Di sovversivi che si rifiutavano di parlare la Lingua dell'Impero ce n'erano sempre stati, e la cosa non aveva dato fino a quel momento nessun motivo di preoccupazione. Ben altre preoccupazioni provenivano da coloro che combattevano l'Impero con le armi, parlando benissimo la Lingua Mondiale; quelli sì che erano problemi seri, da risolversi con le stesse armi dei terroristi sanguinari che minavano la Libertà.

Ma il fenomeno, all'inizio episodico e del tutto trascurabile, aveva finito per ingigantirsi al punto da arrivare nella Sala Presidenziale, dove una tale eventualità non era mai stata neanche immaginata. Furono consultati i migliori cervelli della Nazione (il termine “Impero” era usato ufficialmente solo dai sovversivi) per analizzare la questione. Problema che fino a qualche mese prima sarebbe sembrato ridicolo ed aveva suscitato battute. Nessuno aveva però voglia di far battute quando entrò il Presidente.

Come fosse iniziata, nessuno poteva dirlo con esattezza – esordirono gli esperti; si poteva ipotizzare che si fosse raggiunta una sorta di "massa critica", un numero tale di persone che avevano innescato una reazione a catena, trasformando in una moda quello che era all'inizio un atteggiamento di pensiero sovversivo di una minoranza. Questi sciocchi estremisti, da non confondere con i terroristi armati, avevano imparato a scuola la Lingua Mondiale, come tutti i cittadini del mondo, suddiviso sì ancora in decine di nazioni grandi e piccole, ma unificato nella seconda lingua in attesa di esserlo anche politicamente ed economicamente. Qualcuno provava gusto nel far finta di non comprendere i turisti forestieri, cittadini dell'Impero, che visitavano località straniere. Quelli chiedevano informazioni e ricevevano parole incomprensibili in suoni che offendevano il loro udito, abituato alle dolci sillabe della loro lingua madre, seppur storpiata dai provinciali stranieri. Era inconcepibile! Alle loro proteste arrabbiate, nell'unica lingua che conoscevano, seguivano altre frasi incomprensibili, quasi a mo' di canzonatura.

Il fenomeno, che era sempre esistito da che mondo è mondo e che si era sempre mantenuto entro certi limiti, esplose d'improvviso nell'estate del 2015. In ogni angolo del mondo era sempre più difficile - per turisti, uomini d'affari, diplomatici e viaggiatori – trovare qualcuno che parlasse la Lingua Mondiale. I disagi erano all'ordine del giorno: facoltose famiglie ridotte a dormire sotto i ponti o a far ritorno a casa, ditte fallite, molte liti sfociate in rissa.

La riunione in Sala Presidenziale fu inconcludente. Certo, non era un buon segno quello, e avrebbe creato molti problemi all'Impero, ma il numero delle azioni terroristiche armate non era aumentato – se non si ammetteva che anche quella fosse una subdola azione terroristica – e tutto il resto non sembrava in alcun modo collegato con quell'inaudito "sciopero linguistico" – un rifiuto della cultura democratica di cui la Nazione era la più grande esportatrice sul Pianeta! Un attentato alla Libertà. Insomma, cosa si poteva fare? Invadere il mondo ed imporre la Lingua con la forza? Per quanto potente, la Nazione non aveva nessuna possibilità contro il resto del mondo coalizzato, inoltre quello era un piano a lunga scadenza, messo in crisi da questo… imprevisto.

Gli esperti, presenti a quella storica riunione di Stato, non poterono far altro che alzare le spalle. Il Presidente fece la faccia dura e batté un poderoso pugno sul tavolo, fratturandosi due nocche e il dito mignolo.
Scandalizzati, ignorando che la storia si era ripetuta molte altre volte, per altri Imperi, sebbene molto più gradualmente, i cittadini dell'Impero che volevano affrontare viaggi all'estero o tenere rapporti commerciali e di altro tipo con stranieri dovettero adattarsi a fare una cosa che, nella stragrande maggioranza, non avevano mai fatto fino a quel momento: imparare una o più lingue straniere.


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