Giuliana si alzò dalla scrivania e andò a rispondere al telefono: ma perché l'apparecchio continuava a squillare? Perché non la lasciavano in pace, visto che aveva bisogno di concentrazione? La ragazza alzò di malavoglia la cornetta del telefono per rispondere:

«Sì, pronto!»

Dall'altro capo rispose una voce allegra: «Ciao, come stai?»

«Ciao Michela, meno male che sei tu, stavo per rispondere male... pure tu sui libri?»

«Beh... veramente dato che oggi è sabato ho deciso di fare una pausa, almeno per la serata... che ne diresti di venire a cena qui stasera?

«Mmmhh...stasera? Veramente stasera avevo programmato di non uscire, visto che ieri sono andata a mangiare una pizza con quelli del circolo fotografico...»

Giuliana percepì come un irrigidimento dall'altra parte del telefono.

«Ma dai, io e Renzo abbiamo già organizzato tutto, c'è un po' di gente, non puoi mancare!»

Quest'ultima frase fu quasi detta come una supplica, però Giuliana rimuginava ancora qualche perplessità: «Ma c'è anche il blocco del traffico in centro storico, come faccio ad arrivare a casa vostra?»

«Lascia la macchina nel parcheggio fuori le mura e poi mando Renzo e prenderti».

«Mmmh... va bene, che ore sono? Dammi un po' di tempo per prepararmi e verso le 7 e 15 sarò al parcheggio»

«Ok allora a dopo»

«Ciao»

Giuliana non era completamente entusiasta dell'invito: d'accordo, lei, Michela e Renzo erano amici di lunga data, ma l'invito le era stato rivolto praticamente a meno di tre ore dalla cena, e con quella e insistenza poi... forse era solo la tensione che le faceva apparire il mondo intorno più pesante di quel che non fosse in realtà? Ma questa tensione la avvertiva solo lei? E Michela?

Entrambe avevano seguito un faticoso master serale che, oltre all'attestato di frequenza, comunque sempre un buon biglietto da visita sul curriculum professionale, in aggiunta dava la possibilità a chi avesse voluto dei partecipanti di ottenere una borsa di studio per un ulteriore corso di perfezionamento in America... beninteso questa borsa sarebbe andata a chi dei partecipanti avesse conseguito il miglior punteggio dopo faticosi scritti e un esame orale durissimo; di questa ulteriore possibilità oltre a Giuliana avevano deciso di usufruire la sua amica Michela ed altre due ragazze. Lo scritto lo avevano superato tutte e quattro mesi prima, adesso erano attese dal traguardo finale dove, come diceva scherzando Giuliana, che era anche un'appassionata cinematografara, ne sarebbe rimasto soltanto uno, come nel film Highlander con Christopher Lambert.

Oramai erano quasi due mesi che Giuliana impegnava quasi tutto il tempo libero, weekend compresi, a ripassare le materie che sarebbero state oggetto di colloquio, in sostanza un approfondimento delle materie già oggetto di studio ai tempi dell'università ma non per questo meno pesante.

Questa volta lei e Michela non avevano studiato insieme come era avvenuto quando, anni prima, avevano preparato quasi tutti gli esami insieme: da ormai un anno Michela si era sposata con Renzo e inevitabilmente il ménage familiare aveva imposto dei ritmi che erano palesemente incompatibili con quelli di una single incallita quale ancora era Giuliana, piena di amici ed interessi ma ben decisa in quel momento a privilegiare la carriera... gli affetti potevano aspettare e poi, se per caso avesse vinto la il biglietto per gli USA, era meglio non avere legami, no?

Mentre si godeva il getto caldo della doccia, Giuliana ripensava ancora una volta a Michela, la sua migliore amica: non potevano essere più diverse fisicamente, Giuliana minuta e bionda, Michela scura quasi moresca ma alta e longilinea; nonostante questo erano sempre state unitissime prima al liceo e poi all'università dove avevano frequentato anche la stessa facoltà.

Uscita dalla doccia Giuliana andò in corridoio e si accorse che il led della segreteria era lampeggiante, segno che qualcuno aveva chiamato mentre era in bagno.

«Ciao Giuli sono Michela, non che hai cambiato idea, vero? Appena arrivi al parcheggio fai uno squillo sul cellulare di Renzo e lui passa a prenderti, mi raccomando ti aspettiamo!»

Giuliana riavvolse il nastro un po' stupita di tutta quella premura; chissà, forse volevano farsi perdonare l'invito rivolto all'ultimo momento.

Mentre si asciugava i capelli continuava a seguire il filo dei propri pensieri: lei e Michela fin dal liceo erano sempre state come sorelle, inseparabili, anche se non avevano grandi punti di contatto sul modo di affrontare la vita, ma forse era proprio questo che le rendeva complementari...basti dire che Michela, proveniente da una famiglia religiosissima quasi d'altri tempi, aveva fortemente desiderato costruirsi una famiglia con il suo fidanzato storico Renzo et voilà, appena laureati i due si erano subito sposati... mentre Giuliana aveva avuto sì le sue brave storie, ma il vero amore, quello che poteva diventare un punto di riferimento non era ancora arrivato...poco male, la vita da single non le pesava, se non altro poteva condurre in un periodo di fatica intensa come questa la vita che meglio le aggradava senza dover rendere conto ad un'altra persona; ovviamente dal momento del matrimonio lei e Michela non erano state più vicine come una volta, come è ovvio, però bisognava ammettere che Renzo si era costruito una sua nicchia tra le due amiche e per Giuliana adesso era come un fratello arrivato in seguito.

Piuttosto, nonostante Renzo si fosse sempre mostrato, almeno apparentemente, un marito partecipe nelle faccende domestiche, Giuliana era inquieta per l'amica dal momento che, quando ogni tanto la chiamava per telefono per confutare qualche nozione o semplicemente sentire come stava, la coglieva nell'atto di caricare la lavatrice, oppure alle prese con le pulizie settimanali dell'appartamento, da sola o insieme al marito... ma quando studiava? Allo scritto ce l'aveva fatta, ma l'orale si preannunciava abbastanza tosto... Non aveva mai espresso ad alta voce questi pensieri, anzi una volta si era detta che meno Michela studiava,meno aveva possibilità di passare l'orale finale...salvo cacciare dalla mente con rabbia questo pensiero: lei e Michela non erano amiche, erano come sorelle, e qualunque fosse stato il risultato, anche se Michela l'avesse superata, Giuliana sarebbe stata contenta per l'amica, che diamine!

Anzi, davanti allo specchio per gli ultimi ritocchi al trucco ed ai capelli, la ragazza pensò che in fondo questo invito cascava a fagiolo: mentre Renzo si sarebbe dedicato agli altri amici, lei e Michela avrebbero chiacchierato informalmente delle materie orali così, se da una parte dava una mano a Michela, dall'altra lei stessa avrebbe continuato a ripassare qualche nozione... sì sì, sarebbe stata una bella serata, pensava la ragazza mentre sceglieva una bottiglia di vino da portare ai suoi amici per poi avviarsi fuori verso la macchina.

Per fortuna la casa dove abitavano i suoi amici non era molto lontana, dall'altra parte della città appena fuori dal centro storico, tanto è vero che se per caso andava a trovarli di giorno poteva utilizzare la bicicletta....tale evenienza era naturalmente esclusa in questa occasione, ma Renzo, brillante professionista specializzato in medicina d'emergenza, in virtù del proprio lavoro aveva un permesso speciale che lo faceva transitare anche nei giorni di stop programmato; Difatti verso le 7,20 una decina di minuti dopo che Giuliana aveva fatto suonare con il cellulare lo squillo convenuto. una station wagon scura entrò nel parcheggio che si trovava addossato alle mura che delimitavano la parte più antica della città e fece i fari a Giuliana, che alzò un braccio in segno di saluto e poi si infilò nell'abitacolo.

«Ciao Renzo!»

«Ciao cara, tutto bene?»

«Sì tutto bene, tu? Michela?»

«Tutto bene, ti aspetta a casa.»

Mentre Renzo guidava, Giuliana lo osservava senza parere: per quanto immerso quotidianamente in situazioni sicuramente ad alto tasso di stress, o forse proprio per questo, l'uomo mostrava sempre un aspetto tranquillo e quasi imperturbabile, anche se all'occorrenza sapeva ridere e riusciva a sfornare battute fulminanti, (come quella volta che un po' ubriachi si erano messi a cantare la canzoncina di Heidi e sul famoso inciso «le caprette ti fanno ciao» sentenziò senza appello: «deve essere stata sicuramente la salvia divinorum, altro che hascisc, se no col cavolo che le caprette ti salutavano, al massimo le vedevi in forma di costolette...»); però, a ricordare sempre l'importanza della professione, sul sedile posteriore era adagiata la borsa medica con tutto l'occorrente per fronteggiare eventi imprevisti, circostanza evidentemente tutt'altro che remota...

Renzo ruppe il silenzio che era sceso in macchina mentre faceva manovra nel parcheggio sotto la palazzina:

«Allora Giuli, come procede lo studio?»

Beh, direi che sono ad un buon punto per l'orale anche se è faticoso... piuttosto tu e Michela?»

«Anche Michela studia, pur con tutte le difficoltà connesse al fatto che deve lavorare e contemporaneamente mandare avanti una casa... io cerco di aiutarla ma è sempre troppo poco, e poi la conosci, è testarda, vuole fare quasi tutto da sola...»

«Capisco... ma vedrai che andrà tutto bene... anzi, stasera ripassiamo qualcosa insieme così si porta avanti»

«Ma no, perché ti devi affaticare? Goditi la serata, mica ti abbiamo invitata per questo...»

«Ma si tratta solo di qualche chiacchiera, dai...»

«Beh vediamo che ne pensa Michela... certo che sei proprio un'amica, per noi faresti veramente di tutto...»

«Se non siamo amici noi, per me siete come fratelli... ci siamo sostenuti nei momenti belli e quelli brutti!»

Renzo non rispose; aveva parcheggiato e invitò l'amica a scendere per raggiungere il portone e salire con l'ascensore al quarto piano dove si trovava l'appartamentino, minuscolo ma grazioso che erano riusciti ad affittare lui e la moglie.

Michela accolse il marito e l'amica con un largo sorriso sulla porta di casa.

«Ciao Giuliana !»

«Ciao Michela, come stai? ti trovo bene! Questa bottiglia è per voi»

«Ma che gentile, sei sempre la solita... Anche io ti trovo bene, entra!»

Giuliana si trovò subito nel soggiorno ma vide che la saletta era vuota, e la tavola non era stata ancora preparata per la cena.

«Ehi sono la prima? Non è ancora arrivato nessuno?»

«Beh...»

«Volete una mano ad apparecchiare? A preparare la cena?»

«Stai buona!»

Quest'ultima frase fu pronunciata da Michela con una certa aggressività, in piedi vicino all'angolo cucina, mentre il marito osservava senza espressioni tutta la scena.

«Michela, c' è qualche problema?»

«Beh, in effetti, qualche problema c'è... abbiamo bisogno di un favore»

«Se posso, ben volentieri, dimmi tutto»

«Ecco... vedi... dovresti mollare il master»

«Cosa???»

«Sì hai capito bene, ti chiedo a nome mio e di Renzo di lasciare perdere l'esame finale...»

«E perché dovrei farlo?»

Giuliana non riusciva a credere a quello che stava sentendo, ma adesso voleva capire dove andava a parare il discorso.

«Ecco, vedi... non è giusto!»

«Non è giusto cosa?»

«Se davvero sei un'amica come dici, dovresti rinunciare al master... allora sì che dimostreresti di volerci bene!»

Il dialogo stava assumendo contorni surreali, accentuato dall'impassibilità di Renzo che assisteva al dialogo tra le due donne comodamente seduto sul divano dietro la sedia su cui si era seduta Giuliana, con accanto la valigetta di lavoro che si era portato dietro dalla macchina.

«Non è giusto che quel viaggio possa accaparrartelo tu... insomma, io ho sempre fatto la brava ragazza... ho messo su regolare famiglia, lavoro, mando avanti la casa con un marito, e tu? Fai, brighi, disfi, passi da un uomo all'altro, e adesso vuoi pure andare in America?»

«Ma cosa dici??? Ma ti sei bevuta il cervello??? E tu Renzo non dici nulla?»

«Io dico che mia moglie ha perfettamente ragione, e ti dico pure che quando mi hai detto volevi far ripassare Michela stasera tu sei venuta a mostrare la tua superiorità su mia moglie, che così si agita e si confonde ancora di più... altro che amica...»

A Giuliana sembrava di essere entrata in incubo e per un attimo pregò intensamente che qualcuno arrivasse a svegliarla; ma era la realtà, e lei aveva davanti due persone che fino a quel momento aveva considerato più che amici, fratelli. O li aveva considerati tali solo lei? In ogni caso non aveva intenzione di aderire ad una richiesta così assurda.

«Ma cosa dici Renzo? Ma vi ha dato di volta il cervello? Ma vi rendete conto di quello che avete detto entrambi? Io non sarei un'amica, e allora tutti questi anni che abbiamo trascorso insieme, tutte le volte in cui ci siamo sostenuti a vicenda? Mi avete pure chiesto di fare da testimone di nozze...»

Michela la interruppe: «Oh insomma basta, appunto perché ti consideriamo un'amica ti abbiamo frequentato tutti questi anni e per questo, dal momento che dici sempre che ci vuoi bene, ti abbiamo chiesto di fare i fatti e non sole chiacchiere»

Giuliana a queste parole si inalberò: «Ma ti rendi conto di quello che mi hai chiesto??? E poi ci sono altre due persone che concorrono a questa borsa di studio...»

«Beh, se una persona inizia a togliersi di mezzo, ho più probabilità, non credi?»

«Questo dialogo sta diventando assurdo, me ne vado... ci risentiamo quando tu e tuo marito avrete smaltito la sbornia!»

«Ferma, dove credi di andare?»

Renzo si era alzato dal divano e si era messo davanti alla porta di casa di fronte a Giuliana con una siringa in mano che aveva preso dalla borsa.

«Renzo lasciami passare»

«Nemmeno per sogno... avevamo immaginato che la tua amicizia era solo a parole... vero Michela?»

«A quanto pare... ma a tutto c'è rimedio!»

«Eh?»

«Renzo falle la puntura di quel tuo farmaco, così ce la leviamo di torno, altro che una di famiglia!»

«Subito, ho già preparato la siringa»

«Aiuto!»

* * *

«Pronto, Antonella? Ciao, ti ricordi di me? Sono Michela Dionisi, abbiamo fatto il master di perfezionamento insieme e gli esami scritti, ricordi? Come stai? Anche tu alle prese con l'orale, vero? Guarda, non me lo dire... eh sì, sto studiando ma sai, io sono sposata e con una casa e un marito... ah tu sei separata? Capita... e questo corso di perfezionamento negli Stati Uniti ti farebbe proprio comodo... senti, stavo pensando, perché una di queste sere non vieni a cena da me e mio marito, così chiacchieriamo un po' dell'esame finale... eh lo so che siamo concorrenti, che alla fine prevarrà soltanto uno ma, come si dice, vinca il migliore...»


Data invio: