Chiunque si inoltri nel Bosco del Cinghiale troverà, prima o poi, la casa del principe Spaccalanoce.
«Che strano nome!» direte voi.
Dovete sapere che costui era un bel giovanotto sui trent'anni, sano ed energico, che non amava lavorare. Gli piaceva, invece, andarsene a cavallo per i boschi che suo padre, un saggio re e sempre indaffarato, aveva conquistato da un sovrano confinante.
Li aveva acquistati per lui, per quel suo figliolo tanto contrario alla parola lavoro, in fondo, però, buono e generoso.
Il principe non negava un piacere o un dono particolare ai suoi amici. Ed amici -fatto per niente strano!- ne aveva davvero molti.
Un giorno il re si stancò di aprire i cordoni della borsa per finanziare i progetti del figlio e gli disse: «Non avrai più nemmeno un soldo da me. Tieni»
Il principe allungò la mano verso quella che gli tendeva il suo babbo, inaspettatamente severo e scuro in volto.
Ne ebbe una noce, grande e rugosa come tutte le noci.
«Questa ti basti: falla fruttare!»
Il giovane si sarebbe strappato i capelli per la disperazione.
Una noce una povera noce!
Il principe fuggì nel Bosco del Cinghiale con la noce in tasca.
«Se avrò fame, almeno questa mi sfamerà» pensò.
Camminò a lungo finché udì una voce che lo chiamava: «Principe... principe ... spacca la noce e potrai domandare tutto ciò che desideri... »
«Da dove proviene questa voce? Chi è che mi parla?» chiese sbalordito il principe alla voce
«Io sono un albero!; tuo padre ha preso la noce che ora hai tu, vicino al mio tronco !. Quella noce l'ho prodotta io ed è una di quelle poche noci che quando la apri puoi chiedere qualsiasi desiderio.»
Il principe allora un po' impaurito aprì la noce e ne uscì una grande luce.
Allora l'albero le disse di esprimere tutti i desideri che voleva. Il principe disse che in quel momento aveva un solo desiderio: che l'albero diventasse la sua nuova casa .
L'albero stette un po' a pensare poi prese una decisione e disse: «Io diventerò sì la tua casa ma a un solo patto cioè che tu ti chiamerai Spaccalanoce.»
Il principe rispose che il nome dato dall'albero gli piaceva.
Così l'albero si trasformò in una bellissima casa tutta arredata per bene, dove il principe si sentiva al sicuro.
Nonostante Spaccalanoce stesse bene si sentiva solo e, un giorno decise che se avrebbe costruito, in una radura del bosco del Cinghiale un parco per i bambini non si sarebbe più annoiato, sentendo tutte quelle voci.
A quel punto il principe prese la noce, uscì dalla casa per andare nel posto dove avrebbe fatto il parco.

Una volta arrivato in una radura del bosco che gli piaceva aprì la noce e disse a voce alta il desiderio.
In un battere d'occhio il parco fu pronto e il principe Spaccalanoce cominciò a visitarlo, pensando a un nome da darle, ma poi le venne in mente e disse: «Lo chiamerò Radura del principe Spaccalanoce»
Il principe, allora cominciò a visitare il parco, c'era di tutto; dalle altalene alle cose più stravaganti come uno scivolo su cui scendevano delle tazze che arrivavano dritte nel piccolo laghetto sottostante; mentre la seconda cosa molto strana era una casa ricoperta interamente dall'edera e, dentro era tappezzata da peluche di tutti i tipi ( morbidi, duri, grandi piccoli...)
Dopo che Spaccalanoce ebbe visitato tutta la propria radura se ne tornò a casa felice del parco che la noce aveva costruito.
Il giorno dopo i bambini cominciarono ad arrivare perché in paese si era sparsa la voce del parco costruito da Spaccalanoce.
I bambini si divertirono a tal punto che arrivarono verso le 8:00 di mattina e se ne andarono alle 8:30 di sera.
Il principe era molto felice perché da casa sua sentiva tutte le voci dei bambini che gridavano che il parco era divertentissimi.
Ogni giorno i bambini arrivavano numerosissimi e, un giorno una signora portò una scatoletta con un biglietto davanti. Quando i bambini se ne andarono Spaccalanoce andò a vedere che cosa c'era scritto su quella scatoletta; con grande sorpresa il principe vide che era piena di soldi, e sul biglietto c'era scritto: offerte per il principe Spaccalanoce che ha fatto questo bel parco.
Il principe era sbalordito, nella scatola c'erano moltissimi soldi.
Ogni giorno i soldi aumentavano, ma anche i bambini, e Spaccalanoce era contentissimo.
Un giorno, però, il principe si alzò dal proprio letto e vide che sul comodino c'era una foto di suo papà, quella foto non c'era mai stata; a quel punto gli venne una grande nostalgia e così prese la noce e, aprendola disse che voleva tornare da suo padre.
In un attimo si ritrovò davanti al castello di suo papà; così aprì il portone ed andò nella sala reale.
Li c'era suo padre, era molto triste ma appena vide Spaccalanoce li tornò il sorriso sul viso.
Spaccalanoce li corse incontro e lo abbracciò.
Subito dopo cominciarono a parlare, e il re si scusò per averlo mandato via ma in quel momento gli affari non andavano molto bene e, perciò il aveva dato la colpa a Spaccalanoce.
Il principe scusò il padre e le chiese se voleva andare a vivere da lui dove non si sarebbe mai annoiato. Il re acconsentì e andò a vivere col il figlio.
Non molto tempo dopo il principe si innamorò di una ragazza conosciuta al parco e, così tutti vissero felici e contenti.
(tutti inteso: la noce, il principe Spaccalanoce, la principessa di nome Fiordiluna, i loro tre bambini, il re e tutti i bambini che ogni giorno andavano al parco.)


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