- Su, scostatevi un po' -; disse l'usciere, facendosi largo tra la piccola folla, che portava due grossi rotoli in formato di bando, che di lì a poco avrebbe affisso nella bacheca. Sempre che la consueta ressa di postulanti in cerca di occupazione glielo consentisse.
- Finalmente un nuovo bando del Comune, forse c'è qualche prospettiva... - l'usciere placò le loro aspettative, - calma, calma... fatemelo prima appendere...ecco fatto, ora potete divertirvi, e io finalmente posso ritornare a leggere il giornale in santa pace - disse a bassa voce l'usciere mentre tornava frettolosamente nella sua guardiola.
Intanto i postulanti; - oh no! Maledizione!!!! Questo è il mese più nero che abbia mai visto! Ma avete letto bene? Non solo cercano un architetto, ma esigono persino che abbia dell'estro progettuale, tale da ispirarsi agli studi di Leonardo da Vinci sull'urbanistica! - Dal gruppo si distingue un'altra voce che incalza: - ma perché tu sai chi era Leonardo? - L'altro di rimando; - no, ma cosa c'entra? Era solo per puntualizzare, di come questa amministrazione si fa sempre più esigente in materia di lavoro e di come se ne infischia sempre più di noi, che siamo la forza lavoro del paese -. Ancora il precedente interlocutore: - E secondo te con quali braccia si realizzerebbero questi progetti leonardeschi? - L'altro: - lasciamo perdere...!
E l'altro in conclusione: - sì, forse è meglio... -
Un giovane architetto che decise di bruciare tutti i tempi, in fatto di studi universitari, passeggiava svogliatamente all'imbrunire, nei pressi del municipio, tra persone frettolose di guadagnare il loro posto a tavola e dimenticare l'ennesima giornata di lavoro, sempre schifosamente uguale.
Il giovane dottore in architettura, era solito imprecare sè stesso, anche a voce alta; - maledetto me, e quella laurea; anno su anno senza mai intascar quattrini. Come se non ciò non bastasse, poi, non posso sottrare la mia vista agli scempi architettonici che empiono la città, opere di insulsi sciagurati che perseverano oltre misura. - Il giovane, arrivato in prossimità della bacheca del municipio, decise prima di far ritorno a casa, di dare un'occhiata veloce ai bandi; nella speranza di trovare una qualche proposta che lo potesse riguardare. Ad un tratto il suo interesse si soffermò sulla dicitura di uno di questi: - cercasi architetto... conoscenza degli studi condotti da Leonardo da Vinci su... - L'architetto si incuriosì, ma restò completamente immune dalle illusioni che solitamente producono tali altisonanti richieste. Nondimeno esclamò: - ma guarda... davvero insolito, non mi illudo neppure un attimo; ah... forse ho capito, magari si tratta di una mera campagna architettonica sfruttata al fine di pubblicizzare il nuovo museo cittadino, che di recente ha acquistato un paio di disegni originali che Leonardo compose nei suoi studi di urbanistica, quando era alla corte del Ducato milanese di Ludovico il Moro. - Però non si può mai dire - , pensò stranamente l'architetto. –Domani proverò a farmi fissare un appuntamento in municipio, almeno la mia continua insonnia sarà mitigata da questa nuova illusione.
L'indomani, l'architetto portò a termine il suo intento, e con suo stupore fu convocato subito in giornata per un colloquio con il responsabile dei lavori pubblici al municipio.
L'architetto arrivò in perfetto orario; si recò nella stanza indicatagli da un impegato, che gli rispose frettolosamente senza guardarlo in volto; lì fece anticamera per pochi minuti, fino a quando una donna uscendo dall'ufficio, lo introdusse nella stanza e uscì subito dopo chiudendo leggermente la porta alle sue spalle.
Seduto alla scrivania c'era un corpulento signore, curvo sulle carte e forse mezzo sordo; il giovane dovette ripetere il suo saluto, questa volta accompagnato dal consueto ondulare della mano col palmo aperto rivolto verso l'interlocutore. Costui capì finalmente, si alzò di scatto dalla seggiola e andò incontro all'architetto per stringergli la mano, nel far questo non accennò il ben chè minimo sorriso.
Espletati i convenevoli, l'uomo con sguardo ammiccante, fece intendere al giovane di dover giungere al sodo dell'incontro. L'uomo domandò: - cosa le fa pensare o sperare di poter ottenere questo incarico? Il giovane, che in un primo tempo aveva pensato di ridergli in faccia, decise di rispondergli con un'altra domanda: - perché voi altri usate volgarmente il genio di un grande artista per pubblicizzare ridicoli progetti edili, perchè oggigiorno in fondo è di questo che si tratta circa le vostre costruzioni, mentre la vostre mal celate intenzioni sono quelle di render noto il più possibile il nome del vostro museo? Il signore di rimando, ancora stupito, disse: - con quale impudenza vi permettete di fare insinuazioni del genere, e poi proprio voi, che siete qui nella speranza di ottenere l'incarico; credete che tutto ciò possa tornare a vostro favore? Il giovane incalzando disse: - e se invece, volessi soltanto esternare il mio disprezzo per la gente che come voi continuerà ad inondare le città di mostri di cemento e a mortificare lo sguardo umano che troppo spesso si sente intrappolato in una città fatta più per le macchine e i veleni che per gli esseri umani - ! Voi osate parlare di Leonardo, senza neppure sapere quello che lui elaborò dalla sua vulcanica mente; i suoi progetti urbanistici, prenderebbero la vostra città banale e antiestetica e dopo averla rasa al suolo insieme, forse con le sue sciagurate autorità cittadine, la trasformerebbe in un tempio cittadino di virtuosa bellezza. Egli saprebbe sposare felicemente esigenze pratiche di una qualsiasi città (commercio - viabilità - ordine interno - approvigionamento...) con il lato estetico che l'uomo ha sempre cercato in ogni cosa, e che voi ormai da troppo tempo avete disabituato perchè da ignobili esseri quali siete, avete anteposto l'utile al bello.
Il giovane, la cui foga continuava ad aumentare continuò dicendo: - non mi fate neache più ridere, nelle vostre stupide proposte improponibili. Avete consolidato, ormai quello che si ritiene una città: una cloaca illuminata!
Sì, perché ormai l'edilizia si sposa da troppo tempo ad esigenze elettorali; cioè costruire quello che la plebaglia s'aspetta, di rimando voi cercate di accontentarla alla meno peggio, affinchè essi possano riconfermarvi nella vostre squallide poltrone che rimarranno sempre vuote, giacchè saranno occupatate da voi. - L'uomo, che a questo punto, alzatosi in piedi e rosso dalla rabbia, cercava di interrompere il giovane, che a ogni suo tentativo lo fulminava con occhiate intente a impedire l'interruzione del suo monologo che ormai volgeva al termine.
Ebbene, sì, son venuto qui per vomitarvi tutta la mia insondabile sfiducia verso lei e quelli ai quali autorizza l'abbruttimento della città. Potrei continuare, ma sono sicuro che lei non sarebbe capace nemmeno di utlizzare una virgola del mio punto di vista, per cercare di riflettere anche solo spassionatamente su quello al quale andremo incontro in futuro... lei è troppo fariseo in questo... ma forse la colpa non esiste neppure, perchè ormai essa è diventata consuetudine.
Prima di dare commiato, voglio solo augurarle un terremoto,di una potenza pari a quella che Dio utilizzò per cancellare la città di Sodoma (che per lui equivalse a un alito di vento), che possa sbriciolare la sua vuota città insieme a tutti i loro fieri abitanti.

Il giovane architetto con estrema cautela, chiudendosi la porta alle spalle, sentì la voce dell'uomo tuonare con ira; allontandosi dalla stanza quelle grida divennero sempre più deboli. Prima di tornare a casa, passò davanti alla bacheca e alla vista del famoso bando, non mancò di ossequiarlo con un sostanzioso tributo in saliva.


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