La strana idea, l'autore ci esorta ad essere sinceri, almeno con noi stessi

Strana idea
di Nomask Cesarscoin

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Questo articolo espone l'idea centrale, di due libri pubblicati in inglese:

Sincere, at Least in Our Heart di Nomask Cesarscoin
2003, Athena Press Ltd
The Strange Works of God (At The Origin Of Religions Or Cultures) di Nomask Cesarscoin
2005, Inkwater Press
In italiano l'autore ha scritto: Gesł unica storia visibile di realtą invisibili (2007); Gesł. Scandalo per i credenti e follia per gli increduli (2007); Gesł Cenerentola (2006)

Strana Idea

Gli antichi parlano spesso di drammatiche sofferenze, Si dichiarano superstiti di olocausti o cataclismi naturali che essi definiscono "strane opere di Dio"'. Si pensi alle "piaghe" d'Egitto che costrinsero il faraone a permettere agli ebrei di partire. Si pensi a tutti gli altri "miracoli" e a come gli ebrei attraversano il Mar Rosso a piedi asciutti e all'affogamento degli egiziani. Insomma è ben conosciuto l'Esodo e l'ambiente dei Dieci Comandamenti e la verga di Mosè. Insomma maremoti o tsunami e terremoti ed eruzioni vulcaniche furono forse esperienze vere ed eccezionali come altre storie di finimondi antichi.
Dopo i disastri i superstiti, appena riprendono fiato, meditano sul terrore sperimentato. Vogliono capire perché Dio li colpisce così crudelmente. Alla fine, con un ragionamento limpido, elementare e logico, intuiscono o scoprono la spiegazione "scientifica" dei fenomeni straordinari. "Gli dei compiono finimondi", pensano i "piagati" antenati, "per annientare i peccatori. Essi sfogano la loro giusta rabbia contro l'ingiusto comportamento umano". Allora esterrefatti ed ossessionati dalle catastrofi punitive del cielo, incominciano ad organizzare culti e riti per placare e arginare l'ira divina.
Questa mentalità era la conclusione razionale e seria di quei tempi. Ancora oggi tanti ragionano allo stesso modo. Lo tsunami, per esempio, recentemente ha affogato qualche centinaia di migliaia di persone e Katrina ha sommerso New Orleans. Gli scienziati ora ci spiegano che cosa è questa onda gigante assassina. Ma molti dicono ancora oggi che le catastrofi si sono verificate sia per l'immoralità della gente distrutta dallo tsunami e sia per punire gli americani per aver fatto guerra all'Iraq.
Gli antichi non avevano molte ragioni scientifiche per giustificare i finimondi. Non capivano più di tanto neppure la semplice realtà sotto gli occhi di ogni giorno o notte. Tutti vedevano la luna come noi oggi per esempio. Ma qualche greco osò azzardare e disse che la luna era una zolla di terra molto piccola. Forse grande al massimo come il Peloponneso. Molti o quasi la totalità dei contemporanei reagirono considerando blasfemo quello "scienziato" ante litteram. La luna era una dea. Non bisognava offenderla chiamandola una zolla di fango.
La luna dea e la luna zolla di terra erano due teorie sulla realtà di quella cosa che appariva nel cielo regolarmente in certe condizioni.
L'origine delle culture o religioni secondo una tale lettura della realtà sono ipotesi serie sui grossi e drammatici fenomeni sperimentati dai popoli. Nel passato possono essersi verificati "miracoli" o disastri anche planetari. "Una grandinata di meteoriti potrebbe spiegare la storia di Giosuè che ferma il sole", dice uno scienziato nel settembre 1992. È molto famosa anche l'esplosione nel mattino del 30 giugno 1908 nella Tunguska in Siberia. Alcune 'bombe' celesti come quella in luoghi abitati sarebbero stati apocalittici. Anche nell'armonia attuale c'è qualche pericolo. "Il 23 marzo 1989 un asteroide di mezzo miglio di diametro avrebbe distrutto la civiltà, se fosse passato accanto alla terra sei ore dopo e uno sciame di asteroidi scorta la terra nella sua navigazione nello spazio"', secondo Newsweek del 23 novembre 1992. Se questa interpretazione delle letterature primitive è vera, cambia tutta l'esegesi biblica e la comprensione dei miti. Si mette una solida piattaforma da cui lanciare un ecumenismo chiaro, una convivenza civile e religiosa convinta e non solo tollerata. Si snelliscono le teologie e ideologie salvando gli autentici valori perenni, cioè razionali, del Vangelo e di tutte le altre tradizioni culturali.
Questa "strana idea" può forse essere condivisa. Ma ogni discorso è inutile, se gli uomini non sono disposti a liberarsi da pregiudizi o convinzioni sacre e profane, cioè se non osservano con mente aperta anche le rivoluzioni copernicane attraverso l'umile cannocchiale di Galileo. Devono a volte spogliarsi con decisione delle tradizioni che conducono, (è detto senza ironia), anche i nuovi nobili farisei di tutte le genti ad eliminare ancora Gesù come dissacratore e pericolo pubblico. Invece devono guardarlo come luce eccezionale quale era ed è.
Questa operazione chiarificatrice possono intraprenderla specialmente le religioni e le scienze serie, se smettono di essere come i partiti politici che fingono di vedere quello che non vedono e di vederlo come non lo vedono, dicendo due menzogne con una sola parola. La falsità divide. Solo la verità unisce e libera. Cosa è la verità? Gesù storico per esempio e non quello mistico o teologico o coranico o ateo o politeistico o scettico o intellettualoide, cioè astratto o confezionato seguendo culture e mode.
Le idee metafisiche o non provate sono ipotesi e, se diventano dogmatiche, sfociano prima o poi in tragedie. Le idee concrete sono "superficiali". Esse proclamano chiaramente di sapere solo quello che sanno in realtà, cioè di non sapere proprio niente della realtà profonda delle cose. Perciò i colti veri non formulano ragioni, possibili magari teoricamente, per negare o confermare "scientificamente" i semplici fatti storici ovvii a ogni vista normale e non si lasciano dominare mai dalla comune mania umana di credere reale il sogno e di rendere fantasma la realtà. Insomma essi bestemmiano, cioè mentono, se in nome della verità astratta o idee platoniche, rigettano continuamente nelle tenebrose ombre di morte le cose meravigliose visibilissime e sotto gli occhi di tutti. Invece devono illuminarle sempre meglio con tutte le splendide luci del mondo.
L'origine della bibbia è molto semplice, dunque, se davvero i "miracoli" dell'Esodo si ritengono veri fenomeni naturali, anche se straordinari ed eccezionali. Solo così si capiscono i racconti intricati dei testimoni diretti e degli immediati discendenti. Siccome quei "portenti" non si verificano più nell'esperienza comune, gli antichi, che sperimentano le "piaghe" e sopravvivono, tentano disperatamente di interpretare il messaggio mostrato in quei fenomeni inverosimili adesso.
I miti potrebbero essere in sostanza le teorie "scientifiche" degli antichi sui "miracoli". Gli antichi usano la mente immersa nel clima religioso di paura, come ora gli scienziati interpretano i segnali della natura con lo spirito scientifico dei tempi presenti.
Ma tutte le teorie mitiche e le teorie scientifiche osservano fatti concreti e inequivocabili e tentano di costruire uno schema globale dove poterli incasellare razionalmente.
I fatti antichi sono veri portenti naturali e le teorie esplicative sono i miti. Quando il mito o la teoria scientifica risultano azzeccate, allora le interpretazioni non sono più miti o teorie, ma fatti anche essi.
Ma 1'insidia è in agguato dietro ogni idea fuori di moda e giustamente. Esiste per i miti e le nuove teorie sempre la tentazione di dubitare o di negare. Si nega perfino 1'esistenza storica di Gesù, perché si vuol rifiutare la sua straordinarietà.
Un Gesù è irripetibile oggi, perciò è un'invenzione. Invece proprio perché è irripetibile ed è storico ha un'importanza unica nella storia del pensiero religioso o razionale dell'uomo. Siccome le "pazzie" cosmiche o cataclismi eccezionali in quelle proporzioni non si verificano più (per fortuna e privilegio), non si verificarono neppure qualche migliaio di anni fa.
Esistevano ed esistono tanti altri scritti sugli argomenti biblici e su Gesù. Ma non sono sacri. Sono apocrifi. Essi trattano poco razionalmente fatti seri. Inventano storielle e fantasie e le mescolano con elementi veri. Una miscela poco storica, perciò poco sacra. Gli antichi onesti li hanno scartati ai loro tempi. Per i religiosi intelligenti il razionale, il sacro, 1'onesto sono sempre sinonimi. Si equivalgono.
I secoli con amore e critica scelgono il meglio delle tradizioni e le definiscono libri canonici. Lettori semplici e qualificati di molte generazioni premiano alcuni libri che resistono all'esame, alla prova.
Il vero problema in questi libri è la base su cui viene costruito tutto. Sono i "miracoli". Prima i portenti dell'Esodo e poi quelli di Gesù. Sarebbe tutto affascinante, saggio, divino, se non ci fossero quei buchi neri. Allo stesso tempo non si scriverebbero quelle meravigliose pagine bibliche ed evangeliche senza la certezza delle "eccentricità" pasquali dell'Esodo e di Gesù. Mosè e i suoi contemporanei dovettero sperimentare fenomeni straordinari, cioè non comuni sia celesti sia terrestri. Così i testimoni della vita di Gesù videro cose mai viste prima o poi. Come Tommaso ognuno è tentato di non credere a un episodio fuori serie.

Ecco un lungo paragone per capire le difficoltà di accettare fatti insoliti

Se un uomo all'inizio del duemila racconta, al suo antenato della metà dell'ottocento, la vita del traffico moderno e degli altri mezzi di comunicazione, il nonnino ascolterà e poi andrà dal suo bisnonno di prima della rivoluzione francese e gli confiderà con molta tristezza segnata nel volto come un discendente alle soglie del duemila, con cui ha appena parlato, mostra tanto buon senso, ma allo stesso tempo narra storie così strane che non possono uscire che da una mente malata.
Questo discendente osa dire con convinzione che essi volano in tutte le direzioni; che vedono in scatole o televisori - come li chiamano essi - immagini dirette di tutto quello che capita in qualsiasi parte della terra; che gli americani sono allunati sulla luna e pazzie simili.
Capisco - continua il bisnonno dell'ottocento - che un carretto o treno cammini spinto dal vapore dell'acqua che facciamo bollire dentro una caldaia e che siamo capaci di fotografare. Ma chi può bersi quelle menzogne! Ma egli è sincero in tutto 1'atteggiamento. Non tradisce con nessuna piega del viso che sta prendendo in giro. Perciò - se è così convinto - la sua mente deve avere delle fissazioni.
Il bisnonno di prima della rivoluzione francese va a confidarsi col bisnonno del seicento e gli racconta, triste, come i loro discendenti incominciano ad ammattire verso la metà del diciannovesimo secolo e alla fine del ventesimo sono degenerati senza possibilità di recuperare 1'equilibrio mentale.
Il povero antenato del seicento quasi perde il senno egli stesso sentendo le strane manie dei suoi discendenti. Chi poteva immaginare un tale sfacelo degenerativo della sua forte razza?
I posteri del duemila parlano con entusiasmo dei loro tempi e questo è normale. I giovani pensano di essere gli unici esseri umani civili sulla terra. Gli antenati - dal loro papà indietro - sono sempre retrogradi. Ma adesso è troppo. Non si tratta di immaturità giovanile, che guarisce con 1'età, ma di pura pazzia. (È meglio chiamarla con la parola che esprime tutta la tragedia umana familiare).
Per essi - continua il bisnonno barocco - gli americani (questi incivili o criminali o eretici americani!) sono andati con un carro senza cavalli fino alla luna, si son fatti una passeggiata su di essa e poi sono ritornati a terra. Altri carri senza nessuno a bordo sono arrivati accanto a Marte, hanno fatto foto (sono dipinti), le hanno mandate a terra sotto forma di suoni e raggi di luce e a terra hanno scoperto 1'assenza di marziani e canali artificiali. (Veramente queste ultime due idee non sono del seicento, ma ipotesi successive. Ma qui non c'è nulla di male. Uno può immaginare cose diverse. La pazzia è credere fermamente alla realtà delle teorie. Si fa eccezione per quelle di questo libro per confermare la regola!).
I carretti volanti o satelliti artificiali continuano a volare per conto loro, proprio come satelliti naturali. Che immaginazione esorbitante!
Se gli uomini del duemila raccontassero queste stesse cose a un Leonardo da Vinci, egli non si stupirebbe né li prenderebbe per matti. Egli farebbe domande su domande. Vorrebbe capire le idee e i mezzi capaci di realizzare un sogno simile.
Neppure uno strano personaggio del seicento si meraviglierebbe. "Egli ha un pensiero molto ridicolo che ha un'aria di verosimiglianza straordinaria - almeno a suoi occhi - che lo sorprende. Non sa da dove gli viene in mente tanto è impertinente. Scommette che può convincere i suoi ascoltatori contro ogni buon senso che un giorno ci potrebbe essere traffico fra la luna e 1a terra. Dice di pensare allo stato in cui Colombo trova 1'America alla scoperta. I suoi abitanti vivono in un'estrema ignoranza. Non solo non sanno nulla sulla scienza. Ma non conoscono neppure cose semplicissime e necessarie. Vanno nudi. L'unica arma è 1'arco. Non hanno mai pensato che gli uomini possono essere portati da animali.
Il mare è un immenso spazio proibito agli uomini. Confina col cielo e oltre il quale non c'è più nulla. È vero che con pietre aguzze vuotano i tronchi. Ma non riescono a navigarci. Cadono sempre in acqua.
In pratica usano i tronchi per rilassarsi in acqua. Essi non crederebbero mai che esiste una navigazione incomparabilmente più perfetta con cui poter attraversare questa distesa infinita di acqua e in qualsiasi direzione e immobili in mezzo a flutti agitatissimi e con estrema velocità.
Non crederebbero mai che il mare non è un ostacolo alla comunicazione dei popoli.
Ma un giorno all'improvviso essi sperimentano tutto questo. Appare loro lo spettacolo di un mondo straordinario e mai sognato. Degli enormi corpi, che sembrano avere ali bianche, galleggiano in mare e vomitano fuoco in tutte le direzioni e devastano.
Gente sconosciuta è rivestita di scaglie di ferro e cavalca mostruosi gatti giganti più veloci delle frecce. Hanno in mano fulmini che abbattono ciò che fa loro resistenza".
Ecco un uomo con mente aperta ad accettare anche l'inconcepibile, se 1'inconcepibile ha elementi razionali o storici. Quest'uomo crederebbe che 1'esperienza del duemila può essere vera.

Esegesi Equivoca

Ma come raccontare ai propri contemporanei che carretti - chiamati aeroplani - con una breve rincorsa su un grande campo, duro come le terrazze delle case, saltano fino all'America, al1'Australia, alla Cina?
È inutile parlare che salti da Roma a Madrid o a Londra o a Mosca sono uno scherzo da niente.
I canguri o i cavalli saltano un fosso. I carretti da soli con tanta gente a cavallo saltano Alpi Oceani mari. Poi a casa sul vetro di un armadietto la gente contempla quello che succede in qualsiasi parte del mondo.
Vede anche gli uomini arrivati sulla luna. Li chiamano astronauti o stellenavigatori. Qualcosa di simile. Sì, sì. Come le navi navigano sul mare, le navi navigano nell'aria. Più che carretti sono traghetti o navicelle spaziali.
I posteri prendono una specie di corno o flauto legato a un filo - ora anche senza filo - e parlano con le persone di qualsiasi parte del mondo. Dicono che telefonano o parlano da lontano, secondo la parola greca composta.
Cose incredibili o meglio assurde. Il bisnonno del seicento ha una sola consolazione pensando che forse non ha capito bene il discorso del postnato. Avranno modi di parlare più barocchi dei loro quando la Maddalena "bagna i piedi di Gesù con i suoi soli e li asciuga col suo fiume" e parlano di occhi e capelli. In questo senso forse non sono affatto malati di mente, ma seguono una moda letteraria.
Si meraviglia comunque come il carico barocco delle metafore arrivi a quelle esagerazioni. È difficile interpretarle.
Persone di mille anni fa leggono i romanzi e i libri di scuola del duemila rimasti dopo la distruzione selettiva dei secoli. Li trovano scritti in uno stampatello inimitabile perché sono di una precisione nella grandezza e forma sorprendente e inconcepibile agli amanuensi più esperti degli anni mille.
Nel decimo secolo sono in grado di riprodurre miniature incantevoli. Ma nei libri superstiti del duemila contemplano una perfezione così realistica da sorprendere l'immaginazione più accesa.
Ammirano anche l'originalità barocca dei vocaboli. I posteri chiamano foto o fotografie le immagini dipinte in carta. Possiedono certamente eccezionale fantasia e capacità manuali o possibilità tecniche, come dicono nel duemila.
Dicono anche istantanee i dipinti. Li farebbero in un batter d'occhio. Letteralmente in un attimo.
La gente studiosa del mille nota anche la stravaganza del contenuto dei romanzi, che parlano di aerei o carretti terrestri o auto o treni e poi tante altre storie assomiglianti in qualche modo alle loro storielle e favole.
Ma ecco alcune autentiche reazioni al progresso del duemila. Molte persone sono imbarazzate, per esempio, nel leggere i libri usati nelle scuole e università dove si dovrebbe comunicare solo la scienza. Invece sembra che gli scrittori parlino di tutti i "miracoli" volanti e le visioni di altri mondi. Parlano di ecologia, smog, buco dell'ozono, disastri atomici, effetto serra ecc. Tutte cose inconcepibili, indescrivibili e assurde.
Gli scrittori descrivono fantasie pretendendo di farle passare come fenomeni naturali. Ma il linguaggio è così irreale per la mente sana degli anni mille.
Eppure le persone degli anni mille non possono ritenere insani i loro postnati. Esistono elementi oggettivi di saggezza umana squisita e inequivocabilmente derivante da menti molto equilibrate. Perciò per il mille quelle espressioni pazzesche sono solo espressioni culturali di esagerazioni esorbitanti di postnati non soddisfatti di una lingua semplice e chiara come quella degli anni mille.
Comunque nel duemila sono davvero assurdi. Parlano dell'America all'altra parte dell'Atlantico. Cosa può essere quell'immensa terra, non si sa. Dall'altra parte del mondo ci sarebbero centinaia e centinaia di milioni di persone.
Sono anche comici nel duemila. Si pensi alle automobili. Certo le auto non sono carretti. Ma saranno cavalli.
Alcuni non vogliono ammetterlo. Ma se si analizza bene la lingua, risulta chiarissimo. Automobile significa muoversi da solo senza essere né spinto né trascinato. Ora nessuno può dire che un carretto è automobile. Automobile può essere soltanto un animale. Poi che sia cavallo e non mucca è anche chiaro.
Chiedono per esempio nel duemila: quanti cavalli ha la tua auto? Qui anzi potrebbe significare anche scuderia o stalla.
Il termine auto ha diverse accezioni. A volte significa cavallo. Ma a volte vuol dire stalla. Se un'auto ha dieci cavalli, è certamente stalla.
Ma la fantasia è sprizzante e senza limiti. I cavalli sono spronati con 1'acceleratore e quando camminano o trottano lentamente e specialmente quando vengono spronati emettono di dietro fumi di piombo e sporcano 1'aria o l'inquinano. Defecano, cioè, in termini semplici e scoreggiano.
Da questo solo dato si ricava che alla vigilia del duemila continua affatto scalfita ancora 1'era puritana della regina Vittoria. Certi moralismi sono tardi a morire. Si guardano bene dal nominare puzza per il letame nelle vie delle città e dicono inquinamento atmosferico. Non nominano mai gli escrementi degli animali. Ma li chiamano piombo eufemisticamente. Il piombo è pesante e si ferma a terra. E poi impuzzonisce 1'aria. Essi dicono: inquina 1'aria.
C'è un particolare curioso nel linguaggio dei postnati del duemila. Essi nella coerenza puritana non nominano mai l'orifizio anale. Neppure ora si nomina col vocabolo popolare o volgare. Nelle bocche educate non sembrano parole convenienti.
Essi chiamano tubo di scappamento l'orifizio del corpo. Aggiungono stranezza a stranezza. I cavalli non scaricano in genere, in quei tempi, quando sono fermi. Ma scaricano senza interruzione mentre si muovono e specialmente alla partenza e all'accelerazione.
Come possono parlare in questo modo! Chi può crederci? D'altronde sono certamente gente equilibrata e progredita. Perciò si tratta solo di fantasia accesa di tempi lontani.

Civiltà Avanzatissima

Nel decimo secolo si sta estinguendo il senso della poesia. Nel ventesimo secolo creano immagini metaforiche così ardite, imprevedibili e iperboliche e fuori del comune che affascinano e rivelano 1'illimitata capacità espressiva della mente umana che non inaridisce mai completamente e prima o poi si risveglia più rigogliosa e vigorosa che mai.
Le assurdità sono infinite. D'altronde, malgrado i racconti impossibili di due guerre mondiali o universali, come il diluvio di Noè, dall'America - certamente una terra leggendaria - alla Russia al Giappone e Germania e Italia e Inghilterra ecc., c'è tanta saggezza.
(A proposito America deve significare anche Portogallo o Marocco. Sono le uniche possibilità scientifiche).
Dunque c'è tanto equilibrio impensabile nel duemila, un tempo quando tutto degenera come capita sempre con le nuove generazioni che dimenticano i bei tempi antichi. Il tempo passato è sempre migliore per i vecchi che sanno per esperienza. Dunque, malgrado la decomposizione propria delle età, in certi aspetti manifestano una civiltà profetica. I papi, i capi di stato, gente di ogni classe parlano di carte di diritti umani.
Un capo non può più ammazzare come vuole chi lo disturba. (Lo fanno lo stesso. Ci sono delle foto o pitture realistiche raccapriccianti di campi di concentramento o Gulag dove appare una crudeltà che non si ha neppure negli anni bui del medioevo). Queste sono foto - documenti ben riprodotte, ma fantastiche.
Eccetto questi episodi barbarici, la bellezza dei pensieri del ventesimo secolo dopo Gesù, sbalordisce nella sua utopia realizzata in tanta parte e impressiona positivamente gli uomini più avanzati degli anni mille dopo Gesù.
Nel mille, per esempio, con tutta 1'esperienza degli antenati non si riesce a concepire come quando sono tutti ancora sani e forti e abili al lavoro, non lavorano più e vivono come i signori di oggi, anni mille.
Incredibile! Se si ammalano vengono curati tutti indiscriminatamente con tanta attenzione e gratis. (Veramente secondo me più che curare ammazzano a modo loro. Il nostro lo ritengono superato. I giovani criticano sempre i vecchi! Che brutta abitudine. Veramente 1'abbiamo fatto anche noi. Sarà la natura umana).
Il progresso del mille è nulla in confronto con quello del duemila. Le spade sono diventate veramente vomeri. Anzi i vomeri arano da soli. Nessuno miete più o zappa come nei tempi antichi. Fanno tutto i carretti automatici o cavalli. Non si capisce come i cavalli anche qui possono zappare e mietere. In realtà deve essere una razza di cavalli da tiro. Li chiamano trattori. Perciò "trahere", tirare cioè.
Secondo certi studiosi - io non lo condivido - auto significherebbe amante. Difatti auto è un nome femminile e 1'uomo si prende molta cura di lei, soprattutto se ha molti cavalli. Allora è molto costosa. I posteri dicono manutenzione. Si danno da fare con lei usando le mani come dice chiaramente 1'etimologia della parola.
Quest'idea è un po' azzardata. Alcuni - come me per esempio - ne mettono in dubbio anche la liceità di proporla come spiegazione filologica seria. Difatti non si sa come giustificare che anche le donne hanno le loro auto. O forse sono tutte lesbiche? Qui c'è un altro dubbio: come spiegare il puritanesimo vittoriano nel parlare delle funzioni corporali tanto comuni e naturali e poi la spudoratezza nel parlare sempre di sesso e omosessualità? Se uno non nomina almeno alcune volte queste cose non è disinibito. È un antiquato da non ascoltare.
La fantasia stravagante e contorta dei postnati del duemila appare anche nell'arte. Nelle pitture - strane pitture - non si conoscono i colori e la loro origine. Essi, ripeto, le chiamano foto o fotografie. Nome questo anche molto bizzarro. La foto non sarebbe pittura, ma scrittura con la luce. Nelle pitture si manifesta tutta la loro strana mostruosità artistica. I cavalli sono rappresentati in una forma inspiegabile. Si ricordi che li chiamano auto. Hanno il ventre vuoto e dentro ci sono le persone. Per le persone dentro richiamano il cavallo di Troia. Ma qui si ferma la somiglianza. Difatti le zampe sono rotonde come ruote. Per le loro città circolano solo le auto. Non si vedono normali cavalli. Solo qualche vera carrozza classica appare nelle loro foto e molto raramente, in genere negli avvenimenti seri come per esempio nella cerimonia di incoronazione della regina d'Inghilterra. Qui non scherzano dissacrando tutto con caricature di cavalli che chiamano auto. Chi sa perché i postnati hanno simili stramberie!
Quale sarebbe il difetto del ragionamento del decimo secolo nel leggere le storie del ventesimo secolo? Rifiutano tutto ciò che non fa parte della loro esperienza e onestamente - si noti onestamente - non possono immaginare scientificamente un progresso simile.
I carretti in movimento, se non sono tirati da animali, li devono spostare gli uomini o una ventata o un'alluvione, altrimenti i carretti non si muovono. È razionalmente assurdo supporre un carretto automobile. Allora se ne nega 1'esistenza e si pensa alla vivacità descrittiva dei postnati. I carretti corrono da soli o si automobilitano solo se ricevono una prima spinta in discesa.
Per gli studiosi del mille, libri seri ed equilibrati in tutte le parti, vengono rifiutati solo per questi elementi fuori dalla propria esperienza.
Altri ne accettano 1'evidente saggezza, ma scrostano via le parti misteriose. Ma le parti misteriose fondano proprio la ragione d'essere e la ragionevolezza di tutto il verificabile e questo non esisterebbe se non esistesse quello.
La parabola sembra 1'interpretazione della Bibbia. I finimondi dell'Esodo e i miracoli di Gesù giustificano l'esistenza di tutta la Bibbia e i vangeli.
I Vangeli e la Bibbia sono verissimi negli elementi controllabili e questi si spiegano in quanto ci sono gli altri. Ma alcuni rigettano tutto, perché ci sono televisori e astronavi. E altri purgano il fondamento, cioè scartano tutto quello che si riferisce al progresso del duemila, come fa 1'antenato dell'anno mille nel leggere i libri di oggi.