37. Bioculture:
Conservare e preservare

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Nel salvadanaio di coccio custodito in qualche angolo della casa le monete vengono risucchiate dalla sottile fenditura, sparendo alla vista dei bambini che poco prima le tenevano strette in mano e ora godono al tintinnio da esse provocato quando si riuniscono alle altre monete, per essere conservate fino al giorno in cui, tra i frantumi del contenitore, torneranno a fare mostra di sé, dando consistenza ai sogni ludici dei bimbi. Nella cucina un imponente frigorifero conserva differenti varietà di cibo, garantendo ai componenti della famiglia la qualità e le proprietà dei prodotti. In altre parti della casa altri oggetti vengono conservati cercando di assicurare a ciascuno di essi livelli diversi di sicurezza: la collezione dei francobolli nel cassetto dello scrittoio, i gioielli nella cassaforte murata dietro una litografia di poco valore, la biancheria più delicata tra mazzetti di lavanda nel cassettone. La conservazione di questi oggetti ha come finalità quella di sottrarli all'utilizzo immediato per renderli successivamente disponibili alle nostre necessità.

Massa Meadows Wilson Waza

Questo particolare modo di intendere la conservazione ha notevoli limitazioni quando si cerca di estenderlo agli organismi viventi e ai loro habitat. Un soggetto biologico è governato da un complesso sistema di funzioni che vanno colte sia in una dimensione spaziale, data dalle interazioni che avvengono nell'immediatezza del momento, sia secondo una scala temporale che costituisce la storia di quel soggetto. Ciascun individuo è il contenitore di una complessa serie di trasformazioni e utilizzazioni dell'energia proveniente dal Sole e occupa, insieme agli appartenenti alla sua stessa specie, un determinato piolo della scala trofica. Complessi sistemi ecologici, che si mantengono grazie ad un delicato equilibrio dinamico operante tra le comunità biologiche, assicurano all'energia luminosa proveniente dal lento ma continuo disfacimento del Sole, di alimentare i processi biologici, garantendo a ogni soggetto la possibilità di riprodursi e la capacità di adattarsi in funzione di un'ottimizzazione dell'utilizzo della stessa energia solare.
Eventi catastrofici, come la caduta di un grande meteorite o l'esplosione di un vulcano, possono fortemente interferire con tali processi determinando la fine di intere reti trofiche e portando all'estinzione numerose specie. La storia della vita sulla Terra è caratterizzata da tanti episodi di estinzione legati a fenomeni naturali.
L'incremento abnorme delle popolazioni umane e la tumultuosa crescita tecnologica da esse pilotata sta tuttavia determinando profonde alterazioni ambientali come l'effetto serra, le piogge acide, l'inquinamento diffuso, che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di interi ecosistemi. Gli interventi di conservazione devono quindi mirare a non fare perdere ad essi la funzionalità delle complesse reti trofiche lungo cui scorre l'energia solare, garantendo quel delicato equilibrio dinamico tra popolazioni di specie diverse che sta alla base del funzionamento dei sistemi ecologici. In tale cornice alcune specie possono avere un ruolo insostituibile nell'ambito dei differenti sistemi ecologici e la loro scomparsa può alterare profondamente le comunità di appartenenza (specie chiave). La conservazione di tali sistemi, in un mondo che è in rapida trasformazione per i processi globali di antropizzazione, deve vedere ad esse assicurata un'alta resilienza, una proprietà cioè che le renda idonee ad assuefarsi in qualche modo alle continue perturbazioni indotte essenzialmente dalle attività umane. Purtroppo, nei prossimi anni potrebbe non essere solo in gioco la sopravvivenza di alcune specie particolarmente sensibili alla frammentazione dei loro habitat, e che per tale loro caratteristica possono essere utilizzate come indicatori biologici della qualità ambientale (specie sentinella), ma di interi complessi biologici, sostituiti da surrogati di reti trofiche naturali che potranno mantenersi solo attraverso interventi umani, preposti a tamponare le varie emergenze ambientali.
Le riserve e i parchi naturali, se ampi e ben distribuiti nel territorio, possono svolgere un ruolo importante nella conservazione, ma essi già oggi tendono a divenire delle isole in un mare strutturato dalle popolazioni umane, per ricavare risorse necessarie alla loro sopravvivenza e riproduzione. In alcuni casi, l'istituzione di un'area protetta è essenzialmente mirata alla salvaguardia di alcune specie vulnerabili o che comunque usufruiscono di una particolare attenzione conservativa: la protezione di tali popolazioni può comportare che venga con esse protetta l'intera comunità di appartenenza e l'ecosistema di riferimento (effetto ombrello).
La imprevedibilità dei processi ecologici, con la loro componente caotica, rende d'altronde impercorribile l'obiettivo di prefigurare paesaggi ideali verso cui tendere, quali paradisi arbitrari, ma impone di misurarsi con l'instabilità e l'incertezza dei fenomeni organici naturali, avendo presente che la natura stessa contiene in sé valenze catastrofiche. Il mantenimento della diversità biologica, garantita dalla presenza di un insieme di differenti paesaggi ecologici, che si caratterizzano a livello locale per una loro specifica storia, diventa condizione irrinunciabile per preservare la funzionalità degli ecosistemi, assicurando nel tempo la loro possibilità di modificarsi.
La conservazione non può d'altronde mirare ad assicurare funzionalità all'ecosistema in cui sono operanti le comunità biologiche senza tenere in conto che qualsiasi sistema biologico trova il suo elemento costitutivo nelle spinta riproduttiva operante a livello dell'individuo, punto focale dei processi selettivi naturali. Gli interventi di conservazione devono dunque porre come primaria l'esigenza di vedere garantito a ciascun organismo, oggetto dell'intervento conservativo, il suo bisogno di riprodursi, reso attuabile attraverso l'espletarsi della libera scelta del partner. Quest'ultima condizione ha una valenza generale nell'ambito delle popolazioni che si riproducono sessualmente, in quanto è elemento costitutivo, necessario e insostituibile della selezione naturale. Anche nelle articolate e complesse società umane essa dovrebbe trovare delle limitazioni solo se interferisce con il diritto alla scelta da parte degli altri soggetti biologici.
La conservazione trae un valido ausilio dalle osservazioni che è possibile compiere, in ambiente naturale, sulla distribuzione delle popolazioni nel paesaggio ecologico e sulla loro dimensione genetica effettiva; in particolare una specifica attenzione merita lo studio delle molteplici varietà comportamentali come i sistemi nuziali, le relazioni di coppia, le gerarchie sociali, le scelte sessuali, al fine di una più attenta valutazione della dimensione reale delle popolazioni studiate.
Per molteplici ragioni tali complesse osservazioni spesso non possono essere attuate in natura nei tempi e con le modalità desiderate. Diventa allora importante potere disporre di strutture di mantenimento della fauna, così come della flora, in grado di fornire positivi contributi alla conoscenza delle popolazioni che sono oggetto di studio. Ciò può avvenire a condizione che gli individui vengano allevati in situazioni tali da supplire adeguatamente alle loro specifiche esigenze ecologiche.
I giardini zoologici e gli orti botanici, se ben strutturati, possono dare un contributo non secondario alla conservazione, soprattutto se essi svolgono un'attività di studio e di ricerca che sappia incontrarsi con le nuove sensibilità indirizzate a vedere prioritariamente assicurato il benessere dei soggetti allevati. Se questo ultimo aspetto solleciterà adeguate ricostruzioni dei luoghi di ospitalità, allora gli zoo, talora criticati per inadeguatezza ed insensibilità verso la sofferenza animale, potranno essere, come in parte già succede, paladini di un discorso di convivenza, avviato innanzitutto tra animali ospitati e visitatori, che permetta di associare, al piacere di ammirare specie difficilmente osservabili nel loro ambiente naturale, i costi e le rinunce da sostenere perché un tale incontro possa continuare ad esistere, almeno come possibilità, al di fuori dell'area recintata dello zoo o del parco.
Per tale strada la conservazione in situ si intreccia con quella extra situ, avendo prioritaria l'esigenza di costruire un'ampia rete di collegamenti tra le diverse strutture che ospitano esemplari di fauna e di flora, ed i vari progetti che in ambiente naturale mirano alla salvaguardia di particolari paesaggi ecologici.
Ogni organismo vivente è portatore di un modo di rapportarsi alla realtà esterna, che epigeneticamente trae fondamento dal codice trascritto nel DNA, in gran parte condiviso con gli altri soggetti appartenenti alla stessa specie o a lui vicini per una comune storia evolutiva. Non è dato sapere se tale organismo si trova inserito in un ramo dell'albero evolutivo destinato a seccarsi, o se la casualità e l'attività selettiva naturale lo stanno trasformando in un nuovo soggetto della storia evolutiva. Ed è proprio per questa indeterminatezza costitutiva che la conservazione biologica deve essere essenzialmente concepita come un'attività di preservazione mirata non ad ingessare i soggetti della sua attenzione, ma a mantenere e a ripristinare le condizioni, anche minime, che comunque permettano ai processi selettivi di continuare ad operare.

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