Il temporale si avvicina.
Il cielo è livido e solcato da bagliori irrequieti.
Le foglie bronzee ciondolano mansuete spronate dal vento saturo di densa umidità che consegna le chiavi dell'estate fuggente all‘autunno entrante.
Affretto il passo per raggiungere casa.

Le stradine serpeggianti graffiano i campi e sembrano come sospese, allucinate dai lampi violacei.
Le casette dalle facciate tutte bianche avvolte da una luce perlacea sono assorte in un inquietante attesa, solo il rombo virile di qualche tuono sembra rianimare il paese.
Poi finalmente comincia a piovere.

Pioggia.
Che quiete improvvisa, che senso di abbandono e di ristoro mi da la pioggia.
Il suo cadenzato ticchettio, mai banale, mi coccola in giornate lunghe e tediose.

Entro in casa e un intenso profumo di caffè mi abbraccia.
Il soggiorno è schiarito dall'allegro dardeggiare del fuoco nel camino.
Rolfo rannicchiato sulla poltrona apre un occhio ambrato per qualche istante e poi lo richiude...
Salgo adagio le scale, abbandono la giacca sul letto, mi infilo il pigiama e scivolo giù a bere una tazza di caffè.
Sul tavolo, una grande busta bianca troneggia tra le arance nel cestino.

Che mai sarà?
La afferro e sul retro leggo: Per te Amore. La apro e ci trovo una lunga lettera, fitta fitta traboccante di parole.
Ma è pazzo! Sono così stanca, troppo stanca anche per romanticherie, oggi. Incerta sulla possibilità di riuscire a leggere l'intero elaborato poso la tazza di caffè fumante sul tavolo e affondo lentamente sul divano.
Rolfo, che nel frattempo si è svegliato, raggiunge la mia pancia con un balzo e si prepara a fare le fusa.

Inizio a leggere.
È molto toccante, sensibile, la dolcezza delle sue parole mi scalda il cuore, è un ode all'amore.
Ma poi qualcosa cambia, d'improvviso, comincia ad osservare noi dall'alto, da lontano.
Inizia a descrivere questo o quell'episodio, inizia a descrivere.
Gli occhi saltellano veloci tra le righe inseguendo le parole che si accalcano strette, un altalenare tra promesse e speranze, dubbi e pensieri: che cos'era quella lettera?
Un addio, forse appena ingentilito da lussureggianti parole e aforismi.
Non posso crederci, è un tripudio di ricordi sbiaditi e strimpellati malamente da un veemente romanziere improvvisato.

Brandelli di vita rabberciati insieme da garbati espedienti linguistici, cos'è uno scherzo?


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