Etica professionale

impiegati che si sfogano

Alcune persone che iniziano la loro carriera lavorativa, a volte notano di entrare in un lieve stato di shock dopo i primi mesi.
Questo accade perché non tutti capiscono (e alcuni non lo capiranno mai) in che cosa consiste realmente il lavoro.
In pratica, si è pagati per rappresentare un ruolo. Chi assume, (titolare o azienda) si aspetta dal dipendente l’interpretazione di una parte, non gli interessa che il lavoratore dimostri di avere carattere o personalità particolari.

Purtroppo la scuola e la televisione ci bombardano insegnandoci che è giusto pensare con la propria testa, essere indipendenti, ma la maggior parte delle volte non è questo che la società vuole da noi sul lavoro. Molti rimangono umiliati del ruolo passivo, credono di aver perso la dignità solo perché confondono la vita reale con il ruolo rappresentato, scivolando verso la nevrosi.
Solo chi riuscirà a distinguere nettamente le due parti, gestirà più efficaciemente le condizioni di stress, inevitabili nell’ambito lavorativo.

Il tutto è peggiorato dai responsabili degli uffici, che spesso sono costretti (qualcuno con piacere) a essere ipocriti. Non possono affermare chiaramente che si aspettano che seguiate gli ordini senza discutere perché verrebbero accusati di essere dei dittatori. Quindi vi istigano a esprimere la vostra opinione, vi chiedono di far notare quando sbagliano, ma in realtà apprezzano chi sembra che pensi con la propria testa, chi sembra che sia in contrasto con loro ma in realtà accetta passivo le direttive ricevute.

Riuscendo a "staccare" dai problemi sorti in ambito lavorativo durante le ore di riposo, il lavoratore riuscirà a riposarsi efficacemente, per ricominciare il giorno dopo con rinnovato entusiasmo, aumentando così la sua efficienza.
Attenzione, non stiamo affermando di non lasciarsi coinvolgere nelle questioni lavorative, anzi lo si può fare nel massimo grado, infuriandosi con i colleghi poco collaborativi o con i fornitori inadempienti, ma è necessario rimanere costantemente coscienti che non siamo noi a snervarci, ma il personaggio che stiamo rappresentando. Se non si riuscirà ad attuare questa separazione, la dinamicità del lavoro di oggi ci sommergerà inevitabilmente, creando uno stato di continua tensione che porterà presto a problemi fisici, e più tardi allo scoforto totale quando (se?) arriverà il giorno di andare in pensione.

Il sistema di fare carriera in ambito aziendale è cambiato.
Una volta si sentiva: "È disorganizzato, ma dà una disponibilità particolare all’azienda" e questo era sufficiente.
Oggi si misurano i risultati, la disponibilità non basta. Rimanere sino a tarda notte in ufficio per completare un lavoro che, chi riesce a separare la vita privata da quella aziendale completa durante la giornata lavorativa.

© 2000, Steppenwolf