C'era una volta un paese che si chiamava Novi ed aveva 1930 anni; questo paese aveva abitazioni di cioccolato all'esterno, mentre all'interno aveva culle di panna, letti di nocciola e tavoli di cioccolato, ma in particolare molti mulini che producevano del cioccolato buono.

Nel paese viveva anche un re che si chiamava Fondente ed era bravo e gentile; questo re era alto e grassottello (perché mangiava molto cioccolato), aveva una grande corona sul capo piena di brillanti al cacao, un vestito rosso e marrone e un mantello con un strascico molto lungo.
Un brutto giorno di pioggia il re si trovava nella sua carrozza, anch'essa fatta di cioccolata, tranquillo e beato; quando ad un tratto la carrozza si fermò, il re sentì delle urla e, la carrozza si frantumò in mille pezzi.
Davanti al re c'era una creatura grande e brutta che con una magia trasformò Fondente in un re avaro e maldestro.
Il re, dovette tornare a casa a piedi (anche se non era il suo forte), perché i suoi servi erano scappati alla vista di quella creatura!
Quando tornò al castello cominciò a dare ordini a tutti i servi, che dissero in coro al re:
«Ma re, dove è andata a finire la gentilezza di prima?»
«Ma io non conosco la parola "gentilezza" e ora portatemi cinquanta tavolette di cioccolato, ma quello buono! » gridò il re.

Così i servi dovettero andare sulla collina dove c'erano i mulini che fornivano il cioccolato. Questi mulini però per fornire le tavolette buone avevano bisogno della parola d'ordine, ma i servi non se la ricordavano più. Essi erano molto preoccupati perché anche se pensavano molto non gli veniva in mente; ma avevano anche paura a tornare dal re a chiedergli la parola d'ordine perché il suo carattere era diventato cattivo.
I servi rimasero sulla colina almeno un'ora, finché si decisero ad andare dal re.
«Sì, ma chi mandiamo dal re?» disse un servo.
«Un servo che ha coraggio ovviamente! » rispose un altro.
Così tutti i servi guardarono Pasquale, un servo alto e robusto che non aveva paura di niente. Quindi la sfortunata sorte toccò a Pasquale che dovette andare dal padrone.
Quando arrivò alla corte il re sembrava diventato buono, ma appena Pasquale gli chiese la parola d'ordine lui lo minaccio:
«Esci fuori subito dal mio castello o ti farò mandare dal mugnaio! »
«Oh! grazie re Fondente.»
In effetti il re aveva pronunciato la parola d'ordine cioè mugnaio.
Pasquale tornò correndo sulla collina e raccontò agli altri il fatto; così tutti i servi pronunciarono la parola d'ordine e il mulino cominciò a girare e a produrre tavolette.
Quando tornarono dal re gli portarono le cinquanta tavolette; il re le prese in mano e cominciò a mangiarle senza dire grazie a nessuno.
Ogni giorno il re chiedeva sessanta, settanta, ottanta... tavolette di cioccolato di ogni genere e, i servi ubbidivano sempre.
Ma un giorno quando andarono al mulino, ad aspettarli c'era una donna bellissima che si rivelò una fata chiamata Nocciolina.
Questa fata chiese ai servi come mai erano così stanchi e annoiati, essi gli risposero che erano così perché il loro re era diventato cattivo mentre prima era bravo e gentile e, quindi gli faceva fare di tutto e di più. Allora Nocciolina disse a loro
«Io sono una fata, vi posso aiutare!»
«Oh grazie !» rispose un servo.
Così contenti portarono la fata Nocciolina al castello.
Il re appena vide quella creatura così bella se ne innamorò immediatamente e andò subito a presentarsi, così la fata approfittò di quel momento per fare la magia: in pochissimo tempo il re era ritornato come prima cioè gentile e ancora più bello e buono; anche la fata però si innamorò del re.

Il giorno dopo tutto il paese sapeva che il re aveva trovato una regina degna del trono e la settimana dopo molti servi erano nel paese a proclamare la bella notizia:
«Il giorno venti cioccolatini si celebrerà il matrimonio del re Fondente con la fata Nocciolina».
Passarono i giorni e finalmente arrivò il giorno venti cioccolatini (settembre) e nella chiesa costruita con tutti i cioccolatini del mondo c'erano migliaia di persone per assistere all'evento ; quando il re Fondente arrivò in chiesa indossava preziosi vestiti.
Ma la sorpresa doveva ancora arrivare, infatti il vestito della futura regina Nocciolina non lo aveva ancora visto nessuno. Finalmente arrivò: era vestita con un abito color rosa confetto con dei fiorellini di pizzo, aveva una piccola coroncina giallo - oro con dei cioccolatini spezzati e un lungo strascico dello stesso colore dell'abito.
Il matrimonio finì a mezzogiorno, così tutti uscirono dalla chiesa e andarono al castello dove si teneva un pranzo delizioso, tutto a base di cioccolato.
Il giorno seguente a Novi ci fu un'altra cerimonia per incoronare Nocciolina regina del paese; lei ebbe finalmente la corona sul capo.
Tutti dicevano che il re Fondente e la regina Nocciolina erano una bella coppia e avevano proprio ragione perché dopo dieci settimane la regina ebbe quattro bei bambini un po' particolari come tutti gli abitanti di Novi.
I servi dovettero rimettersi all'opera per proclamare a tutto il paese che la regina aveva partorito quattro bambini.
In poco tempo tutto il paese sapeva della nascita di due principini e di due principessine, così tutti gli abitanti si misero al lavoro.
Ogni famiglia, infatti, era indaffarata a preparare dolci, tutine di lana (perché c'era stato un grande freddo in quel periodo) con raffigurato corone, culle, giochi... e altre cose del genere.
Quando tutti gli abitanti avevano terminato i regali, andarono verso il castello dove il re e la regina stavano contemplando i loro bambini.
La prima famiglia ad entrare fu quella dei Dolci che, eccitati, chiesero come si chiamassero; la regina disse puntando il dito su ogni bambino queste parole:

«La prima è una femmina e si chiama Cremosa;
La seconda è un'altra femmina che porta il nome di Tavoletta;
Il terzo è un maschietto a cui abbiamo dato il nome di Ovetto;
Ma c'è anche Nocciolato che è l'ultimo figlio maschio.»

La regina vedendo che la famiglia era interessata cominciò a fare le descrizioni dicendo queste parole:

«Cremosa è una bambina con forme normali, Ovetto invece ha preso tutto dal papà perché è grassottello e quindi ha forme tonde, poi c'è Nocciolato che è un gran dormiglione e la sua forma è una grande nocciola; infine c'è Tavoletta, che assomiglia a una piccola tavoletta e, nonostante la forma è molto carina.»

La famiglia dopo aver ascoltato tutto, diede alla regina i regali preparati cioè: due tutine con raffigurato una corona con dei cioccolatini.
Prima che tutto il paese fu entrato nel castello divenne notte; la visita finì precisamente a mezzanotte e cui tutti tornarono a casa stanchi ma i più stanchi di tutti erano il re, la regina ma soprattutto i quattro cioccolatini.
Il giorno dopo il castello nonostante la grandezza era pieno zeppo di regali di tutti i tipi, quindi appena la regina e il re si svegliarono si spaventarono da matti perché non avevano mai visto così tanti regali, neanche al loro matrimonio; ma la grande sorpresa arrivò dopo: quando i bimbi si svegliarono sapevano già parlare, camminare e mangiare da soli.
Il re Fondente e la regina Nocciolina erano molto spaventati ma Nocciolina dato che era una fata si ricordò di un incantesimo, così felice e non più spaventata disse al re Fondente la seguenti parole: «Ora ho capito; non dobbiamo spaventarci perché questo succede alle fate quando si sposano con dei re!»
I giorni passavano e la famiglia diventava sempre più felice; i bambini crescevano a vista d'occhio e i loro genitori diventavano sempre più felici.
Un giorno al castello arrivò un telegramma con scritto queste parole:

VENITE SUBITO A CHOCOLAT, CIAO

Così re e regina dovettero fare in fretta e furia i bagagli per partire per Chocolat un paese anch'esso fatto di cioccolato dove vi regnava un re che in questo momento aveva bisogno di loro.
I cioccolatini non capendo cosa stavano facendo i loro genitori, andarono correndo a leggere il telegramma; così capirono perché i loro genitori stavano facendo i bagagli.
Il giorno dopo la regina nocciolina e il re fondente partirono per Chocolat, i bambini erano molto tristi ma i servi li rallegrarono facendoli giocare, ridere, ma la cosa più divertente era quando i servi dovevano fare il cioccolato; la prima cosa da fare era andare a chiamare i bimbi per portarli sulla collina dove c'erano i mulini.
I bambini vennero allevati dai servi perché dopo un cioccolatino (un mese) il re e la regina non erano ancora tornati. Nocciolina e il re fondente però ogni settimana tornavano a vedere come stavano i suoi bambini, poi tornavano a Chocolat.
Ma in uno dei fine settimana quando il re e la regina tornarono Ovetto era fidanzato con Delizia; Ovetto presentò Delizia ai suoi genitori, che contenti salutarono gli altri figli e ritornarono a Chocolate.
Dopo cinque settimane Fondente e Nocciolina ritornarono al castello.
E vedendo che Ovetto aveva la fidanzata il re disse:
«Dato che tu sei il primo figlio maschio e hai già messo su famiglia diventerai tu il re di questo paese, certamente con la tua moglie Delizia e il nostro bellissimo nipotino.»
Ovetto e Delizia erano molto felici di diventare re e regina.
Anche i fratelli erano felici, ma nello stesso tempo un po' arrabbiati perché non avevano potuto salire loro sul trono; i genitori li calmarono dicendo così:
«Non arrabbiatevi, figli miei, vivrete anche voi qui nel castello insieme alla vostra famiglia.»
Così i servi, per ordine del nuovo re, andarono ai mulini a prendere il cioccolato e quando tornarono al castello vennero invitati alla grande festa di famiglia.
Finalmente il re e la regina Nocciolina smisero di andare a Chocolate, perché il paese si era ripreso e quindi rimasero al castello con gli adorati figli, così tutti vissero felici e contenti nel paese di Novi.


Data invio: