Segnalibro a pagina 15
di Alessandra Zecchin
Un gioioso inno alla Vita di Gianni Puca

Segnalibro   

Pagine: 112
Anno 2005
Collana Aurora
Seneca Edizioni

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Il quindici ottobre del 2003, alle sette di mattina, i sogni di una bambina di quindici anni si infrangono contro un Destino distratto. Non voglio usare quella parola, perché quella parola così amara non c'entra nulla con una bambina così dolce.
Alessandra Zecchin, una bambina veneta che sognava di diventare una scrittrice, scriveva su un foglietto che venne trovato "il giorno dopo":

...credo negli Angeli, alle persone morte
che appaiono in sogno
e che vanno a trovare i parenti in vita.
..penso che fra alcune persone ci siano legami talmente
forti da superare le barriere della Morte.

Un messaggio che farebbe venire i brividi, anche senza sapere cosa successe "il giorno dopo".
Questo è ciò che scriveva una bambina di sette anni:

"Vorrei essere un prisma per riflettere tutti i colori della luce e vorrei essere appeso alla finestra di un bimbo ammalato e rallegrarlo facendogli vedere il mio arcobaleno".

Non ricordo come scrivevo io quando avevo sette anni, né se fossi capace di pensieri così profondi, ma credo di no. Anzi, ne sono certo. Assolutamente NO!

Quella bambina sognava di diventare una scrittrice e la sua maestra delle elementari, la maestra Francesca, era certa che il Destino di Alessandra Zecchin fosse proprio quello. Ai temini, ai pensieri di quella giovanissima studentessa dava dei voti che non esistono a scuola: "SUPER SUPER". ad esempio, ma che era inevitabile inventare per una bambina così geniale, così fantasiosa.
Quella bambina, quel dolce prodigio, cresceva tra i libri -che leggeva con amore e non per senso del dovere - e sognava di scriverne uno tutto suo, un giorno. L'amore per lo studio, per la cultura, era qualcosa che faceva parte del corredo cromosomico della sua famiglia. Una famiglia straordinaria che ho avuto modo di conoscere al Salone del libro di Torino.
E propri lì, sullo scaffale di una piccola casa editrice, circondata dai grandi colossi editoriali e dai libri degli scrittori più famosi del mondo, c'era il sogno di Alessandra.
Un sogno che neppure il Destino distratto era riuscito a fermare.

La sua mamma, Agostina D'Alessandro, infatti, anche dopo, ha continuato a vivere il quotidiano rapporto di straordinaria complicità con la sua bambina, aiutandola a realizzare quel sogno rimasto in sospeso. Erano infinite le prove che Alessandra aveva dato delle sue straordinarie doti, sin da quando era piccolissima. E la mamma ha raccolto in un libro i pensieri, le poesie, i temini di Alessandra, da quando ha cominciato a scrivere fino a quando, con la sua amata penna stilografica, è stata chiamata a scrivere le sue fiabe fantasiose in un mondo dal quale può riflettere i colori della luce e rallegrare i bambini ammalati con il suo arcobaleno. Dopo aver ricevuto le fotocopie dei compiti in classe e di altri scritti, Agostina D'Alessandro ha raccolto decine di pensieri e poesie di Alessandra, trascrivendone alcuni e riportandone altri, scritti di pugno dalla bambina, in un libro: Segnalibro a pagina 15, che fa tremare il cuore.

L'ammirazione e la tenerezza che suscitano gli scritti di questa bambina non hanno confini. Il linguaggio usato, il modo di scrivere, farebbero venire seri dubbi al lettore scettico che quelle frasi siano state scritte da una bambina così piccola. Ma l'ingenuità che traspare dalle parole, la tenerezza dell'espressione, eliminano qualsiasi dubbio sulla provenienza di quei pensieri, che appartengono certamente ad una bambina geniale, fuori dal comune, ma certamente ad una bambina.

"Scrivo io".

Così cominciavano quasi tutti i temini, i pensieri, le favole, che la bambina scriveva già da piccolissima.

Beh, dolce Alessandra, ora scrivo io.
Scrivo io perché ogni libro che si rispetti merita una recensione.
Io non sono un giornalista né un critico letterario e forse non lo sarò mai. Ma cambia poco.
Commentare il tuo libro sarebbe difficile anche per il critico più esperto. Forse nessuno ne è veramente all'altezza.
Ho la presunzione di credere di poter parlare del tuo libro perché ho avuto la fortuna di vedere il ponte straordinario che la tua mamma ha costruito tra la tua vita e il tuo sogno. E forse leggere solo il tuo libro non è sufficiente per capire. Chi ha avuto modo di leggere il continuo della favola, può apprezzare ancora di più il contenuto del tuo libro.

Non so se da lassù hai la possibilità di navigare su Internet, per collegarti al sito realizzato dalla tua mamma. Ti assicuro che non ho mai visto nulla in cui sia concentrato tanto amore come quello che è contenuto in quelle dolcissime pagine gialle.
In quelle pagine, ogni giorno, confluiscono da tutto il mondo parole di affetto e di ammirazione per una piccola grande scrittrice, per una bambina che aveva sentimenti maturi come quelli di una donna e teneri come quelli di una neonata che aveva perennemente bisogno delle coccole dei suoi genitori.
Questa è la seconda volta che mi accingo a fare una recensione al tuo, ma credo che neppure questa volta ci riuscirò, perché il tuo non è un libro che si può commentare. Non si possono commentare i sogni, non si riescono a commentare i miracoli che l'amore di una mamma riesce a fare.
Quelle pagine piene di Tenerezza, di Allegria, di Amore, sembrano un infinito scambio di carezze tra una bambina e i suoi genitori.

Ogni poesia della bambina sembra un abbraccio nel quale racchiude i suoi genitori, i suoi nonni, i suoi amici, le sue maestre, i suoi animaletti. la vita.
Ogni pagina è un inno alla Gioia, un inno alla Vita. Una vita in cui, con le sue parole, i suoi sorrisi, ha costruito un ponte con il mondo delle fiabe, che prima scriveva e in cui ora vive.
Ma forse, nessuno può parlare del tuo libro meglio di te. E allora, è meglio che scrivi tu.

Ho letto tante poesie meravigliose che hai scritto. Ne prendo una a caso, che scrivesti quando avevi circa tredici anni. In modo che tutti i tuoi lettori possano conoscerti, attraverso le tue parole.

Alba a Torri del Benaco
di Alessandra Zecchin - 14.01.2001

È l'alba.
Il Sole si apre un varco tra gli alberi che lo salutano additando il cielo al minimo soffio di Zefiro.
La raggiante palla sfiora appena i merli del castello, accarezzando dolcemente le olive.
Uno stormo di passeri si innalza cantando per lui una canzone che parla di un sogno.
Vi era un lago immensamente bello, un castello narciso che vi si specchiava ammirandosi, alberi che coccolavano piccoli e dolci frutti anch'essi fieri di essere così brillanti, così graziosi, limoni più lucenti dell'oro più sfavillante contornavano e davano un tocco di perfezione al quadro.
Un quadro dipinto da un grande Pittore, che ha voluto metterlo nel museo più bello di tutti i tempi: il nostro Mondo

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Siti Web che parlano di Alessandra Zecchin: digilander.libero.it/alessandra_zecchin/ e digilander.libero.it/aadb/