Scambio di E-mail tra un autore e una casalinga che si crede agente letteraria
da 600€ l'anno più percentuale sulle vendite

 

Questa pagina potrebbe innescare delle polemiche, chiarisco subito che non tutte le agenzie (anche se questa indicata era formata da una sola persona) sono come si capirà dall'articolo, alcune potrebbero cercare un guadagno sui libri che fanno pubblicare. Purtroppo non ne conosco, alla fine non ne ho mai avuto bisogno avendo firmato i contratti direttamente con gli editori, se vi capitasse l'occasione di incontrarne una, segnalatelo subito.

Una prima indicazione per capire se avete a che fare con professionisti o ciarlatani &egave; sicuramente l'arroganza, anche se non si esclude che possano esserci alcuni professionisti arroganti, sicuramente i ciarlatani eviteranno di rispondere alle vostre domande cercando di farvi sentire delle nullità, pretenderanno gratitudine solo per essersi degnati di perdere tempo con voi e vorranno di essere pagati senza darvi garanzie sul servizio che svolgeranno. Ricordate che in Italia molte case editrici usano altri metodi per trovare gli autori.

La seguente storia è vera. Ometto il nome della agente assieme alla sua sedicente agenzia e dell'autore che ha cortesemente inviato tutte le E-mail scambiate il primo Agosto 2002, perché la persona che scrive per conto dell'agenzia (probabilmete la stessa persona è anche direttrice, segretaria, agente, dattilografa, donna delle pulizie e sopratutto quella che incassa i soldi degli autori) sembra che sia soggetta a violente crisi d'ira e non vorrei mettere a repentaglio la mia incolumità fisica. Avverto subito, nel caso non fosse evidente, che il resoconto è fazioso e decisamente dalla parte dell'autore.

1) L'inizio

L'autore trova sulle pagine di un sito Internet, i nomi e gli indirizzi E-mail di alcuni agenti letterari.
Molti hanno pagine Web, e visitandole l'autore scopre che tutti chiedono il pagamento di una tariffa solo per il disturbo di leggere i libri. L'autore non ha molta esperienza, ma pensa che, quando un'agenzia trova una buona fonte di guadagno leggendo i libri inediti, poi non avrà nessuno stimolo a cercare di farli pubblicare. Nella foresta di richieste di denaro (l'autore indica che le richieste andavano da 26 a 348€) trova un'agenzia che specifica di effettuare una lettura gratuita dei lavori ricevuti.
L'autore è felice, finalmente qualcuno che ha una fonte di guadagno diversa dalla mera valutazione degli inediti e in fondo poi risulterà anche vero, ma non proprio come si aspettava lui.

2) Il contatto

L'autore invia una E-mail molto gentile, dove chiede: "di prendere in considerazione l'ipotesi di rappresentarmi, per promuovere la pubblicazione dei miei libri di narrativa..."
Però, scioccato dalle richieste delle altre agenzie, chiude il messaggio con:
"È la prima volta in assoluto che contatto un agente letterario. Mi sono deciso di rivolgermi a lei, perché da un'analisi, che ammetto essere solo superficiale, mi è sembrato che la sua agenzia non voglia trarre profitto solo dalla valutazione dei lavori inediti degli autori esordienti, come invece temo possa fare qualcun'altro."

3) La risposta

La risposta che arriva il giorno dopo inizia bene: "infatti, NOME-AGENZIA non trae profitto da letture e valutazioni di testi (sollecitati e non)."
Quel riferimento "(sollecitati e non)" dovrebbe però mettere in allarme. Stanno rinfacciando all'autore di non aver chiesto di leggere i suoi libri.

Poi prosegue malissimo, dicendo che si assumono (la signora/signorina si riferisce a se stessa usando il plurale) un rischio di impresa del marketing perché chiedono solo il 10% dei guadagni dell'autore. Quando la percentuale non supera il 15%, può considerarsi una tariffa onesta, tutto dipende dai servizi offerti, ma (c'è sempre un ma...)

"ma non vogliamo, né possiamo, anticipare le spese annuali di gestione del marketing che andiamo a sostenere durante il mandato annuale di agenzia che l'autore ci conferisce."
A questo punto viene da chiederci quale sia il loro rischio di impresa del marketing, se tutte le spese sono pagate dell'autore. Magari pretendono solo un piccolo rimborso, continuiamo a leggere:

"Tali spese annuali di gestione includono: Spese telefoniche interurbane a case editrici, spese postali per invio di copie di manoscritti alle stesse e viaggi di rappresentanza presso gli editori. Spese che sono a carico dell'autore, e assommano a Euro 600 annuali complessivi... Le anticipo tutto ciò per correttezza..."

L'autore sobbalza dalla sedia, ingenuamente credeva di guadagnare scrivendo. Sa bene di non essere uno Stephen King (capirete dopo perché uso proprio questo nome), e che difficilmente recupererà quella somma da pagare ogni anno.

Con un po' di calcoli, vediamo che basta rappresentare 12 autori paganti, per ottenere lo stipendio di un operaio che lavora in fabbrica otto ore al giorno. Non male.
L'autore non fa tutti questi ragionamenti, apprezza particolarmente la correttezza di mettere in chiaro subito la spesa e invia una risposta di rinuncia.

Sino a qui, tutto bene. L'agenzia è stata abbastanza gentile e chiara, forse (ma non voglio essere più pessimista del necessario) ha specificato la somma perché dalla prima E-mail dell'autore, era abbastanza chiaro che lui non voleva anticipare dei soldi.

4) La rinuncia

L'autore ringrazia educatamente della risposta, esprime il suo apprezzamento per la loro (fingendo di credere che siano più di una) correttezza, scrive che non mette in dubbio la loro onestà ma chiarisce che non vuole anticipare del denaro. Alla fine aggiunge che sperava di trovare un agente che scegliesse di rappresentare solo i libri che ritenesse validi e pubblicabili senza chiedere un rimborso forfettario, accontentandosi della generosa commissione ottenibile DOPO aver firmato un contratto di edizione.
È vero, l'autore non sbaglia. Dovrebbe funzionare così!
Gli agenti dovrebbero avere delle conoscenze all'interno di un grande numero di case editrici, e sapere a priori di che cosa hanno bisogno. Quindi chiedere all'autore di modificare il suo lavoro in modo che corrisponda alla richiesta e solo dopo inviarlo (quasi a colpo sicuro) alla casa editrice, ottenendo dal 5 al 15% di commissione sui diritti di autore. Inviare una copia del libro a tutte le case editrici è la cosa più insensata che si possa fare.
L'autore si sente in colpa del rifiuto, forse manca di esperienza e pensa di essere l'unico ad andare contro corrente in Italia, quindi ammette le sue colpe chiudendo la mail con:
"Probabilmente se continuo a ragionare in questo modo, nessuno pubblicherà mai i miei libri di narrativa..."

5) L'attacco alle spalle

Notate come ora l'agenzia (nella persona della sua multi-funzioni) cerca di sminuire l'autore:
"Il tono della sua email è simile ad quello di altre di autori che in passato ci hanno contattato, e che oggi, ovviamente, non sono nostri clienti."

Oramai non ha più speranza di ottenere i 600 Euro all'anno e decide di intimidire l'autore, forse perhé lei stessa era stata trattata così quando mandava a pioggia il suo manoscritto alle case editrici:
"Non esiste un agente letterario che, come dice lei, dopo un'attenta valutazione, solo quando è certo di poter "piazzare" un libro, effettui un investimento. Come si fa a essere certi di piazzare un libro? se così fosse, saremmo milionari (in Euro), e scusi sa, ma abiteremmo alle Hawaii. Beh, magari l'agente di Stephen King è certo di pazzare il libro del suo cliente. Ma lei non è Stephen King. Potrebbe esserlo, un giorno, ne sono sicura, ma intanto...."

Quello che scrive non ha senso, non tutti gli agenti hanno case alla Hawaii, perché non ci sono abbastanza autori sul mercato che offrono quello che le case editrici cercano, se gli agenti sapessero già quello che di cui hanno bisogno, potrebbero "pazzare" (speriamo che intendesse "piazzare" e visto che scrive così male le consigliamo di usare un correttore automatico quando manda le mail alle case editrici) i libri dei loro clienti con più probabilità.
L'agenzia di questa tizia, che non ha un sito Web, usa un indirizzo E-mail pubblico gratuito e in Internet non si riesce a trovare nemmeno la pubblicazione di un libro della sua proprietaria che confessa: "I libri li scrivo anch'io, come milioni di individui in questo mondo." Sta facendo capire che si degnerebbe di accettare di rappresentare un autore senza chiedere 600 Euro all'anno, solo se si trattasse di Stephen King!
Il sospetto che sia una disoccupata, sfortunata autrice mai pubblicata e che abbia deciso su un lavoro di ripiego è molto forte. Comunque caro Stephen sei avvertito, è periodo di saldi, approfitta subito di questa concessione!

Arrivati a questo punto l'autore è pieno di sensi di colpa: "Ho dato l'impressone di credere d'essere Stephen King? ma quando?" e infatti ha scritto al sito per chiedere dove ha sbagliato. Beh, non ha dato l'impressione di esserlo, ma non ha scritto chiaramente di NON esserlo, infatti doveva comportarsi come lei (loro, volendo assecondare il disturbo della personalità multipla dell'agente) quando spiega chiaramente quello che NON è (sono) in un ulteriore passaggio:
"Non siamo né dei Don Chisciotte né Madre Teresa di Calcutta."

Bella anche la frase (pur piena di errori, ma come scrive i suoi libri questa?):
"Inoltre, facendo i conti della serva, lei concorederà che, se lei decide di inviare una decina di copie di un suo manoscritto (per posta raccomnadata) a 10 editori, il minimo che può spendere sono 100 Euro. A meno che l'ufficio postale sotto casa non le faccia uno sconto. Lasciamo perdere le telefonate interurbane."
Mah, forse l'ufficio postale dell'agente (direttrice, segretaria) applica delle tariffe diverse, oppure la serva che incaricano delle spedizioni (che sia sempre lei?) lucra sul resto:
Inviare nel territorio nazionale per posta raccomandata (non raccomnadata come scrive lei) un libro di 500 pagine formato A4 in copertina di plastica, costa 5,78 Euro. Questo significa che, con i 600 Euro chiesti all'autore, in un anno inviano due copie del libro alla settimana, dando l'impressione che la tecnica sia di spedire il romanzo in giro a caso. Nel mucchio, sperano che qualcuno risponda.
Per le telefonate interurbane, i prezzi sono ancora più bassi e, se un'azienda usa molto il telefono, è sufficiente che sottoscriva un abbonamento di tipo "flat" ad una qualsiasi compagnia telefonica, chiamando in tutta Italia e pagando solo una tariffa fissa.
Con i 600€ chiesti a ciascun autore che riesce a convincere (se con queste idee è riuscita a rappresentare qualcuno), l'abbonamento si paga abbondantemente.

"Provi a immaginare la scena: lei che se ne sta in poltrona ad aspettare che l'agenzia, sostenendo tutti i costi finanziarii e i rischi, si sfibri di lavoro per vendere il suo libro. Non mi pare una scena molto equilibrata, dove il dare e l'avere non si sputano in faccia."
Se l'agente fa bene il suo lavoro, evitando di sputare in giro e scrivere finanziarii condue i, quando ottiene un contratto si prende il 10% dei diritti su un libro non suo, mantre l'autore in poltrona scrive il prossimo libro che porterà all'agente un altro 10%.
Mi sembra equo, un lavoro di rappresentanza e qualcosa in cambio in caso di successo.

"Se lei chiede un servizio, il minimo che le si possa rispondere è un rimborso spese. Se lei non accetta nemmeno questo, allora si deve ritenere che lei consideri il srvizio reso da un'agenzia letteraria come 'assumersi l'onore di rappresentare un autore per il semplice fatto che l'autore ha scritto un libro."
Mi sembra che qui si salti a delle conclusioni affrettate anche se di solito il rimborso spese si chiede e non si risponde. Però è più gentile, questa volta, non afferma che l'autore creda di essere Stephen King, ma che è megalomane solo perché ha scritto un libro. Il discorso del rimborso spese per il srvizio poterebbe reggere, ricordiamoci però che rispondono (opss chiedono, l'incompetenza è contagiosa) ben 600€ all'anno.

6) La resa incondizionata

L'autore risponde, avvertiamo che si tratta dell'ultima E-mail, poi non restate delusi se non troverete il lieto fine:
È molto cortese, cerca di spiegare di non essere un megalomane arrogante, e sopratutto non capisce come l'agente si sia fatto questa impressione:
"Ho riletto adesso le mie due mail precedenti, ma non mi sembra di averla mai offesa né insultata. Proprio non capisco dove io abbia sbagliato e perché si è arrabbiata così tanto."
Insomma, non lo ha scritto, ma datti una calmata e renditi conto che non ci si può improvvisare agente letterario solo perché hai avuto l'esperienza di farti rifiutare il libro da tutte le casa editrici italiane, e licenza la segretaria che non sa scrivere.

7) Squallido finale

Nessuna risposta, né dall'agente, né dall'agenzia, né dalla segretaria, né dalla ex scrittrice fallita, in fin dei conti l'autore non era Stephen King.

8) Trovate la morale

Ho conservato le E-mail tra l'autore e l'agenzia, come dichiarato all'inizio, mi sono schierato dalla parte dell'autore ed essendo stato particolarmente schietto, ho evitato di nominare la sedicente agenzia che non si può riconoscere da questo articolo.
Potrebbe essere l'agenzia migliore del mondo, e per 600€ all'anno, forse riesce a far pubblicare quasi tutti i libri dei suoi clienti (notate che pagando, accettano tutti senza nemmeno leggere i lavori) che poi ottengono lauti guadagni, anche se l'agente con la sua percentuale non è stata in grado nemmeno di acquistare una casa alle Hawaii, ma questo è sicuramente per colpa degli autori ottusi come quello qui rappresentato.

Cercando sempre qualcosa di positivo, posso dire che l'esistenza di questa tizia (la sua agenzia sicuramente è durata poco) mi è stata utile per ispirare il racconto L'imprevisto presente anche nella raccolta: Carta da riciclare.

Se avete avuto anche voi un'esperienza diretta con un'agenzia letteraria, per cortesia comunicatecelo. Soprattutto se è stata positiva, vorremmo equilibrare un po' questo articolo.

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