La biblioteca "Lupo della steppa" presenta:
Il confessionale di Erminia Mocerino

 

È sera. L'ambiente è immerso nella penombra. Alcune candele palpitano ai piedi dell'altare nel cui tabernacolo sono rinchiuse le ostie consacrate. Altre candele votive, disposte su più file parallele, creano una chiazza di luce di fronte alla statua di Padre Pio da Pietralcina. Una incerta luminosità da acquario filtra infine dalle alte vetrate neo–gotiche e rivela l'esistenza della città che si stende, con le sue mille luci, subito al dilà delle mura dell'edificio.

La chiesa sembra deserta. Poi, inaspettatamente, un'ombra furtiva emerge dal buio di una navata e si dirige silenziosamente verso la teca in cui sono conservati molti preziosi ex-voto. È un uomo. Un ladro. Con gesti cauti ed esperti costui saggia la serratura della teca e vi introduce una sottilissima la ma metallica. Proprio quando la serratura sta per cedere, la porta che conduce alla sacrestia si spalanca rumorosamente. Un fascio di luce violenta si riversa nella chiesa, mentre un sacerdote, vestito con i paramenti della messa, avanza verso l'altare maggiore, seguito da un gruppetto di fedeli, appartenenti, sembra di capire, a una congregazione religiosa. Precedendo la piccola processione, il sacrestano si precipita ad accendere tutti i candelabri elettrici. Addio semi-oscurità!
Preso alla sprovvista, il ladro d'un balzo riesce a raggiungere un confessionale e ad introdurvisi prima di essere notato. Per il momento è salvo. Dovrà solo attendere la fine della funzione, poi potrà riprendere il lavoro bruscamente interrotto.

Invece accade qualcosa che finirà per spingere il ladro su una strada diversa. Una elegante signora, ancora molto piacente, fino a quel momento confusa entro il gruppo dei fedeli, si alza e si avvicina al confessionale. Evidentemente costei ha capito che nel confessionale c'è qualcuno.
"Padre, desidero confessarmi..." mormora, inginocchiandosi di fronte alla grata.
Un'ondata di panico si impossessa del ladruncolo. Le sue labbra pronunciano una silenziosa imprecazione. Ma è chiaro che non ha scelta. Deve recitare la parte del confessore, se vuole cavarsi d'impiccio.
"Dimmi tutto, figliola..." mormora, cercando di impostare un tono di voce vagamente credibile.
"Padre ho un grave problema... un problema che è allo stesso tempo morale e pratico..."
"Ti ascolto..."
"Padre" - ripete la donna bisbigliando - "sono io mi riconosce?"
"Si figliola, certamente. Ma su dimmi fa presto che devo dire messa tra poco"
"Padre devo confessarle una cosa molto grave che ho fatto, ma non so come...
"Figliola va avanti che ho fretta"
"Padre è da un anno che ogni mese di giovedì alle 17 io mi reco qui in chiesa, e nascondo una busta con dei soldi..."
Al suono di quella parola il ladro quasi fa un balzo rischiando di farsi scoprire.
Subito pensa a un colpo più grande di quello che tentava di fare prima che lo interrompessero. Non solo gingilli religiosi da dover rivendere ma soldi, soldi concreti.
La donna intanto ha cominciato a piangere ed egli non sa che fare... freme dalla voglia di sapere dove sono quei soldi, ma rischia di far spaventare e scappare la donna.
"Su su cara non pianga che non risolve nulla, Nostro Signore ci è vicini soprattutto in questi momenti se noi sappiamo capire e avere fede! Su si faccia forza e mi dica tutto. Così troviamo una soluzione" dice, cercando di tranquillizzarla.
"Padre ma come faccio mi vergogno di me stessa"
"Figliola cara ti capisco e voglio aiutarti, ma se non mi dici tutto..." quasi spazientito risponde il ladro
"Va bene le racconto tutto: Sono sposata da tre anni e il mio non è un matrimonio felice. Mio marito ha perso il lavoro, sta sempre a casa, beve e spreca tutti i soldi che guadagno per giocare a carte. Un anno e mezzo fa ho chiesto aiuto a mia madre per tornare a casa da lei. Purtroppo però non potendomi permettere il viaggio ho chiesto a mia madre di mandarmi una somma di denaro ogni mese in modo da poterli mettere da parte e alla prima occasione scappare di notte. Purtroppo un giorno mio marito trova
sotto il materasso la busta con sei mesi di invii e senza che potessi accorgermene li prende e li usa tutti a suo piacimento. Da quel momento pensai che quei soldi non potevano restare più a casa, ma dovessero stare in un luogo sicuro, una chiesa... questa chiesa."
"Cara io sono un ministro di Dio. Il mio compito è condurvi nel sentiero della fede... Ma quello che mi stai dicendo è davvero grave. Ti sei presa gioco di questa casa di fede per compiere i tuoi loschi e sporchi piani di moglie poco devota all'uomo che questa stessa casa di fede ha unito a te in matrimonio"
"Ma Padre quell'uomo di cui io dovrei essere moglie devota mi picchia, mi minaccia, mi tratta come una serva. Non posso più vivere così, sbaglierò ma voglio una nuova vita e per farlo mi servono quei soldi. Domani notte è il giorno perfetto e devo assolutamente avere quei soldi".
Il ladro capisce di aver caricato un po' troppo le parole, deve riacquistare la fiducia della donna per farsi dire dove sono quei soldi prima che li prenda lei stessa.
"Va bene, va bene ho capito tutto e capisco il tuo dolore. Ora però non posso fare quello che mi chiedi, ci sono i fedeli che attendono la messa e vedrebbero tutto... non si può. Bisogna che tu mi dica dove hai nascosto il denaro, così domani stesso te lo farò avere di nascosto e tu potrai tornare dai tuoi genitori"
"Davvero Padre farebbe questo per me" piena di gioia e di meraviglia esclama la donna.
"Certo!!".
"Sono proprio qui sotto Padre, sotto il confessionale! È pesante ma quando sei piena di rabbia e dolore ad riesci anche a spostare un confessionale!"
"Capisco figliola, capisco. Ora va..."

Mentre la donna si allontana frettolosamente il ladro già pensa a come poter prendere l'allettante bottino. Deve essere cauto e trovare il momento giusto per non sprecare quest'occasione. Apre leggermente la tendina per vedere dove si trova il parroco e poter scappare senza farsi vedere. Si accorge però che la messa era già iniziata e si compiace di se stesso poiché aveva saputo fingere con la donna, che non si era accorta di nulla e pensava che lì ci fosse il vero parroco.
Tuttavia uscire fuori in quel momento, con tutte quelle persone sedute e in silenzio tombale, era pericoloso... decise così di restarsene buono buono lì dentro e aspettare di uscire finita la messa e confondersi tra la folla...
La chiesa è piccola, molte sono le candele votive accese un pò ovunque. La luce è soffusa tra le panche, ma completamente buio è il confessionale... l'omelia del parroco sentita da lì sembra una favola sussurrata... nulla disturba il ladro al punto tale che lì, su quella scomoda sedia all'interno del confessionale, si addormenta... la messa va avanti.

DIN DON DIN DON d'improvviso rimbomba, anche nella chiesetta ormai deserta, il suono delle campane che segnano la mezzanotte.
Il ladro si sveglia di scatto, quasi non si ricorda dove fosse.
Il primo movimento è agitare le mani nel vuoto e nel buio gli occhi cercano uno spiraglio di luce.
La tendina si apre e il ladro si riprende dallo spavento. Subito esce, si stropiccia gli occhi.
L'ultimo tocco della campana gli fa capire che è tardi, che era rimasto lì per troppo tempo e che deve sbrigarsi a prendere il suo bottino...
Accende un paio di candele per farsi luce: una la tiene vicina a lui, l'altra è vicina alle altre spente. Si arrotola le maniche della maglietta, si posiziona al lato del confessionale e comincia a spingere.
Un rumore strano... un cigolio... si ferma, ma non sente più nulla...
"Sarò stato io stesso, che stupido" pensa ad alta voce.
Non si accorge che una porta si era aperta e poi richiusa...
Il confessionale, questa gabietta di legno pesa molto ma in poche mosse e con molta forza si sposta subito...
"mmmh vediamo un pò cosa abbiamo qui" dice il ladro mentre prende la candela per vedere meglio.
Una mattonella leggermente rialzata... poi un'altra e un'altra ancora... si crea un buco largo all'incirca dieci mattonelle quadrate piccole... non si vede nulla è buio.
Con la candela ancora in mano cerca di illuminare il buco.
La inclina verso il buco, ma la cera gli scivola sulla mano... si brucia... la candela cade nel buco...
"AAAAHHHH oddio" urla cadendo all'indietro.
"Fermo non si muova, polizia" si sente all'improvviso.
Il ladro è impietrito, non riesce a capire cosa stia succedendo.
Lui era lì per prendere dei soldi, per fare un bel colpo.
Invece Marco 22 anni ladro poco furbo, quella sera era finito ammanettato e accusato dell'assassinio di dieci persone, nascoste lì sotto quel confessionale.

La polizia lavorava a quel caso da più di un anno.
Tutte quelle persone scomparse venivano sempre viste per l'ultima volta entrare in chiesa.
Ma non si può dubitare di un parroco e della sua devota Perpetua, quell'elegante signora, che lo aiuta per il catechismo.
Invece si può sospettare di un giovane ragazzo di strada, che aveva già commesso altri reati e che è stato trovato sul luogo del misfatto. Le sirene della polizia si fanno man mano più lontane: le persone affacciate ai balconi tornano a dormire, le persone scese in strada rientrano in casa e mentre la polizia tira fuori tutti quei corpi da quel buco...
"Per poco non si accorgeva che ero io ad aver fatto quel cigolio"... disse il parroco alla perpetua rientrando in chiesa...

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