Luce

L'autore:

L'autore che usa lo pseudonimo Kal-El ha 18 anni, ed è un grande appassionato di horror, fantascienza, alieni e tutto ciò che non è considerato "normale". Scrive racconti da quando era ancora un bambino.
Gli piace la musica, i film e telefilm fantastici e ha confessato che a scuola non va poi tanto bene. Ci ha chiesto di pubblicare questo suo messaggio: "Non fumate! Il fumo fa male a voi e a quelli che vi stanno accanto."

Perché scrivi racconti? È una passione che ho fin da piccolo. A volte scrivo anche per sfogarmi.
Come ti è venuta l'idea di "Luce"? Di solito i miei racconti li faccio concludere sempre in modo strano. Questo mi è venuto così, non so dirlo.
Quale libro preferisci? Harry Potter e il calice di fuoco.
Quale autore preferisci? J.K. Rowling è un mito!

Il racconto:

Mick stava camminando per strada tranquillo, tornava a casa dopo una serata passata a divertirsi con gli amici in discoteca. Erano le due di notte, e in giro non c'era più nessuno. Solo una pattuglia della polizia con due agenti a bordo.

Mick era indeciso se accorciare il percorso passando per un vecchio campo abbandonato. Il campo era inquietante di notte e anche se lui non lo avrebbe mai ammesso, gli faceva un po' paura.
Rise di questo timore infantile del buio, e svoltò nel campo.

Non c'era la luna quella sera e si vedeva pochissimo. Nel vecchio campo non c'erano luci artificiali, ma era sufficiente camminare diritto per risparmiare mezz'ora di cammino.
Mentre si addentrava nel campo, sentì un suono inusuale suono. Non volle pensarci per evitare di farsi prendere dal panico e andò avanti deciso. Si rilassò solo quando arrivò alla fine del campo, di nuovo su una strada ben illuminata.
Tornò subito teso appena accorse che dietro di lui c'era qualcuno. Si voltò e vide una luce in mezzo al campo. Si muoveva lenta. Mick aveva le gambe paralizzate dalla paura. Non riusciva a decidersi di scappare e intanto la luce era sempre più vicina, sempre più vicina.

«Chi c'è? Esci fuori!» urlò senza ricevere risposta.
La luce continuava a muoversi nella sua direzione.
«Chi è? Carl sei tu? Se volevi spaventarmi non ci sei riuscito!»
Riprese a camminare verso casa. Con la coda dell'occhio controllava il campo e vide che la luce era arrivata sul bordo della strada. Era sicuro che non fosse uno scherzo di Carl.

Mick proseguì il cammino sentendosi osservato. Avrebbe voluto correre veloce, ma evitò di farlo per non peggiorare le cose, costringendo il suo inseguitore ad agire.
Trovò il coraggio di voltarsi, e vide due creature spaventose.
Sembrava un incubo. Non potevano essere reali quelle creature verdi, Decine di tentacoli si muovevano nervosi nell'aria, alcuni uscivano addirittura dalla loro fauci. Dietro a quelle zampe che non stavano mai ferme, gli sembrava di vedere numerosi occhi puntati su di lui.
Mick scappò in preda al panico.
Trovò una speranza. Davanti a lui era parcheggiata la pattuglia della polizia che aveva visto muoversi prima di attraversare il campo.
«Aiuto! Aiuto! Due alieni mi inseguono!» urlò battendo sul vetro della portiera.
Dentro gli agenti sembravano dormire. Non c'era verso di svegliarli.
Intanto le due creature lo avevano raggiunto, quando uno dei tentacoli si avvicinò alla sua faccia, Mick ricominciò a correre.

Corse a lungo, quando i polmoni sembravano scoppiare fu costretto a fermarsi per riprendere fiato e si voltò indietro.
Gli inseguitori erano spariti.

Era ancora terrorizzato. Chi avrebbe mai creduto alla sua storia?
Da una finestra sopra di lui si affacciarono due anziani
«Li avete visti anche voi?» urlò spaventato.
«Sì» rispose uno di loro. «Ma la loro astronave è partita. Non avere paura.»
«Non mi crederà nessuno... Penseranno che io sia pazzo.»
«Noi li abbiamo visti. Non ti preoccupare.»
«Davvero?» disse Mick.
«Sì certo. Dài sali in casa nostra. Devi calmarti. Non puoi andare in giro in queste condizioni o ti prenderanno davvero per pazzo.»

Mick entrò nell'appartamento. Tremando ancora dallo shock chiese: «Cosa dobbiamo fare per essere creduti? Li avete fotografati?»
«No!» disse uno dei due anziani. «Dobbiamo fare solo questo.»
Schiacciò la fronte di Mick.
Improvvisamente il ragazzo abbassò la testa e chiuse gli occhi. Rimase bloccato in piedi.
Gli anziani mutarono forma, e tornarono ad avere l'aspetto precedente.
«Per fortuna sei riuscito a spegnerlo!»
«Già. Maledetta sonda! Si guasta sempre!»
«Riportiamola all'astronave.»
«Ora ci tocca ripararla di nuovo!»
«Forse dovremmo rottamarla. Questo guasto è strano, dopo un po' la sonda crede davvero di essere un terreste.»
«Lo sai che l'esplorazione spaziale non rende bene. Finché non potremo permetterci una sonda nuova, dovremo continuare a riparare questa.»

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