Il falco volò alto fino quasi a toccare la nuvola, quella a forma di cane. Era la più bella!
Partimmo presto quel mattino! Giulio aveva categoricamente imposto l'orario di partenza non voleva perdersi neppure un'ora di sole di questa nuova primavera! Un ultimo sguardo all'orologio, agli zaini... -mmmhhh che odore il dolce della Mimma!!, che manine d'oro... - e cavolo è sempre un problema caricare Giulio, non immaginate di quanto spazio abbiano bisogno le sedie a rotelle. Allora Giulio davanti, Martina, Mimma e Paolo dietro, infine il sottoscritto alla guida.
ORE 07:00 IN PUNTO.....SI PARTE!!
La musica del mitico Venditti ci accompagnava come sempre. Giulio le sapeva tutte e guai a chi sbagliava una virgola. Da quando poi era stato al suo concerto era inarrestabile.
Gli autogrill si susseguivano velocemente, il più delle volte non ci si poteva neppure fermare perché non erano agibili per Giulio.
Tre orette di viaggio e ci siamo!
Come era bello quel campo. Il sole lo faceva brillare, il celo lo rendeva ancora più grande e la mia combriccola rese quel giorno indimenticabile. In tutti i sensi.
Due tiri a pallone, giocatina a carte e un bel pranzettino preparato dalle superbe manine di Martina e Mimma. Il momento più rilassante e che non scorderò mai fu quando ci sdaraiammo tutti a terra in cerchio, con la testa l'una vicino l'altra.
Ci dicevamo tutto! Era bello condividere le paure, le gioie, i desideri e le ambizioni con i tuoi amici di sempre.
Io lo ammetto ero un pò triste... da un pò le cose mi andavano maluccio.
Quell'idiota del Sig.Tommasi, il mio capo, aveva deciso di non mandarmi più a Roma per quell'incarico managerriale: «Sei troppo giovane! Non voglio rischiare!»
E poi ci manda il nipote di due anni più piccolo di me!!
Mamma e papà ormai non li vedo più da anni. Non scendo più a Palermo da quando passarono un giorno intero a tentare di convincermi di ritornare a casa. M e ne andai dopo cena senza salutare... Se avessi immaginato...
Della Silvia poi non ne parliamo proprio: alla fine si è messa con quel cretino di Piero! Il classico tipo: «Ho la macchina del papy; andiamo a Parigi col jet; la mamma mi ha comprato un'altro loft a Londra, ci andiamo per Pasqua?!».
Mi domando se quando mi ha rubato la fidanzata lo hanno aiutato la mamma e il papy????
- Se penso a quanto mi sento chiuso mi faccio pena da solo! -
Ma quel giorno ero lì con loro, con i miei super amici! Non mi staccherei mai da loro! E so che per loro era lo stesso!
«Ragà vi posso domandare una cosa?!»
«Sì Ale di pure!» risposero in coro.
«Facciamo che siete in macchina con i vostri amici più cari. All'improvviso la macchina comincia a ribaltarsi. Gira gira gira e poi... il fuoco!... Ecco preferireste salvarvi e rimanere senza quelle persone più care o morire?!»
Il silenzio fu generale: il vento si fermò, le foglie non cadevano più, gli uccellino avevano smesso di cantare, proprio in quel momento il sole stava calando.
Nel fare quella domanda mi ero alzato con la schiena e non riuscivo a vedere le loro espressioni.
Mentre aspettavo una risposta mi scese una lacrima, ma sogghignai per stemperare la tensione.
«Ah ah ah messi paura eh!!!»
Tutti risero!
Presto si fece tardi e avevamo sonno: «Dai su torniamo a casa», dice la Mimma, «che devo andare farmi bella per il mio Carletto!».
- Lo so cosa state pensando,ma aspettate che vi spieghi. -
Stessi posti della partenza, stesso sonno della partenza, ma meno carico: ci eravamo spazzolati tutto!
Giulio mise ancora una volta il suo Venditti, io accesi la mia malboro, Mimma mandò l'ennesimo sms al suo Carletto, Paolo si addormentò subito e Martina finì l'ultimo pezzetto di dolce che aveva in mano.
Li vedevo, li sentivo felici e capii che era arrivato il momento.
La mia punto vecchia aveva avuto tante avventure.
Metto in moto, accellero, parto: guardo i miei amici, guardo il celo e........BOOOOOOOOM!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Lo scoppio illuminò tutta la vallata, per un attimo sembrò pieno giorno.
I soccorsi arrivarono dopo due ore, comunque non avrebbero potuto fare nulla.
Avevo pensato bene di mettere la bomba giusto al centro della macchina: volevo essere sicuro che nessuno soffrisse a causa mia!
Volevo che tutto finisse con un HAPPY ENDING!!!
A quanto pare però a qualcuno lassù non è piaciuto il mio desiderio: volevo andare via, ma non da solo, e anche loro lo volevano! Sapevo che era così, lo sentivo!
Ma qualcosa non andò: il mio corpo carbonizzato era ancora vivo. L'unico vivo!
Sono stato tre mesi in coma, ho perso l'uso della gamba e del braccio destro e ci vorranno mesi per ricoprire una metà della faccia con della pelle nuova!
Io che volevo andarmene con i miei unici amici, con i miei angeli, sono costretto a stare qui a sentirmi dire: «PERCHÉ LI HAI UCCISI!!!!!!!?????».
- Lo so cosa state pensando ma il tempo mi darà modo di farvi capire! -
- Intanto penso a come spiegarlo alla bimba di Paolo! -


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