La biblioteca "Lupo della steppa" presenta:
Sicilia
di Daniela Piagai

Suona la sveglia, certo, ma la corsa gialla del sole l'ha preceduta e mi ha stampato sugli occhi l'estate.
I gelsomini, fuori, spremono un profumo da stordire, le cicale assordano, e io metto in moto la macchina sulle strade illuminate di questa Sicilia eccessiva dove tutto è troppo: una bellezza da urlo, tra calcinati fichi d'india e aranci amari; rovine millenarie, cartacce che volano insieme ai gabbiani, un disordine caotico che riesce a tirare fuori la mia quasi inesistente parte di casalinga, e mi fa venire voglia di rassettare.
Chissà da dove ci arriva questo impulso a costruire, a sporcarsi le mani, a forgiare: l'impulso che le donne, quelle ancora prigioniere in casa, sfogano spostando i mobili almeno a primavera.
E mi vieni in mente tu, amico, che cerchi perennemente di costruire la tua vita, piegandola e deformandola secondo un disegno logico, tra analisi e statistiche.
Io che gioco con i colori, mi limito a progettare paesaggi e figure sulla tela, così non faccio danno: la vita è una materia che scotta troppo, carne e sangue, un Giano bifronte che ti lusinga e ti uccide, e tu resti solo, con un fiammifero acceso e un foglio di carta millimetrata pieno di cifre vuote.

Sono quasi arrivata a Siracusa: prepotente, il coro dei clacson mi accoglie in città.

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