stesse parlando ma chiunque fosse era una persona meschina!
Non sapevo nulla di questa storia, sapevo soltanto che dovevo assolutamente tornare a casa di mio padre, dovevo riprendermi quel baule, ero convinta che la continuazione della storia era oramai archiviata all'interno di quell'oggetto.
Chiesi aiuto a Maria, lei lo disse a suo padre e insieme andammo a bordo di una meravigliosa macchina a prendere il vecchio baule.
Arrivati a destinazione mi precipitai in soffitta mentre il mio padre acquisito e il mio vero padre parlavano di me e della mia adozione, aprii velocemente la porta della soffitta e con l'aiuto di Maria cercai il baule, quando lo trovai io e Maria lo trasportammo nell'ingresso, il mio adorabile patrigno lo prese e lo mise in macchina.
Quando entrai in camera di Maria aprii il baule e cominciai a cercare, non so cosa, ma sicuramente avrei trovato qualcosa d'importante che mi avrebbe portato alla soluzione.
Trova una collana d'oro molto prestigiosa, e accanto c'era una foto che raffigurava una donna con indosso quella stessa collana, girando la foto vidi che c'era scritto qualcosa: ERIKA era scritto con chiarezza, poi pensai a chi potesse essere, non avevo mai visto quel volto né avevo mai sentito parlare di quella donna, a parte mia nonna che si chiamava Erika, la persona che mia madre odiava e amava contemporaneamente.
Continuando a frugare in quel baule trovai alcune lettere, erano di mio nonno provenienti da New York city, erano delle lettere di scuse, mio nonno si era pentito di aver fatto qualcosa ma nella lettera non era specificato che cosa.
Fui stupita di quelle lettere, cosa significavano quelle parole? E soprattutto che cosa aveva fatto?
In fondo al baule trovai anche degli oggetti, un accendino azzurro, un elastico per i capelli e una videocassetta.
Velocemente presi la videocassetta e la guardai, sullo schermo del televisore apparve il viso di mia mamma, era bellissima, aveva i lunghi capelli scuri cadenti leggermente sulle
spalle, con voce sottile quasi impercettibile disse: «Ciao, chiunque veda questo nastro deve sapere che mi sto divertendo tantissimo alla festa di Laura Olsen, si!la mia cuginetta!»
«Dobbiamo trovare questa Laura, forse è al corrente di qualcosa» dissi a Maria con tono molto serio, lei mi guardò e rispose: «certamente!»ero convinta di aver conosciuto Maria, era un'amica meravigliosa.
Qualche ora dopo presi il diario di mamma e continuando a sfogliare le pagine vidi un'altra foto, ritraeva il volto di una ragazza molto bella e molto somigliante alla mamma,
voltando la foto notai che c'era scritto "Laura" subito mi venne in mente, la cugina della mamma, Laura Olsen, poteva essere solamente lei, dopo di che trovai una pagina in cui la mamma parlava di Laura:

11/GIUGNO/1981
Ciao caro diario,
oggi sono andata da Laura, mi ha invitata alla festa del suo compleanno e mi sono divertita parecchio, mi ha raccontato che ha conosciuto un ragazzo, Ivan, vive a Barcellona.
Mi ha anche fatto vedere al sua foto e devo dire che non è niente male. . .
Laura ha compiuto oggi, sedici anni, ha la mia età solo che io sono nata un paio di mesi prima.
E' l'unica persona alla quale ho raccontato del "mostro" che abusa di me, sono sicura che lei non mi tradirebbe mai, neppure sotto tortura, mi fido ciecamente di Laura è mia cugina ma anche la mia migliore amica.
Mi ha consigliato di andare alla polizia, ma io ho tanta paura, il mostro potrebbe uccidere mia madre se io facessi una cosa simile.
In questo momento la mamma si trova in ospedale, e spesso vado a trovarla anche se mi ha proibito di fare ciò che io avrei voluto fare è sempre mia mamma.
Devo saper accettare i suoi pregi ma devo soprattutto iniziare ad amare i suoi difetti.
Ieri sono andata d lei e ho visto che in quel posto schifoso soffre moltissimo, papà sta con lei, le tiene la mano e non la lascia da sola, fortunatamente. . .
adesso vado ciao
tua Eleonora

Da quanto avevo scoperto, Laura era al corrente di tutto quello che era accaduto alla mamma in passato, dovevo trovarla ma non sapevo come fare così chiesi aiuto al mio patrigno. Egli disse che si sarebbe informato perché alcuni suoi amici detective sono bravi a trovare le persone.
Il giorno dopo il mio padre acquisito ricevette dei documenti su Laura Olsen, quando li ebbi tra le mani lessi che Laura si trovava in un manicomio. In compagni di Maria e di suo padre andai a trovarla quando giunsi al manicomio, un infermiere ci condusse da Laura dicendo: «fate attenzione è un po' pericolosa. . . ».
Appena la vidi, notai che era cambiata tantissimo rispetto alla foto che avevo visto, mi avvicinai a lei pian piano, ricordo che aveva dei capelli biondi, erano legati con un ferma capelli identico a quello che avevo trovato all'interno del baule, era seduta su una poltrona vicino alla finestra, aveva gli occhi scuri e profondi da far venire i brividi lungo la schiena. Iniziai a parlare e per prima cosa dissi: «ciao, sei tu Laura giusto?» lei mi guardò e con gli occhi spalancati verso di me rispose: «sono la sua anima. . . » d'altronde non era san di mente ma nonostante questo dovevo capire cosa era successo a mia madre, dopo di che aggiunsi: «ti ricordi di Eleonora?»e lei con un sorriso disse: «cugina bella!» in quel momento capii che la sue memoria non era del tutto perduta così dissi lentamente: «Cosa le successe a sedici anni?»
«Papà cattivo papà cattivo papà cattivo!» urlò lei con estrema agitazione, ed io cercando di calmarla dissi: «Perché dici questo?»
«Tu chi sei?» disse con aria arrabbiata, così risposi: «mi chiamo Luna e sono la figlia di Eleonora»
Improvvisamente Laura iniziò ad urlare: «Sei il diavolo! vattene! vattene da qui!»
Ebbi paura, mi sentii delusa e soprattutto confusa, non capivo il motivo di quell'atteggiamento, l'infermiere cercò di tranquillizzarmi dicendo: «Non faci caso, dopo tutto è malata. . . »
Io non riuscivo a comprendere, Maria guardandomi disse: «è difficile capire i pazzi, non pensarci più» cercai di fare come disse lei ma il mio pensiero era rivolto a quella frase ogni secondo della giornata.
Presi il baule cercando di scoprire qualche altra cosa, era quasi vuoto e l'unica cosa che riuscii a trovare fu un numero di telefono, velocemente digitai il numero sul cellulare erano le quattro del pomeriggio, improvvisamente una voce rispose: «Salve! Centro di ginecologia Lambert, con chi parlo?»
«Salve, mi chiamo Luna» dissi imbarazzata, e la donna disse: «Vuole fissare un appuntamento con la ginecologa Lambert?» dopo riagganciai, non sapevo cosa dire, nella testa tanti interrogativi comparirono rendendomi ancora più confusa, perché la mamma aveva quel numero di cellulare? Era successa una cosa grave? Dopo di che presi il diario di mamma e. . .

18/GIUGNO/1981
Ciao caro diario,
oggi sto davvero male. Ho la nausea e un gran mal di testa ma papà dice che è inutile andare all'ospedale. Lui pretende che io stia in casa e non vuole che le mie amiche vengano a trovarmi;alle nove del mattino si alza per andare a lavorare o almeno così mi dice ed io resto a casa da sola, non ce la faccio più!Luisa ha detto che se io avessi bisogno di un tetto sopra la testa lei sarebbe disponibile per aiutarmi, prima o poi scapperò da questa casa, non ne posso più!
ora vado ciao tua
Eleonora

Era l'unica soluzione per la mamma, fuggire, andare via da tutto e tutti, non avrei mai pensato che il nonno fosse così indifferente nei confronti di sua figlia.
Ad ogni modo, ero sicura che continuando a leggere il diario, la mamma stessa mi avrebbe aiutato in un modo o nell'altro:

20/GIUGNO/1981
Ieri notte sono scappata da casa,
in questo momento mi trovo a casa di Luisa, precisamente nella sia camera da letto.
Mentre mio padre dormiva, mi sono incamminata lentamente e silenziosamente alla porta e sono uscita da casa.
Mi sento libera, prima o poi verrà a cercarmi , ho raccontato a i genitori di Luisa quella che mi fa il mostro, e loro hanno detto che se fosse venuto a cercarmi mi avrebbero nascosto.
Alle otto devo chiamare Martina per fissare un appuntamento, devo assolutamente sapere cosa mi sta accadendo.
ciao tua Eleonora

21/GIUGNO/1981
Ciao caro diario,
ieri sono andata da Martina, la ginecologa mi ha fatto fare degli esami, lei crede che io sia incinta, domani mi darà i risultati, ho tanta paura.
Quando ero a casa con papà ogni mattina veniva il mostro a fare le pulizie, papà gli lasciava le chiavi di casa per essere sicuro che venisse a pulire da cima a fondo la casa.
Papà usciva da casa alle nove del mattino e tornava all'ora di pranzo. L'uomo che veniva a fare le pulizie di chiamava Giorgio, era lui il mostro che mi costringeva a svestirmi. Chiudeva sempre le tende per nascondere la realtà, non urlavo mai per il terrore che mi facesse male.
Sicuramente si sarà arrabbiato molto quando ieri non mi ha trovata ma non m'importa non potevo più vivere in quel modo, la mamma è in ospedale e non credo che le farà del
male, o almeno lo spero. . .
ora vado ciao
tua Eleonora

L'uomo che faceva le faccende di casa era il "mostro"! Stuprava mia madre, era un bastardo!Come faceva il padre a non accorgersi di nulla? Devo ammettere che mia mamma avrebbe dovuto chiamare la polizia come le aveva consigliato Laura, però non lo ha fatto.
Ricordo che in quel momento ero insieme a Maria nella nostra stanza, il mio viso diventò pallido, improvvisamente sentii dei brividi lungo la schiena, era di nuovo quella sensazione, come se mia mamma fosse lì con me.
Stavo per piangere quando lessi l'ultima pagina del diario:

22/GIUGNO/1981
Ciao caro diario,
Martina mi ha chiamata questa mattina presto, mi ha dato la notizia, il risultato degli esami è positivo, sono incinta!Vorrei morire in questo preciso istante!
Inizialmente volevo abortire, Luisa però mi ha consigliato di non farlo, se lo facessi ucciderei una creatura che non ha colpa. Il padre è il mostro ma non saprà mai dove mi trovo. Sono davvero infelice, e anche se probabilmente dovrei odiare questo bambino cercherò di amarlo, perché in fondo Luisa ha ragione, la colpa è di Giorgio, non del bambino.
Ho soltanto sedici anni, accudirò il neonato con amore, e lo chiamerò Claudio se sarà maschio, se invece sarà femmina la chiamerò LUNA!
Questo bambino non dovrà mai sapere chi è il suo vero padre, mai!
Michele ieri mi ha chiesto di essere la sua ragazza e mi ha baciata, sono felice per questo ma non sono pronta per raccontargli tutto ciò che mi è accaduto, "il mio segreto" presto verrà alla luce da solo.


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