La filosofia a teatro
Il Candelaio di Bruno
di Emiliano Ventura

D'ogni legge nemico e d'ogni fede

"Se un uomo non è disposto a correre
qualche rischio per le sue idee, o le sue idee
non valgono niente o non vale niente lui"
Ezra Pound

Roma 17 Febbraio 1600 un angolo di Campo de' fiori è lo scenario di un dramma a tristo fine.

Un frate domenicano "piccolo, scarno, con un po' di barba nera" tale Filippo Giordano della famiglia dei Bruni, viene condotto dal braccio secolare nudo con la mordacchia affinché non pronunciasse altre parole eretiche.
Giordano Bruno "frate apostata da Nola di Regno, eretico impenitente fu condotto in campo dè fiori, e quivi spogliato nudo e legato a un palo fu brusciato vivo", morto senza pentirsi e distogliendo lo sguardo dal crocefisso.
Il fumo del rogo con l'afrore delle carni e del grasso liquefatto, qualche filamento di tessuto che sale con il calore, particelle o atomi: "Il tempo tutto toglie e tutto dà; ogni cosa si muta, nulla s'annichila; è uno solo che non può mutarsi, uno solo è eterno, e può perseverare eternamente uno, simile e medesmo".

Cosi si esprime lo stesso Bruno che ha ben chiaro il concetto di eterno fluire delle cose sull'unità materiale del tutto, torneremo ancora su questa definizione.

Qualcosa rimane anzi resiste. Scaricate tutto l'estratto di questa tesi:
candelaio formato ePub (68k)
candelaio formato PDF (113k)