47. Bioculture:
Tra risi e sorrisi

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Tutti coloro a cui è capitato di svezzare un cucciolo sanno che il momento della poppata è in genere preceduto da vari tipi di richiami sonori, di tonalità sempre più alta, che segnalano insofferenza e molto appetito. Per il piccolo di orsetto lavatore è d'uso, se il biberon tarda a venire, raggomitolarsi tra le mani di chi è in procinto di far da balia e allungare le zampette lungo entrambi i lati della faccia, coprendosi gli occhi in un atteggiamento disperato. Il contatto con la tettarella e il gustoso sapore del latte tiepido fanno svanire di colpo la tensione ed il giovane orsetto, acquietatosi, comincia a muovere in modo ritmico le guance segnalando, a chi si sta prendendo cura di lui, che si sta nutrendo. E mentre il livello del latte conquista le tacche più basse del biberon, improvvisa e sempre sorprendente la bocca del piccolo talora si spalanca e la lingua, appiattita come un lenzuolo, incavata al centro a mo' di cucchiaio, riversa il latte copioso in fondo alla gola. Queste particolari posture sono adattamenti, acquisiti geneticamente, funzionali ad una più efficace appropriazione del nutrimento che, probabilmente, nell'allattamento naturale al seno, permettono ai cuccioli di orsetto lavatore di accelerare la poppata, facendo schizzare sulla loro lingua stesa a lenzuolo il nutrimento che sgorga dalle mammelle della mamma, stimolate dallo stropicciamento delle loro zampette.

Folia                               Eibl

Nei mammiferi la sopravvivenza dei piccoli è dunque legata strettamente alla capacità di assumere il latte dal seno materno. Lo sviluppo di una complessa muscolatura facciale ha garantito l'espletarsi di tale compito, favorendo nel contempo l'affermazione di alcune espressioni facciali collegate all'allattamento al seno che, come è accaduto per molte altre funzioni fisiologiche, sono state successivamente indirizzate dai processi selettivi naturali a svolgere ulteriori compiti. Nel caso specifico il movimento delle labbra che accompagna la suzione ha dato luogo, nei primati, ad un tipico movimento ritmico della bocca (lipsmacking–LPS) che, emesso indipendentemente da tale atto, ha acquisito nel corso del tempo evolutivo un significato di affiliazione e di rassicurazione tra i membri del gruppo.
In altri contesti, antichi progenitori, forse simili nell'aspetto ad una genetta, erano stati adattati dalla selezione naturale a reagire in maniera riflessa ad una sensazione dolorosa provocata dall'essersi troppo avvicinati col muso ad una pianta spinosa o urticante, ritraendo le labbra sensibili e mettendo in mostra i denti, più attrezzati a frapporsi, a guisa di schermo, all'imprevisto inconveniente. La selezione ha reinvestito tale postura, che originariamente era associata ad una sensazione dolorosa, dando luogo a quella particolare espressione facciale indicata come sorriso, che si rende manifesta essenzialmente tra i primati probabilmente perché risultano dotati di una maggiore ricchezza e plasticità di interazioni sociali.
Il sorriso è determinato dall'arretramento degli angoli della bocca che rimane comunque chiusa, dal sollevamento delle labbra e dall'esibizione dei denti (silent bared teeth – SBT). Esso segnala sottomissione in alcune specie come tra Macaca mulatta e Macaca fascicularis, in altre, come tra Macaca sylvanus, esprime il desiderio di riconciliazione; in altre ancora, come tra Macaca tonkeana e Macaca silenus, è utilizzato nel gioco e nei momenti di affiliazione.
Alcune smorfie di stupore o di meraviglia di antichi progenitori sono state anch'esse impiegate nel corso dell'evoluzione in contesti sempre più astratti e simbolici, originando l'espressione conosciuta come faccia da gioco (relaxed open mouth – ROM). La bocca in questo caso appare aperta a formare un profilo ovale e i denti sono scoperti. Questa espressione, accompagnata da tipiche vocalizzazioni, è usata durante il gioco e in momenti comunque gioiosi; presente anche nell'uomo, essa è conosciuta come riso.
È interessante a tale proposito rimarcare il fatto che mentre il riso o la risata sono sempre manifestati in un quadro di reciproca spensieratezza, il sorriso assume, come si è detto, significati non univoci tra le varie specie di primati; in particolare nelle scimmie antropomorfe, uomo compreso, esso tende ad avere valenze non molto dissimili da quello del riso. È stato ipotizzato che il diverso significato che il sorriso assume tra le varie scimmie possa essere attribuito ai differenti modelli di organizzazione sociale presenti tra di loro: lì dove i rapporti tra i componenti del gruppo sono governati da rigide gerarchie, come avviene tra Macaca buscata o Macaca fascicularis, il sorriso è rivolto dal subordinato al dominante ed è espressione di sottomissione e di riconoscimento di una sorta di principio di vassallaggio. Al contrario, dove il sistema sociale è meno dispotico e maggiormente tollerante, il sorriso si è evoluto come strumento di riappacificazione e di disposizione amichevole, non molto dissimile dal riso; inoltre esso, dal momento che come altre espressioni facciali svolge un ruolo importante nella comunicazione non verbale, è stato incanalato dalla selezione naturale in moduli interpretativi rigidi e prefissati, che sono funzionali alla sopravvivenza o alla riproduzione dei soggetti che li esprimono.
Ma sul sorriso ha fortemente operato anche la selezione sessuale che, per sua natura, privilegia il messaggio ambiguo e ingannevole, frivolo ed esuberante, volubile e arbitrario, comunque spendibile da parte dei differenti soggetti che con varie espressioni del viso si ammiccano nelle arene dei corteggiamenti amorosi. In tale contesto il sorriso viene impiegato da molte specie di primati per attirare su di sé l'attenzione del partner aggirandosi in uno scenario che si avvicina più ad una commedia di Goldoni o al "sogno di una notte di mezza estate", piuttosto che alle cupe atmosfere che avviluppano le creature di Euripide.
Una organizzazione sociale imperniata su una rigida gerarchia tende a svilire il sorriso confinandolo al ruolo di ossequiosa gratificazione del più forte, e a sottrarre per tale via alla selezione sessuale un'arma importante nei giochi d'amore. Nella realtà storica, anche lì dove sembra che una tale gerarchia sociale abbia messo le catene ai processi selettivi governati dalla selezione sessuale, si sono affermati momenti in cui il senso ludico della vita ed il piacere della scelta hanno trovato il modo di esprimersi. Così tra i Macaca buscata, in cui il maschio dominante impone per così dire rigidi cerimoniali alla sua corte, nel momento in cui le femmine vanno in estro, e per sua sfortuna capita che questo avvenga in un arco di tempo molto ristretto, egli non può disporre contemporaneamente di tutte loro né esercitare nel modo opportuno i necessari controlli; dietro le quinte molte femmine scelgono il loro partner distribuendo sorrisi tra i servi del palazzo e rendendo il borioso sovrano, fatte salve le apparenze, padre di un discreto numero di figli illegittimi!
Analogamente a quanto si osserva nelle scimmie antropomorfe, tra gli umani il sorriso è in genere indice di gioiosa convivenza, sollecita riconciliazione e affiliazione, rimanda a specifiche emozioni espresse in maniera involontaria; inoltre, traendo origine dalla storia evolutiva dei loro emittenti, ha valenza universale manifestandosi e venendo interpretato in modo uguale da tutte le popolazioni umane, a testimonianza della loro origine monofiletica. Tuttavia, benché esso venga espresso in contesti rassicuranti, bisogna saper cogliere le espressioni che lo contraddistinguono quando è manifestato dai bimbi, in cui assume un significato univoco, o dagli adulti, avvezzi alla manipolazione e all'inganno. Sorridere può infatti anche essere un modo subdolo di entrare nelle grazie di un superiore o di conquistare l'animo di un potenziale partner dalla fitness molto elevata. Si innesta allora una corsa agli armamenti in cui chi sorride tende a creare, attraverso un attento autocontrollo di tale espressione facciale, un clima amichevole che si adatta meglio a tessere le proprie machiavelliche intenzioni manipolative; dall'altra parte il ricevente ha una mente attrezzata a vagliare, attraverso un esame accurato dell'espressione facciale che accompagna il sorriso, se esso è sincero o ingannevole; quello della Gioconda è emblematico di tale ambivalenza ed esprime bene la complessità che si ha nel coglierne il reale significato.
Se da una parte dunque il sorriso ha origini lontane ed è condiviso, nel significato che noi gli diamo, con altre popolazioni animali, in particolare con alcuni primati, nell'uomo esso si intreccia, nei suoi aspetti comunicativi, con specifici linguaggi ed espressioni culturali, anche locali, che possono mascherarne la dirompente forza espressiva. Come espressione facciale il sorriso comunque continua a mantenere integro il suo originale significato di giocosità e spensieratezza almeno nei comportamenti affiliativi dei bimbi con i genitori o nei giochi amorosi tra partner in vena di esprimere reciprocamente sentimenti non ingannevoli.

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