La biblioteca "Lupo della steppa" presenta:
Pensieri sparsi di Ornella Milani

 

Mi sono affacciata
Nata appena
Sull'orlo del mondo
Disperato ferito
Impietosamente mutilato.
Rapaci indifferenti
Uomini di ferro
Bambini mai cresciuti
Giocano con l'odio
Portano rovina
Male infinito
Nel mondo di sole.


La pazzia è esserci
Assentire impotenti
Credere di vivere
Assenti imperterriti
Ma consenzienti.
Vivere di nullita'
Ciechi sordi
Inutili bambocci
Di un mondo vuoto
Assurdo crudele.


Profumo di sambuco
In una notte d'estate
Cantano lucciole in volo
Occhi splendenti
Nelle notti azzurre.

Con passo di danza
Ti allontani ignaro.

Che non ti incrini
Il cuore puro
La miseria del presente.
Che la tua risata
Vinca l'abisso
Anima mia
Di tante tenerezze.


Mi lacera
Questa notte
Questo silenzio
Di tante parole
L'inquieto desiderio
Dell'impossibile.
Mi penetra
Il bene che tace
Ma si avverte nel buio.


Ombre rosse
Sui fianchi cupi
Dei monti.
E un rosso di cielo
Che sembra una festa
O uno sberleffo
Per tutto il morire.


Ormai tu taci
Si fa sera
Un frullare stanco
D'uccelli fra i rami
Un parlare di grilli
Intenso nell'erba.
Tremo nella notte.
Il buio scorre
In un sospiro.


Rapidi brividi
I gabbiani in volo
Alti lontani.
Pensieri sparsi
Acerbe solitudini
Azzurri silenzi.


Abbandono
Silenzio
Pace.

Parole
D'amore
E di nulla.

Io vivo
D'ombre.


Impalpabile giallo
Di mimose fiorite
Si scioglie nell'aria
Fragile fredda.
Piange il cielo
Sul vuoto assurdo
Sugli inutili gesti
Sul mio male.


Parliamo di tutto
Mai di noi.
Il baratro ormai
Inesorabile si apre.
Disperazione non averti
Come allora.
Ti neghi impietoso
Alla mia sete.


Un bimbo piange
Ti strazia l'animo.
Piccolo caro
Adorabile creatura
Gia' incompresa
Gia'sofferente.
E ti chiedi perché
Cosi' all'alba
Tu debba soffrire
Per inettitudine
Di chi non sa
Proteggerti.


I lamenti rauchi
Dei gabbiani
Sul mare livido.
Presagi tristissimi
Gelano il cuore.

E ora ritorna di te
Il ricordo inquieto
Mi manchi danzante
Lontano smarrito
Sogno di una follia.


Annebbiati confusi
Rivedo i tuoi occhi
In un pallido giorno.
Avevamo giorni
Giorni di sogno
Ora soli sperduti
Su sentieri diversi
Sgraniamo dolore.


Cala la sera
Volano al nido
Uccelli stanchi
Foglie tremano
Ali sbattono .
Fremiti convulsi
Di noi scontenti.
Un fischio un urlo
Più nulla.
Solo paura e buio.


Ricordo ancora
Nella mia solitudine
Il sorriso lieve
Dei tuoi occhi umidi.
Ed è un breve
Accordo di tristezza
Una folata struggente
Di tenerezze scomparse


Altera bellissima
Zenobia di Palmira
Settimia d'Oriente
Perla rara.
Leggendaria prole
Di Amru mercante
Sola creasti un regno
Di porpore e sete.
Ribelle a Roma
Regina di pietra
Madre dolcissima
Signora del deserto
D'ocra e d'oro
Templi marmorei
A dei assenti
Innalzavi ardita.
Rovine ormai
i tanti splendori.
Ma vinta in lacci
Riottosa prigioniera
Sfilavi altera
A Roma superba
A te ancora il nemico
Piegavi trionfante
Lo sguardo lontano
Al sogno infranto
Alle sabbie d'ocra e d'oro.

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