32. Scienza e Arte
Creatività e biodiversità (*)

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Fig1
I bambini imparano ciò che vivono

I bambini non vivono da soli ma in un mondo creato dai grandi.

Nella attuale società la biodiversità naturale e quella culturale vanno spegnendosi sinergicamente. Infatti la sostanziale perdita della biodiversità naturale è causata da un sistema globale di concorrenza mercantile, sempre alla ricerca del prezzo minore, che allo stesso tempo seleziona le diversità tra gli uomini, cosi che crea un impatto negativo sulla creatività culturale. Infatti quest’ultima diviene sempre più incapace di creare modelli di apprendimento finalizzati a favorire una accettazione del diverso, attraverso una rinnovata lettura della realtà naturale ed umana.
La creatività nella società contemporanea di fatto è oppressa proprio in quanto si teme che la creatività corrisponda alla capacità di dare una lettura innovativa e personalizzata della realtà, oltrepassando in tal modo i limiti imposti dai condizionamenti e dai preconcetti storicamente acquisiti per scoprire nuove modalità di affrontare vecchi problemi, inventando nuove forme artistiche, rinnovando concezioni scientifiche e modificando procedure socio-economiche, organizzazione del lavoro e stili di vita.

Purtroppo la scuola normalmente ripetitiva di vecchie nozioni evita sistematicamente di far pensare criticamente e quindi non favorisce la creatività, proprio perché insegna a ripetere vecchi schemi concettuali strutturati nelle discipline di insegnamento, impedendo a bambini e ragazzi di incentivare un sistema di pensiero problematico critico e condiviso, capace di sviluppare strategie di cambiamento cognitivo.

Proprio per il fatto che la creatività in ultima analisi è una funzione del cambiamento biologico cerebrale, l’adattamento ad un apprendimento di concezioni storiche, in gran parte obsolete e disciplinari, provoca oggi nei giovani una situazione di disadattamento rispetto alle loro esigenze di crescita fisica e mentale, che contribuisce a sospingerli alla ricerca di uno sballo a basso costo perché sentono oppressa la spinta naturale creativa a rinnovare le conoscenze.

Pertanto per rinnovare le conoscenze in una logica di costruzione "Cre-attiva"(**) e partecipata del sapere è decisivo sottolineare che le tradizionali discipline di insegnamento rappresentano una arbitraria e antiquata suddivisione delle conoscenze, che oggi va a porsi in antitesi ad ogni ipotesi e possibilità di introduzione di nuovi metodi e contenuti d'insegnamento, che possono emergere solo da percorsi trans-disciplinari, e di integrazione cognitiva, finalizzati alle comprensione della complessità dei problemi della società contemporanea ed a favorirne la risoluzione .

L'emergenza di una nuova teoria della conoscenza condivisa


Biocenosi e Co-evoluzione di Ecosistemi.

Viviamo nel mezzo ad un periodo storico di transizione dove vengono messe sempre più in luce le contraddizioni dello sviluppo della società industriale fondata su concezioni di tipo meccanicistico e di una visione quantitativa della economia che oggi non coincide più con le esigenze di favorire uno sviluppo complessivo eco-compatibile e socialmente sostenibile. Pertanto, per affrontare le problematiche di sopravvivenza dell'ecosistema naturale è necessario superare una vecchia concezione di arbitraria e rigida suddivisione delle conoscenze in ambiti disciplinari, in modo da orientare l'apprendimento nel produrre una rinnovata cultura trans-disciplinare. Si prospetta dunque una evoluzione delle conoscenze nel campo della ricerca e della formazione, volta a coinvolgere e formare persone che abbiano coscienza della complessità dei fenomeni che sono chiamati a studiare e ricercare, e quindi che non sono più istruiti alla ripetitività acritica e uniformemente impartita delle nozioni organizzate nelle singole discipline, ma alla comprensione integrata dai vari e diversi punti di vista dei sistemi complessi sia ecologici che sociali come premessa necessaria alla loro risoluzione.

La società industriale ha sistematicamente evitato di apprezzare le "diversità" in tutte le sue forme; infatti è utile ricordare che a proposito dello sviluppo delle biodiversità in natura già Charles Darwin si domandò: "se agisse unicamente la selezione naturale, allora perché si denotano cosi tante diversità in natura?". Inoltre Darwin notò che la diversità biologica si attuava in special modo nelle piccole isole del pacifico dove si verificano condizioni di isolamento!

Pertanto, nel dubbio di non saper rispondere a tale domanda, su quale fosse il reale generatore della biodiversità, Darwin attese circa venti anni prima di pubblicare la sintesi delle sue considerazioni sulla Origine delle specie (1859).

La creatività naturale invero non è solo funzione della competitività interspecifica, ma di un sistema co-evolutivo delle interconnessioni ambientali di scambio di informazioni tra diverse specie denominato "bio-cenosi". Pertanto, la dove c’e isolamento locale, in natura si determinano le condizioni di necessita favorevoli ad ampliare la biodiversità alimentare, dando impulso alla crescita della varietà biologica nella comunità locale delle specie viventi. Diversamente dalle precedenti osservazioni, durante tutta la società industriale si è preferito ritenere che la creazione di nuove specie fosse dovuta soltanto a mutazioni casuali, accettando l'idea che il sistema di sviluppo adattativo fosse esclusivamente funzione della competizione per l'accaparramento quantitativo delle fonti energetiche e alimentari, che pertanto determina la selezione naturale predominante nella evoluzione delle specie.

Tale riduttiva spiegazione darwiniana della selezione naturale è stata impropriamente utilizzata da filosofi sociologi ed economisti proprio al fine di giustificare il successo economico e sociale basato sullo sfruttamento del più debole.

Successivamente il premio Nobel per la Fisica (1933) Erwin Schrödinger, in un libretto dal titolo Cosa è la Vita?, spostò l'attenzione sui problemi biologici fondamentali, al fine di rispondere all'interrogativo di quale fosse il fattore generatore della biodiversità . Riflettendo a tale scopo Schrodinger pensò che la determinante dell'evoluzione fosse lo scambio di informazione associabile alle interazioni tra le cellule che rendono possibile la sostenibilità dell'equilibrio precario della vita. Pertanto suggerì, come prima ipotesi, che la capacità di interscambio di informazione in ciascuna cellula vivente fosse concentrata in un sistema centrale di informazione genetica esistente in ciascuna cellula. In seguito, si è preferito pensare che il DNA (scoperto nel 1953 dai premi Nobel Watson e Crick ) fosse l'entità molecolare strutturata in forma di una doppia elica, cosi da essere capace di contenere la informazione genetica.

Anche ragionando a livello molecolare, si è preferito pensare che la ragione per cui esistono tante specie diverse fosse ancora concepibile come derivante dalle mutazioni casuali di questa singola molecola del DNA, anziché la conseguenza di un sistema non casuale di necessità che deriva da criteri di co-evoluzione degli ecosistemi come oggi invece iniziamo a pensare che sia.

La società industriale ha globalizzato i criteri di competitività attribuiti a Darwin, quale fondamentale criterio di efficienza e di vantaggio economico generalizzato. Pertanto, oggi vivendo in tale situazione di globalizzazione mercantile, l'attività dominante non è mai stata quella di valorizzare le diversità locali, proprio in quanto la economia globale è spinta quasi unicamente da ragioni commerciali ed economiche che ancora perseguono l'insana idea che la competizione sia il motore dello sviluppo. Quindi, è conseguenza di tali condizioni concettuali e di prassi economico sociale il fatto che la biodiversità assuma un andamento diretto verso una sistematica diminuzione delle creatività naturale ed umana.

Pertanto, è solo procedendo verso un livello più elevato di coscienza della importanza di agire a livello di un profondo cambiamento delle logiche che tendono ad uniformare il mondo verso modelli di sviluppo globalmente competitivi, che potremo educare i bambini ad essere effettivamente "Cre- attivi", perché capaci di creare assieme ai grandi, comunità interattive che nella prassi, così come nella logica, imparino a rispettare le equivalenze e le complementarietà che esistono tra diversità, creatività e condivisione delle conoscenze, evitando di credere ancora ad un obsoleta e limitativa concezione competitiva della selezione naturale, che non solo induce a non avere rispetto della biodiversità, ma che di fatto impedisce di dare sviluppo ad una strategia condivisa da bambini e dagli adulti, concettualmente finalizzata ad incentivare la creatività nella scienza e nell' arte e a dar vita ad una nuova era di biodiversità culturale e naturale che soddisfi le attese di chiunque ami la vita e la sua naturale creatività'.

2010 Anno Internazionale della Biodiversità

Con le precedenti considerazioni abbiamo sottolineato come nella società dove si insegna ancora a crescere per essere competitivi, si ottiene come diretta conseguenza, come abbiamo già' affermato, che la biodiversità naturale e quella culturale vanno spegnendosi sinergicamente.

Pertanto, è necessario che la creatività odierna corrisponda alla capacità diffusa di dare una lettura nuova alla realtà, oltrepassando i limiti dei condizionamenti ricevuti, scoprendo nuovi modi condivisibili di affrontare vecchi problemi, inventando nuove forme di interazione e di comunicazione per rinnovare idee, procedure, strumenti di lavoro, stili di vita finalizzati a convertire il sistema di competitività globale ormai divenuto ecologicamente insostenibile.

La Cre-attività contemporanea (**) si rivela così come la capacità di trasformare da potenza in atto progetti, idee, aspirazioni innovative, attuabili e disseminabili mediante una comunicazione interattiva, tale che permetta una ampia condivisione finalizzata al rinnovamento delle conoscenze proprio in quanto protesa diversamente dal passato a valorizzare i beni immateriali e condividere i beni materiali.

In particolare, è divenuto necessario che gli adulti sappiano stimolare i bambini nel rendersi conto che si può pensare con la propria testa, e che il frutto della propria elaborazione creativa condivisa nell' ambito di comunità interattive può diventare realtà, producendo rinnovate conoscenze che possano dare risposte nuove alla conduzione cosciente della propria vita e di quella sociale ed economica, evitando cosi di dover ripetere acriticamente gli stessi schemi impartiti dalle vecchie conoscenze disciplinari.

In tale modo i bambini e gli adulti potranno rendersi autonomi da vecchi condizionamenti, palesi oppure occulti, in modo che in futuro nessuno possa imporre un comportamento, un’idea o una merce da acquistare per emulazione o suggerimento reclamistico, disattivando ogni originale riflessione sulla necessita dell'acquisto o dell' utilità di quella modalità di pensiero.

Oggigiorno un livello più elevato di coscienza per giovani ed adulti finalizzato allo sviluppo delle creatività è insito nello sviluppo della strategia sinteticamente denominata "GREEN ECONOMY".

La Green Economy rappresenta infatti una prospettiva di sostenibilità dello sviluppo in relazione ai consumi di energia e dei beni non rinnovabili, che necessita innanzitutto di un atteggiamento di de-condizionamento al consumismo, valido per tutti ma che assume maggior valore di continuità se i bambini fin da piccoli imparano a saper apprezzare il cambiamento dei valori associati al processo di de-materializzazione della futura economia della conoscenza necessaria ad ottenere prodotti e sistemi di produzione eco-compatibili.

In tale contesto di rinnovamento educativo la Associazione internazionale EGOCREANET di volontariato scientifico e culturale che presiedo, si propone, ad iniziare da questo convegno di Castiglioncello 2010, di realizzare una serie di iniziative di rilievo Europeo sul tema: "GREENING ECONOMY FOR COOPERATIVE CHILDREN", utili a fare comprendere la effettiva necessità di una compartecipazione responsabile dei bambini e dei giovani, basata su una forma non individualistica di apprendimento cooperativo, opportunamente finalizzato ad evitare con cognizione di causa ogni forma di inutile consumismo e spreco di acqua, energia, carta, plastica, e così via, ponendo inoltre attenzione al piano della crescita personale e a far acquisire una ottima conoscenza di cosa significhi una buona alimentazione assieme ad una appropriata attività sportiva per mantenersi in salute e aumentare significativamente il proprio benessere.

La prima iniziativa che abbiamo realizzato sotto questo profilo di impegno orientato a potenziare il cambiamento concettuale associato allo sviluppo della Green Economy, si è tenuta in Palazzo Strozzi a Firenze (il 10 marzo 2010) ed è stata incentrata sul tema "Biodiversita' nella Scienza e nell'Arte" al fine di mettere a fuoco la costruzione interattiva di rinnovati concetti e di una serie valutazioni delle conoscenze utili allo sviluppo della "Green Economy" e delle modalità di diffusione trans-diciplinare su tutta una serie di problemi relativi alla perdita della biodiversità e alla difesa degli ecosistemi e i loro effetti sulla economia e la vita di tutte le forme viventi. Questa iniziativa e una seconda sul tema "Nutra-Scienza: Super-Alimenti e Biodiversita" (che terremo il 14 giugno prossimo nuovamente e Firenze presso l'Incubatore Universitario Fiorentino), produrranno un materiale di conoscenze innovative che verrà diffuso nelle scuole tramite una alleanza con le iniziative della comunità in rete "EDUCATION 2.0" e con il "Coordinamento Genitori Democratici" e altri Enti e Associazioni di adulti e studenti, impegnati nel rinnovamento della educazione per lo sviluppo della solidarietà cooperativa, che è alla base della pacifica rivoluzione dei saperi e dei sistemi di produzione della GREEN-ECONOMY.

(*) Relazione svolta al Convegno CDG "Il bambino Cre-attivo" – Castiglioncello, 8 maggio 2010.
(**) CRE-ATTIVO è chi condivide la propria CREATIVITÀ.

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