28 Cultura & Società
La crociata dei bambini
articolo di Giovanna Corchia

Schwob

La crociata dei bambini
Marcel Schwob
Anno 2004
96 pagine

"Alcuni affermano che prima di queste strane partenze di bambini, di dieci in dieci anni, pesci, rane, farfalle e uccelli erano partiti allo stesso modo, ognuno secondo l'ordine e la stagione della sua specie. Le partenze maravigliose rientrano dunque in un ritmo di vita cosmica, l'avvenimento ha svelato meglio il suo significato".
Alphandéry e Dupront

Racconto del goliardo

Il narratore è un vagabondo che vive di elemosina e si sente libero. La sua vita non è certo esemplare, però non è mutilatore di bambini. Ne ha incontrati tanti, da loro ha saputo che la loro meta è Gerusalemme. Trema per loro, sono così indifesi! Prega perché quei bambini che portano una croce sui loro abiti possano addormentarsi tranquilli, ogni sera.

Racconto del lebbroso

Il narratore è un lebbroso. Avanza con il corpo e il volto coperti, solo le mani sono libere, ma ne ha orrore, quasi fossero bestie squamose tese ad afferrare la preda. Solo i suoi denti sono robusti e bianchi, pronti a mordere, quasi fossero quelli di un vampiro.
Gli vanno incontro dei bambini e lui, maledetto, dimenticato da tutti e dal Salvatore, prenderà ciò che non gli è stato mai dato, farà una piccola vittima. Ma il bambino che avvicina non ha ribrezzo né paura, non si nasconde, anzi gli parla, dice di essere diretto a Gerusalemme, anche se ignora dove sia la meta che vorrebbe raggiungere. Gerusalemme è il Salvatore, ma non ha nessuna idea di come sia il Salvatore, la sola cosa che sa è che è bianco, come il lebbroso, di cui non può certo aver paura. Un pianto liberatorio scuote il lebbroso: il bambino è salvo ed ha un messaggio da portare al suo Salvatore, dovrà chiedergli perché ha scordato il povero derelitto che ha orrore di se stesso.

Racconto di Papa Innocenzo III

Il papa è solo, spoglio dello splendore dei paramenti sacri. Prega, si sente vicino alla morte. Riflette sui delitti, le eresie del mondo, ma dubita che lo siano veramente. Soffre perché sa che il Santo Sepolcro è ancora in mano agli infedeli.
In quel clima di grande confusione e torpore, il papa sa di una crociata di bambini, partiti ignorando che cosa li spinga a raggiungere la Terra Santa. E Innocenzo teme per la loro sorte: saranno inghiottiti dal mare o preda degli infedeli. Il papa è perplesso, non pensa si possa sperare che il Santo Sepolcro possa essere liberato da quei bambini indifesi.
Sono degli eretici, forse posseduti dal Maligno. Sarà stato proprio il Maligno, trasformato in pifferaio magico, che li ha attirati. E, come il pifferaio di Hameln, li porterà tutti alla perdizione. Innocenzo prega perché il Signore lo illumini e gli detti il comportamento da tenere con quella moltitudine di innocenti.

Racconto dei tre bambini

Nicolas, muto, Alain e Denis sono partiti perché chiamati da voci bianche, come le voci degli uccelli morti durante l'inverno. Sono in tanti. Con loro c'è anche un bimbo cieco, Eustace, che cammina protendendo le braccia, sorretto amorevolmente da una bambina, Allys, che non lo abbandona mai. Sono sicuri di arrivare un giorno al mare che si aprirà e li lascerà poi giungere a Gerusalemme. Il Signore li guiderà certo sino alla sua tomba.

Racconto di François Longuejoue, scrivano

François Longuejoue, scrivano di un armatore di Marsiglia, rende noto che il 15 settembre 1212 molti bambini si sono rivolti al suo padrone perché appresti delle navi che li trasportino in Terra Santa. Il mare non è molto favorevole al viaggio, però si pensa di imbarcarli lo stesso, perché la presenza di quella moltitudine affamata può creare problemi alla sicurezza della città.
Lo scrivano racconta che quei bambini raccolgono conchiglie, si meravigliano di ogni cosa, pensano, ingenuamente, che le stelle marine che scoprono per la prima volta, siano delle stelle cadute dal cielo per indicare loro il cammino, la via del Signore.
Lo scrivano conclude il suo racconto con le lodi agli armatori di Marsiglia che hanno imbarcato quella turba infantium senza informarne la Chiesa, pur se consapevoli dei rischi della navigazione a causa del mare minaccioso e della presenza di mercanti infedeli. Ma l'ordine della città è stato così assicurato.

Racconto del Kalandar

Il narratore è un mendicante musulmano che vive del poco riso che gli viene dato e dell'acqua che gli viene versata nella zucca che porta con sé, suo solo avere. In questo modo mantiene puro il suo corpo, anche se ciò che gli preme di più è la purezza dell'anima. Lodato sia il profeta, è la preghiera che rivolge a Maometto. Anche i bambini che ha incontrato sono puri. Vengono, si dice, dall'Egitto, dove sono stati sbarcati dai Franchi. Poi passa a descriverli, tutti vestiti di bianco, croci cucite sugli abiti e lo sguardo fisso in avanti. Credono nel profeta Gesù: il loro errore è manifesto, ma Dio è grande e protegge anche chi non ha fede in Lui.

Racconto della piccola Allys

La piccola Allys racconta le traversie affrontate su un mare furente con fuochi celesti, in un giorno senza luce, nero. Ora sono su una terra bruciata, dove sono stati condotti da uomini malvagi.
Non ha più notizie di Nicolas, Alain, Denis e tutti gli altri. Erano su un'altra nave, ma tutte le navi sono sparite quando il sole ha illuminato il paesaggio.
Tutto è bianco, le case, gli abiti; le donne hanno il viso velato. Il bianco, per la piccola Allys, è speranza: arriveranno un giorno a Gerusalemme e là il miracolo avverrà: Eustace potrà finalmente vedere il suo volto. Questa apertura alla luce non è Allys ad annunciarla, ma un narratore onnisciente.
E questo scalda il cuore del lettore che, per un attimo, dimentica la triste fine di questi crociati bambini.

Racconto di Papa Gregorio IX

Il vecchio papa si rivolge al mare tornato calmo, innocente, azzurro come un cielo liquido, costellato di astri vivi, e lo supplica di rendergli i bambini che ha, in gran parte, ghermito o fatto cadere in mani infedeli.
Nella sua preghiera ricorda la preghiera di un suo predecessore, papa Innocenzo III, ed è consapevole che Dio non si palesa mai a chi lo invoca, non lo fece neanche con suo Figlio nell'Orto degli Ulivi. "Ogni male e ogni prova hanno in noi la loro sede", è quello che aggiunge. Finisce poi con l'assolvere il mare che pure ha spazzato via tanti innocenti ma gli chiede di assolverlo a sua volta, perché ha dubitato. La sua promessa è l'edificazione di un Tempio che raccoglierà i resti di quei bambini che il mare impietosito restituirà.

[l'edizione contiene anche il testo di Mishima Yukio, Il mare e il tramonto]

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