36 Cultura & Società
I pretendenti
articolo di Giovanna Corchia

Pretendants I pretendenti
Jean-Luc Lagarce
Les Prétendants
éd. Le Solitaires Intempestifs
Anno 2002
Pagine 104

Nel mio lavoro di lettura e presentazione della pièce di Jean-Luc Lagarce riprenderò il nome dei personaggi e il loro ruolo di volta in volta.

Prima parte

Siamo in ritardo. Non siamo in ritardo? Se non è cominciato...

Siamo in una cittadina di provincia, nella sede di un'associazione. Associazione di cosa? Non è precisato. A vario titolo sono riuniti i membri della precedente organizzazione: l'ex-direttore, Paul Raout, Hélène, la moglie, e Christine, la figlia; la segretaria, Paule Brulat, Maxime Ripoix, un collaboratore del direttore, la moglie di costui, Nelly, e altri ancora. Qualcuno arriva in ritardo o crede di esserlo e questo diventa un oggetto ripetuto di scambi verbali: Sono in ritardo? No, non lo sei. È cominciato? No, non è cominciato...
A prendere il posto della vecchia guardia sono Marc Später, il nuovo giovane direttore, almeno questo sembra deciso, e Jean-Michel Blot, suo amico e futuro collaboratore, almeno nelle intenzioni. Tutto sarà ufficializzato alla presenza di Mariani, il rappresentante del Ministero, introdotto da Solange Poitiers, rappresentante dell'Amministrazione comunale, colei che sembra tenere le fila di tutto. Dà del tu a tutti ma continua a scusarsi con l'inviato di Parigi, perché nessuno era ad accoglierlo al suo arrivo in stazione. Francamente ignorava che sarebbe arrivato, se lo avesse saputo, francamente sarebbe andata a incontrarlo, avrebbe persino precettato qualcuno: francamente, francamente increscioso, doloroso quanto accaduto... E poi, in disparte, sembra far ricadere la responsabilità su qualcun altro, che a sua volta continua con il gioco dello scaricabarile. Uno scambio di accuse reciproche che sembra non aver mai fine. Entrano poi in gioco le altre donne il cui ruolo sembra quello di mettere in vista il marito; in particolare si distingue Nelly, la maestra, che ha aiutato il marito collaboratore dell'ex-direttore nelle attività del circolo, mentre lui, il povero Maxime Ripoix è solo preoccupato del ritardo e cerca di non apparire, almeno così è per la moglie; lo stesso è per Hélène Raout, che non accetta di buon cuore la sostituzione del marito nella direzione di quel qualcosa non ben precisato. Non si può però passare sotto silenzio il ruolo dei mariti: il marito di Brulat, la segretaria, e il marito di Poitiers, la rappresentante del Comune. Il primo, molto insicuro, non sa se restare o andare; in verità pensa che sia opportuno essere presente per non essere scalzato via, per conservare la collaborazione come pubblicitario dell'Associazione. Il secondo è un vero cavalier servente della moglie: ne è comandato a bacchetta, e, da parte sua, non fa che sottolineare i grandi, gravosi impegni della moglie. Da non trascurare un personaggio speciale, Soliveau, di cui si dice che beva e di cui si ignora a che titolo sia presente a quella riunione molto composita, strana, di personaggi il cui scopo è, forse, quello di continuare a contare qualcosa nella realtà sbiadita di una cittadina di provincia.
Quali le preoccupazioni prevalenti? Esserci per non essere scalzati via, dimenticati; non essere in ritardo; paura di esserlo, pur non mancando di sottolineare che non si tiene poi tanto ad esserci; sottolineare in modo appropriato l'importanza rivestita dai presenti e, tra tutti, Mariani, l'inviato del Ministero.
Il nuovo direttore, Marc Später è stato designato forse in una riunione precedente ma senza l'accordo di tutti, a quanto pare. Questo non è mai detto chiaramente ma traspare da un certo linguaggio violento... Vedremo. È giovane e si potrebbe pensare che sia stato un movimento prevalente di sostituire i vecchi, per far largo ai giovani, forse per svecchiare la casa, la struttura, di cui si ignorano gli obiettivi. Al suo fianco ci sarà Jean-Michel Blot. Il secondo ma anche il primo cercano di corteggiare Christine, la figlia dell'ex-direttore: potrebbe tornare utile; un'affermazione che vale anche per la ragazza, almeno nelle intenzioni dei genitori.
Il direttore in pectore è l'estensore di un progetto ma non se ne conosce il contenuto. Sulla scena tutti si muovono, tutti parlano, le parole s'intrecciano e, in questo, ricordano gli scambi verbali sulla piazza di una cittadina di provincia tra i personaggi di Rhinocéros di E.Ionesco: Bérenger e Jean; il matematico e il vecchio signore. Questo provoca un effetto comico nell'apatia di quella cittadina che non sembra sconvolta dal passaggio di un rinoceronte... Anche qui le parole degli uni e degli altri si confondono, il filo del discorso s'ingarbuglia e l'effetto è comico... Comico? Anche le presentazioni dell'uno all'altro sembrano non finire mai, nel rispetto del più puro linguaggio formale, ma senza emozioni, ognuno resta chiuso nelle sue preoccupazioni: Sarò in ritardo? Non si preoccupi, non è niente; niente è cominciato. Fatti valere! Non restartene da parte. Si festeggia il nuovo, ma non è ancora cambiato niente... E così di seguito.
Una lite, uno scontro verbale dietro le quinte, il tono si alza, ma... non è niente... tutto deve andare a buon fine.
Perché non dare inizio all'incontro? Mariani ha fretta di andar via.
Qualche scambio tra i personaggi:

Mariani Se ci son tutti, forse potremmo...
Aubier Cara signora, sì, credo che sarebbe bene cominciare
Christine a Blot La brava signora Ripoix sembra interessarsi molto a lei
Blot "Sensibilizzazione per i più piccoli"
Schwartzer Ne parliamo quando vuoi
Brulat Non ti preoccupare
Ripoix Ho sbagliato, mi sono perso qualcosa
Später a Blot Jean-Michel, si comincia
Poitiers Signore e signori, se vi volete accomodare. Tesoro...
Louis Ahhh! Si comincia
Soliveau Soliveau. Non siamo stati presentati,Signore e Signori, Soliveau, molto lieto, Soliveau,onorato, Soliveau, Soliveau, felicissimo, Soliveau, Soliveau.

È il trionfo del vuoto!

Seconda parte

Poitiers Ma buon Dio! Buon Dio di Dio di Dio. Cos'è questo bordello del buon Dio?
Schwartzer La sistemiamo subito, questa storia! Max, vieni qui! Ripoix, vuoi venire!
Poitiers Ma merda merda merda! Paul, che cos'è questa stronzata micidiale?
...
Poitiers Ma per il buon Dio di merda, non continueranno!

È una breve scena di passaggio, la violenza verbale della rappresentante dell'Amministrazione comunale svela retroscena, malcontenti, contrarietà alle decisioni già prese, ma tutto resta confuso, poco chiaro. Poitiers non può certo far saltare la riunione, di fronte, poi, al rappresentante del Governo centrale!
Ma tutto questo non è poi ciò che avviene in molte amministrazioni grandi e piccole dove la politica non affronta certo i temi importanti per una buona gestione del potere, si sclerotizza anzi su come spartirsi il potere... Quale potere? Per realizzare quale progetto?

Terza parte

Se ci son tutti, forse potremmo...
Sarò breve
Uff! Hop, hop, hop!

Frasi già sentite, ripetute, nel vuoto delle idee; manifestazioni di noia, ma anche di sottolineatura ironica di parole in libertà. Tutto questo caratterizza la terza parte di una pièce senza filo, senza storia, con personaggi che si mettono in gioco per non perdere qualcosa che non si sa esattamente cosa sia, ma che, ognuno lo crede, può dare o togliere prestigio in una cittadina di provincia.

Se ci son tutti, forse potremmo...

Ed è il momento dei discorsi ufficiali. A prendere la parola per prima è Solange Poitiers, la rappresentante del Comune. Annuncia che sarà breve, continua a ripetere che lo sarà così come riprende sempre gli stessi ringraziamenti; per primo ringrazia Raout, il vecchio direttore, al quale si rivolge, e conferma, familiarmente, chiamandolo per nome, proprio per renderlo ancora più partecipe della sua stima per lui: Paul, l'umile artigiano della cultura che ha operato così bene nell'interesse della cultura stessa, che ha contribuito a fare del centro un crogiolo della creazione, sia pur locale. Le reazioni sono le più varie: c'è chi sbuffa, chi ringrazia, chi, sentendosi tagliato fuori, fa il verso alle parole altisonanti con un hop, hop, hop.
Seguono i ringraziamenti per le lodi ricevute, in realtà solo formali, dell'ex-direttore, che pronuncia, a sua volta, parole di circostanza. Prende poi la parola Mariani, il rappresentante del Ministero, anche le sue non sono che parole già sentite, puramente formali...
Infine l'offerta di un dono al direttore uscente, e lunghe disquisizioni sul dono stesso, sul suo valore. Tutta la famiglia Raout ringrazia e ancora ringrazia per l'omaggio: Bello! Molto bello, vero?
C'è chi manifesta il suo disaccordo, non sul valore del regalo, ma su quella riunione, perché si sente emarginato dal nuovo che verrà, se verrà. In tutto questo si sente una non tanto velata ironia.
Finalmente è il nuovo direttore a prendere la parola, ma nessuno lo ascolta, anzi qualcuno chiede di passare al rinfresco. Le parole in libertà continuano, i nervi saltano. Nelly esclama:

Cornuti, nient'altro che cornuti, ecco, cornuti e silenziosi. Dieci minuti di cornutaggine.

Tocca ancora a Mariani prendere la parola per sottolineare che le scelte fatte certo non sono state facili, ma che la sua presenza, se pur breve, non deve far pensare che tutto si esaurisca in quel solo incontro: il Ministero veglierà, finanzierà il progetto... E questo è tutto, perché dichiara espressamente che sarà breve, che non vede l'ora di finire, proprio così. Nelly continua a imprecare, finché qualcuno non decide di accompagnarla sul terrazzo. Ci si chiede se ci sono problemi, ma Poitiers cerca di mettere a tacere tutto, non è che un malessere passeggero della signora Ripoix.
Siamo sempre nel vuoto, nella sottolineatura della mancanza di obiettivi, di un progetto, di fronte a pretendenti senza valore proprio, uomini senza qualità.
Soliveau, l'ubriacone, colui che non si sa a che titolo sia là, se la ride.

Quarta parte

Tutti in scena: le parole sembrano sempre cadere nel vuoto, il filo si perde. Raout, che deve cedere la carica, assicura Später, che prenderà il suo posto, che potrà contare sul suo appoggio incondizionato; in realtà nutre ben altri sentimenti. Nelly è fuori di sé, sul terrazzo, e i due membri del consiglio di amministrazione, Simone Louis e Debreuil, non sono affatto contenti dell'evoluzione delle cose.
Poitiers cerca sempre di calmare le acque, di affermare la sua autorità, sul vuoto di tutte quelle parole in libertà cariche spesso di violenza.
Nella confusione Mariani si chiede sorpreso: Mi state dimenticando, c'è un problema? C'è un problema?
Ma no, non c'è alcun problema, le intemperanze della signora Louis non sono che una conseguenza della sua età e forse di una debolezza di udito...
Decisione presa, allora? Tutti contenti? Ma no, no, di certo. Mariani desidera tagliare la corda, ma non può: c'è il rinfresco per tutti: degna conclusione di pretese insoddisfatte.
I pretendenti sempre lì, insoddisfatti, pronti a scontrarsi, pur nel tentativo di tenere a freno gesti e parole. Il vuoto, sempre il vuoto.

Quinta parte

Tutti in scena, tutti a proporsi di accompagnare Mariani in stazione. Tutto dovrebbe ormai essere chiaro: è il momento di sgombrare baracche e burattini. Non è proprio così e, soprattutto, a dubitarne è il giovane amico del futuro direttore: Blot. Siamo ai saluti di commiato: Caro Signore, arrivederci. Signora, sono stato molto felice di fare la sua conoscenza.
E il solito Soliveau dice la sua: È una bella porcata, voi non vedete niente, ma è una bella porcata.
Gli ultimi a restare sul posto: Brulat e Später. Ecco le loro parole:

Brulat Lei non va? "Caporetto"?
Später Sì, sì. E lei?
Brulat Ho le chiavi.

Quelle chiavi chiuderanno la porta sul vuoto.

Poche riflessioni ulteriori

Lo scrittore Jean-Luc Lagarce ha tratteggiato con successo i personaggi della sua commedia: tutti a contendersi qualcosa, tutti a sentirsi minacciati di perdita di prestigio che un ruolo può dare. Ma prestigio e ruolo per cosa? Non si sa. Quali le finalità di quel crogiolo di creatività? La cittadina di provincia in cui ha luogo la riunione per ufficializzare un cambiamento non conoscerà alcun cambiamento, se non il teatro messo in scena dai pretendenti. Pretendenti a cosa? Al vuoto. Ignoriamo persino cosa contenga il progetto del nuovo direttore.

Lagarce – Ionesco

La cittadina in cui si svolge l'incontro dei Pretendenti ricorda molto da vicino quella della pièce Rhinocéros di Ionesco: niente sembra scuoterla, se non il dibattito vuoto sulla provenienza del rinoceronte che ha appena attraversato la piazza, schiacciando il gattino di una signora: asiatico o africano? Vuoto anche qui, anche se all'apatia dei personaggi di Ionesco, si contrappone la frenesia di quelli di Lagarce.

Lagarce – Beckett

Vladimir e Estragon, i due clown di Aspettando Godot, come Brulat, Schwartzer, Raout, Debreuil e compagnia? La coppia beckettiana come i personaggi di Lagarce scambiano parole vuote, slegate, che seguono intrecci ingarbugliati. Ma l'assurdo in Beckett è molto più esistenziale, come si può cogliere in questa lunga replica:

Vladimir Una cosa è certa, però: il tempo è lungo, in queste condizioni, e ci spinge a popolarlo di movimenti, che, come dire, che possono a prima vista sembrare ragionevoli, ma ai quali noi siamo abituati. Tu mi dirai che è per impedire alla nostra ragione di colare a picco. D'accordo. Ma non sta forse già vagando nella notte assoluta dei grandi abissi, è questo che mi chiedo talvolta. Mi segui?
Estragon Si nasce tutti pazzi. Alcuni lo restano.

Nei personaggi di Lagarce invece tutto sembra restare ad uno stadio d'inconsapevolezza, come se non cogliessero sino in fondo l'insignificanza dei loro scambi verbali, del loro dibattersi...

Riferimenti Libri

Piccolo teatro: la scheda: regia di Luca Ronconi e Carmelo Rifici

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