Anche la stampa ha il suo martire

Étienne Dolet

Étienne Dolet, nato a Orléans il 3 agosto 1509, fu arso al rogo a Parigi il 5 agosto 1546 a causa dei libri che stampò nella sua tipografia.
Oltre che tipografo, fu anche un poeta e umanista. Amava in particolar modo le opere di Cicerone.
Nonostante Dolet sia indicato come un rappresentante del Protestantesimo, o del razionalismo anti-cristiano, i protestanti del suo tempo non lo riconobbero, e Calvino lo condannò per esecrabile blasfemia contro il Figlio di Dio. Accusa che non risulta dalle opere da lui pubblicate.

rogo Dolet

La vita

Si ritiene che fosse il figlio illegittimo di Francesco I. Questa voce non ha mai trovato prove, ma comunque qualcuno vicino alla casa reale lo ha sempre aiutato.

Nel 1521 si trasferisce a Parigi dove studia da Nicolas Bórauld.
Nel 1526 studia a Padova. Quattro anni dopo, alla morte di Simon de Villanova accetta il posto di segretario di Jean de Langeac, vescovo di Limoges e ambasciatore di Francia alla repubblica di Venezia. Durante il soggiorno in Italia, riuscì a seguire le lezioni di Battista Egnazio e trovò il tempo per scrivere poesie in latino a una veneziana di nome Elena.

Nel 1532 torna in Francia. A Tolosa, assiste al rogo di un seguace di Lutero, Jean de Caturce. Ne rimane impressionato e ingiuria i membri del Parlamento Francese in nome della libertà.
Viene arrestato subito. Alcuni suoi amici riescono a farlo liberare.

A Lione, Sébastien Gryphe lo assume come correttore su raccomandazione di Jean de Boyssonne.
Durante il lavoro presso di lui compone opere, traduce i latini e raccoglie materiale per dimostrare la superiorità di Cicerone.

Nel 1535 per difendere Cicerone, impegna la nota polemica con Erasmo e pubblica il suo libro: Dialogus de imitatione Ciceroniana
In quel periodo dirige per Sebastien Gryphe (Gryphius) la pubblicazione di più di 50 libri e diventa tipografo.

Durante una rissa, uccide il pittore Nicolas Compaing, ma poi è perdonato per grazia sovrana da Francesco I.

Nel 1538 si sposa e sta per avere un figlio. Nello stesso anno fonda un'officina tipografica con l'aiuto di un ignoto finanziatore.

dolet Il 6 marzo 1538 ottiene da Francesco I:
"Il privilegio di stampare per 10 anni qualsiasi lavoro in Latino, Greco, Italiano o Francese qualsiasi prodotto della sua penna o che ha ricevuto la sua supervisione."
Il suo motto era:
"Preserve moi, Seigneur, des calamities des hommes, and Durior est spectatae virtutis quam incognitae condition"
 
Nel 1538 stampa il primo libro:
Cato christianus (libretto di pietà)
Ottiene gli elogi di Gulliaume Durand, rettore del college di Lione, ma il Parlamento di Parigi lo condanna.
 
Perché lo fece?
Voleva rimanere al di sopra delle beghe politiche, perché non pubblica i suoi amati classici latini?
Voleva forse pubblicare un'opera commerciale?
Oppure voleva dimostrare di saper affrontare anche lui temi religiosi?

Dal 1538 al 1541 non stampa più libri religiosi, si dedica a:

Nel 1542 si trasferisce in rue Merciere (accanto ai grandi librai) e pubblica 34 opere:

Nello stesso anno, prepara anche una traduzione della Bibbia d'Olivetano (Il sinodo di Chanforan del 1532 stabilì di far tradurre la Bibbia in francese, affidando il compito a Pietro Robert, protestante ginevrino detto "Olivetano". Il libro fu terminato nel 1535).

Gli ortodossi si insospettiscono, ordinano una perquisizione e trovano:

Nel 1542 è arrestato con l'accusa di ateismo.
Dopo 15 mesi di prigionia, il vescovo di Tulle, Pierre Duchatel, lo fa liberare

Tornando dal Piemonte, nel 1544 è arrestato di nuovo. La facoltà di teologia della Sorbona lo marchia come ateo recidivo.
Si crede che abbia composto in questo periodo il pentametro: Non dolet ipse Dolet, sed pia turba dolet.

Il 5 agosto 1546 fu torturato, strangolato e arso al rogo in Place Maubert, dove dal 1889 si trova una statua in suo onore.

Il processo di Dolet fu pubblicato nel 1836 da AH Taillandier, con i fatti rinvenuti dal registro del parlamento di Parigi.

Altre informazioni su Étienne Dolet (in inglese)

Le opere di Étienne Dolet