La poesia è una stagione, nel cui ventre infinito, si sprigiona quel dolce clima
a cui ogni creatura anela, e che orridamente s'infrange al freddo crepuscolo
di codesto sogno.
Una stagione che, negl'aghi di pino, vide la sua energica fiamma,
splendere e guerreggiare, sino a che, ella, consunta dall'indifferenza,
smarrì ogni volontà di potenza;
e così fuggì via, per morir tacitamente.
Il poeta, che la frequentazione diede alla sua stagione, ogni lembo della sua carne,
comprende con diamantina chiarezza, tutti i pugni e le maledizioni sue, scagliate
ai suoi simili, le cui impietrite orecchie non vollero mai udir.


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