La sveglia suonò. Dovevo aprire gli occhi.
Udivo uno scroscio d'acqua.
Pensai è pioggia e allora soffrendo e stringendo le labbra li serrai ancor di più quegli occhi annoiati. La delusione era troppo grande, la nostra gita al mare andava in fumo. Una angoscia profonda si radicò nel mio animo e pensai alla sera prima quando soffrivo nel dubbio che l'indomani potessero quattro gocce rovinare un sogno e paragonavo quel dolore incerto a questo certo. Pensai a tutte le volte che avevo temuto che qualcosa accadesse e al dolore provato una volta accaduta.
A tutte le volte che avevo pianto al solo pensiero di poter perdere ciò che era mio e alle volte che invece avevo già perso ciò che temevo di perdere....
E allora mi guardai, si, fissai quel corpo che si contorceva sul letto annodato di pensieri e di dolori e sorrisi. Si ridevo beffarda di quanto fossi sciocca di quanto fosse sottilmente banale tutta la mia situazione. Ma da quel sorriso amaro un sibilo, un pensiero stava nascendo:

Non desiderare mai di conoscere la verità, perché la verità non è sempre ciò che desideri e non è sempre ciò che non desideri. Ti stai illudendo che sia meglio soffrire ora nella verità, piuttosto che piangere nel dubbio. Sciocca!
Piangere nel dubbio è soffrire nella speranza, ma piangere nella verità è soffrire nella certezza, soffri,ora soffri, non più per una probabilità, per un'illusione, per un pensiero, non più per un forse... soffri, ora, per la realtà, per un qualcosa che è, oramai esiste e non può cambiare, non più.
È finito il tempo in cui potevi illuderti che non fosse vero, è finito, ora è così.
Lo capisci adesso? Lo capisci? E allora smettila di piangere, apri quegli occhi e non soffrire più per i tuoi dubbi, non essere ansiosa di conoscere la verità, e non temere più di perdere ciò che hai, ma vivi la tua verità e se non la conosci spera ma fa che la speranza sia per te motivo di gioia non di sofferenza. Non versare più neppure una lacrima per paura, per un'incertezza per un timore, solo la verità ha il diritto di farti soffrire, la speranza ne ha la possibilità ma puoi impedirle di diventare sofferenza... spera allora ma vivi la verità.

Il telefono squillò, apri gli occhi, pensai: è lui che mi chiama per dirmi che la nostra gita è rimandata che domani partirà e non ci vedremo più per 60 lunghi immensi giorni... oh... come farò? questa giornata era tutto per noi... tutto!!!.... poi un brivido mi ricordò la risata amara che poc'anzi mi aveva parlato e mi morsi la lingua, dicendo: è lui, si forse è lui, che chiama per dirmi che questo temporale non è altro che il segno del cielo che quest'ultimo giorno dobbiamo passarlo insieme a casa sotto una copertina stretti stretti in un abbraccio...
Sorrisi e risposi.
Avevo imparato a usare il dubbio, a sperare senza soffrire... stavo imparando a vivere...


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