Cielo limpido; temperatura + 2
Giornata ideale per fare una cima.
Il becco di Filadonna, gruppo della Vigolana sarà la meta da raggiungere. Al Sindek altri escursionisti si preparano alla partenza.il tempo di un caffè volante... la regolazione dei bastoncini e via.si parte.
Il sentiero ben tenuto e regolarmente segnalato sale in un bosco ceduo di faggio; il fondo è reso scivoloso da un nutrito strato di fogliame secco.
In netta risalita verso il rifugio Casarotta dove, viste le condizioni meteo e l'apertura panoramica non si può far meno di concedersi una pausa.
Il bosco devastato dall'incendio del 2001 trasmette un aria di sofferenza... una piaga mai curata; quel grigio metallizzato delle piante prive di vita... supporto per qualche uccellino di passaggio; una realtà surreale un disegno metodico che si spinge su... fino in cima; l'anfiteatro cacalcareo contrasta quel grigio nero dell'incendio; estensioni di mughi bruciati prostrati al terreno senza vita. quel po' di sottobosco quasi inesistente piange l'uomo che con intenzione e fredda determinazione lo ha devastato; una piccola flora tenta di fare capolino fra quel ciottolato calcareo...
Un alternarsi fra colpi di sole e raffiche di vento ci porta in cresta; poche battute... meno di una ogni 8 minuti... eppure stiamo o no arrivando in cima?
Dov'è finito l'entusiasmo dell'alpinismo?
Al tempo... si parlava di cime con lo sguardo sognatore... si scrutava il proprio pensiero e lo si dedicava a qualcuno magari lontano da noi... ci si fermava, si assaporavano qui singoli momenti indescrivibili per i non addetti ai lavori e impossibili da raccontare neppure con l'era del digitale.
È sì! Ora è così sono solo cime...
intese come metri come tempi come soglie dei cardio; gli anni cambiano... si è così stressati dalla vita quotidiana che,l'unico momento libero... bè... si deve correre anche là alla ricerca di non so cosa e non so chi; e, nonostante il monito delle cime... si continua imperterriti sempre più a correre... correre per non far "sorpassare" il pensiero che a sua volta la farebbe da padrone e ci farebbe ragionare e riflettere.
Si passa da irrazionali ma... con questo, caricati da un po' di adrenalina, si soprassiede da qualsiasi cosa.
ricordo che lo spirito di competizione l'anno passato col Kumpa aveva contagiato pure mè. Tempi! Motori! Si diceva... tutto per inseguire la chimera del Nepal;

Una sera, per un piatto di pasta al Rifugio Pradidali nelle Pale di S.Martino... lampada frontale, le solite quattro cose nello zaino... un clik al cronometro e su "testa basa" sempre avanti soldi e problemi mai avesti ripeteva il Kumpa; il meteo logicamente non poteva essere dei migliori... la classica giornata con visibilità ovatta cioè zero; un umidità incredibile che filtrava ovunque ma per un piatto di pasta ed una birra media, si fa questo ed altro! quel bruciore nelle gambe causato dall'acido lattico; quella maglietta bagnata e puzzolente di sudore; quei piedi doloranti per una stagione di pressing ma... finalmente nel buio più profondo le luci del rifugio: quel valicarne la soglia mi diede un senso di appagamento non tanto per la meta raggiunta in 1h e 27' quanto per il profumo delle prelibatezze preparate per una cena del c.a.i. di S.Martino; il tempo di divorare quel sognato piatto di pasta e... giù in rapida discesa sino a valle; una trentina di lampade frontali facevano luce a quella notte buia e profonda...

E finalmente dopo un attraversata in piano in neve fresca si intravede la croce. Un ultimo sforzo e... il consueto Bergheil.
Tira vento là in cima e l'idea di trovare un posto riparato è pressoché immediata; uno spuntino veloce e via. Gli occhi si chiudono un po' alla ricerca del riordino dei pensieri; non v'è posto migliore per pensare; stacchi la spina e lasci al tempo la forza di entrare in tè; la linea della malinconia è un po' marcata in quei momenti ma anche questo aiuta al riordino mentale;un riordino aromatizzato da essenze orientali rilassanti...
Quel tempo che durante la settimana ti crea ansia e stress ora non lo puoi più controllare; è il padrone del nostro corpo è una parte della nostra vita e delle nostra anima che non si può e non si deve cancellare.
Quelle emozioni così forti ed indescrivibili non possono essere venute dal nulla. Nulla è per caso: dopo quel 27 ottobre 2003 ogni cima fatta non è più uguale a prima la dedico sempre al mio caro papà vero amante e conoscitore profondo della montagna in tutti i suoi molteplici aspetti.
Dopo quel giorno indelebile mi rimangono oltre i bellissimi ricordi delle lunghe passeggiate nei boschi la luce nei suoi occhi quando gli raccontavo la salita a queste fantastiche cime.
Purtroppo nulla è in eterno per dare spazio ad una nuova vita... è così e bisogna farsene una ragione quelle immagini dei colloqui settimanali all'ospedale; spesso quello sguardo in cerca di risposta della dottoressa mi torna in mente rubandomi una parte del pensiero;un azione benefica inizialmente diventata col tempo destabilizzante.
Quelle domande poste quei giorni mi si ripresentano con vestiti diversi in più occasioni... non vestono abiti eleganti e non seguono una linea di tendenza; sono domande che al tempo non trovavano risposta e nemmeno ora (per il momento); domande che se poste agli struzzi sentendo loro il pericolo in anticipo infilerebbero la testa sotto terra... eppure..
Mi alzo di scatto ributto le mie quattro solite cose nello zaino e giù in discesa; ho la mente abbastanza confusa; il piede tende ad avanzare velocemente sul detritico ma di sicuro le ginocchia non ne trovano giovamento... anzi.
raffiche di pensieri mi attraversano in pochissimo tempo è una cosa incredibile come tanti pensieri in un solo istante possano infilarsi nello stesso canale (ma non ci sarà la ripartizione delle frequenze??) mah... chi lo sa. Già ai tempi della scuola un insegnante laico ci spiegava dell'io ed il super io ma già allora non ne capivo molto anzi niente. Pensieri che se esposti in pubblico... passati per eretici; pensieri così contorti da non essere analizzati nemmeno dal miglior analista. Ma perché questa tempesta mentale? Il trovare un perché a questa domanda è come cercare un ago in un pagliaio. Sembra incredibile pensare nello stesso istante ad uno sformato di spinaci ad un verbale della polizia municipale e al Kilimanjaro principale meta di un altr'anno!!
Domande sempre domande e le risposte? Mah... quelle tardano ad arrivare... quelle non sempre è bene saperle perché quando arrivano sono come una mazzata in testa e si sa che le mazzate non arrivano mai da sole.

Una stanza buia con un letto posto a 45 gradi e una mensola; un amplificatore e una chitarra elettrica posata là sul pavimento; abbandonando pensieri ed emozioni se ne sentono le note; non ha mai smesso in realtà di suonare. è una delle mille note forti dei Creedence Clearwater: una tonalità forte la sua.
Ma perché mai questa chitarra continua a suonare? ma perché il cerchio si sta per chiudere.? Si parlava di decimi di millimetro si parla di un centimetri mah. Forse, non essendo una settimana sorpresa, non arriverà mai il brevetto del giorno 15 aprile; forse, nel lungo immaginario dei sogni. quel menù su carta pergamena che fra le 10 portate riportava delle capesante gratinate... e quelle note un po' bluse ed un po' rok della chitarra elettrica che continuerò a sentire, faranno parte nella stiva di una nave.di un carico di sogni!
Già, i sogni. Nulla è per sempre.ci si risveglia e ci si ritrova ad affrontare la dura realtà ognuno con il suo zaino da portare; ci si accorgerà ancora una volta di aver oltrepassato la soglia di averlo talmente caricato da non essere più capaci di portarlo; e,quando finalmente in cima, ci si accorgerà che quello zaino in realtà è vuoto; ma questo aiuta a crescere ed affrontare il percorso futuro nel migliore dei modi.
Scendendo dalla cima qualche traccia di scialpinisti era rimasta impressa sulla neve; due binari che viaggiano paralleli senza mai incontrarsi...
un parallelismo strano da descrivere...
come quelle strisce di pasta per bignè che provavo a fare nelle mie prime esperienze come tuttofare in albergo in Val di Fassa; La mia inesperienza nell'uso del sacco apoche voleva far cadere casualmente delle gocce di pasta qua e là di modo che il risultato finale anziché dei bastoncini proiettati in linee parallele, risultavano delle grandi H; ma alla fine cosa cambia? Nulla! il risultato è come arrivare in cima ad una montagna.non ha importanza se vi si giunga di corsa o a passo lento... l'importante è arrivarci.
Ci si sta solo aiutando a superare quel passaggio un po' brutto non assicurato da una fune metallica; ...mai vista o una cosa così scendendo dallo Schiara fuori percorso: un traverso di oltre cinquecento metri con pendenze superiori ai 50<º> quando, ti fermi un attimo raccogliendo a tè il massimo della concentrazione; speri in un aiuto dettato dal tuo cervello... perso in un'altra dimensione, i sogni che fino ad un ora prima ti avvolgevano in una sorta di coperta quadrettata multicolore devono dare spazio alla razionalità; risali pian piano prestando la massima attenzione a quelle roccette instabili vieti ogni forma strana di movimento al tuo corpo e ancora una volta arrivi a ripeterti la solita frase: - Se ne esco questa volta.
Ma è così! i percorsi nuovi ti portano una sorta di aiuto gratificante per la mente e per il corpo; insomma... ci si fa del bene!!
Si abbandonano problemi dubbi pensieri; Si formatta il cervello senza farne il setup;
è una decompressione graduale come lo è stata la salita alla vetta. Piano piano piccoli passi poche parole risparmiando il fiato perché l'aria è fredda e rarefatta e... ripensi nuovamente con nostalgia alla cima nonostante sei già in fondo pensi al punto di arrivo di tutti gli alpinisti pensi alla prossima meta, pensi al Signore delle Cime.
Un occhio alla vecchia sgualcita cartina ti proietta mentalmente su un'altra Vetta vicina o distante che sia, un controllo rapido all'attrezzatura, e via verso quella sorta di contagio verso quella forma di assuefazione che montagne e persone creano. È ...grande Lei. opera secolare tramandata dai posteri e più la frequenti più ti accorgi che non ne puoi fare a meno.


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