Tre errori, tre equivoci e due consigli
per chi intraprende la professione di scrittore

© 2000 by David Poyer
© 2004 traduzione di Emanuele Cassani

Chi è David Poyer?

Prima di lasciare la parola a David Poyer, dobbiamo brevemente presentare questo prolifico scrittore americano, perché purtroppo non è ancora stato tradotto e pubblicato nel nostro paese.
Augurandoci che qualche casa editrice colmi presto questa lacuna (l'autore ci ha comunicato che la Mondadori sta traducendo un suo libro), vi segnaliamo che da anni scrive, non solo avvincenti romanzi di avventure sul mare che gli hanno dato la fama in America (da "The Med" è anche stato prodotto un film), ma anche numerosi libri dei più svariati generi.
Leggete quindi attentamente come è arrivato al successo e quali errori suggerisce di evitare, in questo scritto che David ha gentilmente inviato alla nostra associazione culturale, autorizzando la traduzione.

Emanuele Cassani

The Command
The Command
David Poyer
The Threat
The Threat
David Poyer
The Med
The Med
David Poyer

Indice

Premessa

Gli scrittori esordienti hanno bisogno di ascoltare.
Questi appunti sono rivolti ai giovani autori. A quelli che, qualsiasi sia la loro età anagrafica, stanno muovendo i primi, incerti passi nella loro carriera letteraria.
Voglio che questi appunti siano considerati una specie di targhetta delle avvertenze, che avvisa del pericolo.
Voglio che sia come una carta nautica, che vi indica i banchi di secca da evitare nel percorso verso il porto dove dovrete attraccare.

Per farlo, parlerò prima del mio inizio di carriera, senza concentrarmi sui successi, come si fa di solito, ma sugli errori. Errori che di solito ho commesso per ignoranza, ma dettati anche da orgoglio e informazioni sbagliate. Svolte errate, che spero di poter aiutarvi ad evitare.

Desidero parlarvi di alcuni equivochi sullo scrivere; alcune paure e alcune apprensioni comuni. Per quelli che hanno l'idea che lo scrivere sia una carriera da intraprendere oppure, come realmente è, il lavoro di una vita.
Voglio esaminare che cosa pensano di loro stessi gli scrittori esordienti. Per farlo, confronterò quello che pensavo di me con quello che poi si è dimostrata la realtà.
Poi vi suggerirò dei modelli più efficaci, dei modi più realistici e produttivi di pensare sui vostri lavori, della carriera, e delle vostre chances.

Credo, assieme a James Jones, che uno scrittore non faccia il proprio lavoro quando non fa arrabbiare qualcuno. Alcuni dei miei commenti potrebbero offendervi. Altri potrebbero sembrare ovvi. Ma comunque, ci sono cose che dovete sapere.
Per sfortuna, non le verrete a sapere durante i programmi di scrittura creativa, o durante i seminari. Perché non sono commenti che vi "ispirano". Non vi "incoraggeranno". Ma non credo che "incoraggiare" ogni aspirante scrittore sia il mio lavoro.
Invece, scriverò la verità, come la vedo io. E se riuscirò a far risparmiare a qualcuno degli anni di futile e amara lotta, allora ne varrà la pena averne parlato.
Infine, spero di condividere con voi alcuni pensieri, su quel che la scrittura significa per me oggi; e come si concilia coi bisogni della nostra vita. Dopo che i biglietti annullati sono gettati a terra, si scopre che sono stati utili.
Probabilmente è bene iniziare con la storia di un ragazzo, cresciuto grazie all'assistenza sociale, che è diventato quello che sognava di essere e ha abbandonato lungo la strada tutto il resto che potrebbe aver desiderato.
Joseph Campbell, in "Il potere del mito", indica ciò che è chiamato il viaggio notturno per mare, come la struttura portante di tutti i miti sia la storia e la narrativa.
Questo archetipo di viaggio, inizia con una chiamata all'azione. L'eroe si trova in un reame posto al di fuori dell'esistenza comune. Là subisce una prova, eliminando simbolicamente dalla sua mente gli elementi che corrispondono al suo egoismo. Poi ritorna, cambiato nell'anima, per condividere la saggezza acquisita con quelli che aveva lasciato indietro.
Sono tentato di vedere la mia vita in questo modo. Certamente tutto è iniziato con una chiamata all'azione, ed è proseguito attraverso molte prove. Ho lavorato come ufficiale di marina, sorvegliante notturno, ingegnere, redattore, editore, insegnante ed economista. Ho scritto per vent'anni, la prima parte dei quali spesa in sogni e ansie. Ma finalmente, negli ultimi anni, un aumento del successo, della sicurezza, e la fama.
Ho saputo di essere uno scrittore a tre anni. Non mi sembrò solo naturale, ma inevitabile. La prima volta che strinsi un libro in mano, e compresi quello che era, seppi che prima o poi avrei scritto queste cose meravigliose.
Sapevo che non sarei mai andato al college. Vivevamo di sussistenza; mio padre era mentalmente malato e non poteva lavorare. Ho trascorso la maggior parte di mia adolescenza in biblioteca. Non scrivevo sul giornale del liceo o sull'annuario, ma ho tenuto un diario di circa settecento pagine.
Essere chiamato ad Annapolis fu una svolta cruciale. L'Accademia militare era un biglietto di uscita dalla povertà, verso un mondo più vasto. Stavo anche, e me ne rendo conto ora, cercando l'auto-stima che mi mancava. Ho voluto quello che gli antropologi chiamano "valore ascritto", una condizione sociale che non dipende dai propri sforzi, ma dall'appartenenza a un gruppo di élite.
Come rinunciai alla carriera sicura di ufficiale di marina per quella incerta di un derelitto scrittore freelance?
Guardandolo in retrospettiva, sembra che abbia fatto una scelta alienata. Credo decisi di andarmene a causa del divorzio, e a una sfilza di ufficiali comandanti che erano dei veri bastardi. Inoltre, non c'è tempo per scrivere in navigazione. La maggior parte dei marinai, lavorano sedici ore al giorno o anche più.
Improvvisamente, nel 1976, rimasi bloccato per tre mesi. Così comperai una macchina da scrivere e una scrivania, e iniziai il mio primo romanzo. All'inizio del 1977 mi congedai. Non avevo seguito nessun corso da scrittore, e le mie conoscenze di quel che stavo facendo erano limitate. Così m'immersi in un tentativo disperato d'imitazione. Avendo le conoscenze di base in ingegneria, ho provato a fare il reverse-engineer dei lavori riusciti bene. Ho studiato i romanzieri dei racconti avventurosi, Jack Higgins, Alistair MacLean, Hammond Innes, Frederick Forsyth. E scrissi un giallo intitolato CONTINENTE BIANCO. Lo spedii a quindici editori e me lo spedirono indietro per quindici volte.
Avevo una qualità, che alla fine mi sembrò più essenziale del talento o di un Master in belle arti. Era la determinazione di diventare un romanziere, o morire.
Solo la caparbietà, (o la stupidità) può spiegare che quei quindici rifiuti non mi hanno fatto desistere dalla mia scelta di carriera, come forse avrebbero dovuto.
Invece, ho cominciato a scrivere come freelancer per alcuni periodici locali. Ho scritto fantascienza e mistery. Lavorare come freelancer è un modo grezzo di vivere, ma insegna a essere efficienti e dà il senso del mercato. Quando finii un altro romanzo d'avventura, abitavo in un capannone dietro a una fornace. Non riuscii a vendere neanche quello.
Gradualmente capii di essere in guai seri. Continuando a scrivere come freelancer, m'inventai un corso di letteratura. Questo consisteva nel leggere, iniziando dall'inizio delle loro carriere, tutto quello che era stato scritto da: Stendhal, Faulkner, Dreiser, Tolstoy, Solzhenitsyn, Burroughs, Lawrence, Austen, Charlotte Bronte, Wilkie Collins, Dostoyevsy, Conrad, Sinclair Lewis, Raymond Chandler, Mary Renault, Aldous Huxley, e Gustave Flaubert, assieme alle loro lettere, autobiografie, e la critica.
E sempre, sempre rimasi incatenato a quei apparentemente invendibili romanzi.

Questo accadeva quando stavo per morire di fame. Ci mettevo due settimane, per scrivere articoli che mi pagavano 100 dollari. Sono diventato un esperto a rimediare dei pasti gratis. Allora c'era il rinnovamento urbano, e feci scorrerie negli edifici abbandonati, per recuperare dalle cantine le razioni d'emergenza della Nationl Defence. Usai una tessera giornalistica, per intrufolarmi ai matrimoni e mangiare a sbafo, e lavorai di notte come guardiano, seduto fuori a un negozio all'ingrosso, pieno di microonde e TV a colori. Non era male; Potevo scrivere tutta la notte se non congelavo, e riuscivo anche a parlare con prostitute e spacciatori. Mi hanno persino sparato un paio di volte. Per fortuna non avevo alcun problema a rimanere sveglio.
Ma se continui a lavorarci, alla fine il mondo sembra abbandonare l'idea di scoraggiarti. Decide di farti assaggiare il successo.
L'editore di un quotidiano mi convinse a tirar fuori dal cassetto il romanzo CONTINENTE BIANCO e spedirlo da un suo amico che lavorava da Lippincott. A Lippincott non è piaciuto, ma la segretaria dell'amico, era la padrona di casa di un agente. Lei si appropriò del mio manoscritto, già inserito nella pila dei romanzi da restituire e glielo fece leggere.
CONTINENTE BIANCO fu la mia prima pubblicazione. Riscrissi velocemente il secondo libro e riuscii a venderlo per diecimila dollari. Ho venduto un romanzo di fantascienza intitolate IL SEME DELLA STELLA. E vendetti un altro paperback ad Avon.
Nel frattempo, grazie al mio programma di studi, compresi che la mia produzione non era molto valida. Gradualmente cominciai un lavoro più ambizioso: IL RITORNO DI PHILO T. McGIFFIN, fu il punto dal quale iniziai a scrivere di me stesso e per me stesso. Fu anche quando iniziai a scrivere in modo quasi decente.
MCGIFFIN, è un romanzo comico che si svolge ad Annapolis, era una storia che desideravo scrivere sin dalla pubertà. I diari erano contro le regole, così facevo delle note e le nascondevo dentro le scarpe.
Nel 1981 decisi che era ora di tentare con la narrativa basata sullo sviluppo del personaggio e sulla bellezza della prosa, piuttosto che affidarsi solo alla trama.
Riscrissi tutto il romanzo tre volte, e l'inizio sette volte.
IL RITORNO Di PHILO T. McGIFFIN fu la mia prima pubblicazione rilegata, con copertina rigida. Era anche un libro divertente. Oggi quel libro è un articolo per collezionisti, una prima edizione firmata può valere sino a 130 dollari.
Comunque, i 3600 dollari avuti come anticipo non sono durati molto (rimasi a lungo bloccato con compensi di quattro cifre). Poco dopo la pubblicazione, PHILO vinse il premio "Book List", fu squartato dai critici, e morì.
Mi resi conto di morire ancora di fame. Era ora di trovare un lavoro.

Questo è un buon punto per parlarvi delle professioni di riserva. Molti hanno dei dubbi sul poter sopravvivere solo scrivendo. E hanno ragione.
Insegnare va bene, ma non è il solo modo di sbarcare il lunario quando si scrive.
Benché mi piaccia parlare, e ami condurre i workshop, alla fine sono felice di non aver le qualifiche per insegnare. Scrivere bene occupa così tanto tempo, che insegnare mi farebbe uscire di testa. E stato bello fare, di volta in volta, l'ingegnere, il consulente, e il ricercatore. E mi ha anche tenuto su di morale.
Se un giorno la letteratura dovesse morire, sarei sempre in grado d'installare l'impianto elettrico di un appartamento, disegnare navi, compiere studi economici, sorvegliare negozi all'ingrosso, pulire macchine per cuocere le brioche, allo stesso modo che ora posso scrivere. E queste professioni offrono sfondi meravigliosi da usare per la narrativa.
Il secondo vantaggio, sbarcando il lunario anche in modi alternativi, consiste nel sentire meno pressione. Potete impiegare anche quattro anni a scrivere un libro, e se poi non ha successo, non sarete rovinati. Almeno non finanziariamente.
Quando scrissi LA BANCA DEL PATRIGNO, stavo facendo l'apprendistato come ingegnere, poi più tardi e sino alla fine, lavorai come consulente per un gruppo di "pensatori" a Washington. È un romanzo di fantascienza che si basa si pensieri dei personaggi. Questa storia tratta delle risposte alla famosa domanda: "Da dove vengono le idee?"
Alla fine degli anni settanta, facevo parte di un workshop con altri dieci scrittori di narrativa. Un giorno arrivò un poeta. Era grasso e sporco, si sedette con svogliatezza in mezzo a noi. Sceglieva una per una le pulci dalla barba, poi le schiacciava tra le unghie. Non lo rividi mai più, ma mi ossessionò. Alcuni mesi più tardi scrissi un racconto su di lui. I periodici lo rifiutarono, ma il personaggio mi rimaneva in mente, e un paio di anni più tardi, lo pubblicarono come racconto breve.
Il vecchio Monaghan Burlew - il nome che diedi al personaggio - non si fermò. Alla fine allungai il raccontino, aggiunsi un finale diverso, e St. Martins lo acquistò.
Da dove vengono le idee?
La risposta è: sono intorno a voi. Dovete solo imparare a riconoscerle.

Il libro successivo, fu un giro di boa nella mia carriera. Era un romanzo ambientato tra la Marina Militare e i suoi corpi speciali, intitolato IL MED. Lo scrissi nell'era B.C. (Before Clancy - Prima di Clancy), e sette editori lo rifiutarono. Affermarono che i grossi romanzi sulla Marina Militare non vendevano. St. Martins alla fine mi concesse quindicimila dollari.
IL MED esaurì la prima edizione in due settimane. Le librerie di tutta l'America urlavano per avere altre copie. Persino i critici si dimostrarono pronti per un romanzo-verità, nel quale i militari non erano descritti né come angeli né come diavoli, ma come esseri umani reali.
Il "Library Journal" lo lodò, fu menzionato dai quotidiani principali e dal "Publishers Weekly". Improvvisamente mi ritrovai con un bestseller a livello industriale, e la mia vita cambiò. Da allora ci sono state delle offerte dal mondo del cinema, le vendite del film, e altri tre libri di successo crescente.
Se avessi smesso di scrivere dopo i quindici rifiuti ricevuti in un solo colpo, tutto questo non sarebbe mai accaduto.
Ora lavoro a quello che occuperà la parte centrale della mia vita: due serie di romanzi seri e artistici, e una serie che scrivo per divertimento.
Il primo gruppo di romanzi si svolge in Pennsylvania. Prende in prestito la contea immaginaria inventata da Faulkner. Il tema, come quello di tutto ciò che scrivo, è la lotta tra il bene e il male che si svolge nel cuore dei personaggi. I romanzi di "Hemlock County" trattano della lotta tra la gente comune e l'avidità e violenza di chi è privilegiato. IL MORTO D'INVERNO era il primo della serie, INVERNO NEL CUORE il secondo, COME IL LUPO AMA L'INVERNO il terzo, e IL TUONO SULLA MONTAGNA l'ultimo (1999). Ottennero una critica eccellente, ma non stanno vendendo molto.
Beh, non si può avere tutto.
La seconda serie è un ambizioso poema epico sulla Marina Militare moderna. Questo sembra avere un aspetto più commerciale. IL MED è il primo e come ci si aspetta dal titolo, si svolge nel Mediterraneo. IL GOLFO è ambientato nel Golfo Persico. IL CIRCOLO è ambientato nel circolo artico, era nato da una crociera feci laggiù un inverno. IL PASSAGGIO è invece ambientato nei Caraibi, e TOMAHAWK si svolge a terra, nella città di Washington. MARE CINESE, l'ultimo della serie, è uscito nel febbraio del 2000.
Il tema dei romanzi di Lenson, sono il conflitto tra il dovere e l'integrità. O, messa in un altro modo: come gli uomini riconciliano le loro coscienze (come esseri con qualche cosa che assomiglia a un'anima immortale), ai loro ruoli nell'ambito di un'istituzione, che esiste per perpetrare violenza al servizio dello Stato.
Il terzo gruppo di romanzi è la serie di "Tiller Galloway". Sono storie d'avventure sul mare, ma scritti bene. Li scrivo per divertimento, e perché l'IRS mi sconta le immersioni subacquee grazie a questi libri.
HATTERAS BLU è il primo. BAHAMAS BLU il secondo, LOUISIANA AZZURRA il terzo, e l'ultimo è il recente GIU` VERSO UN MARE SENZA SOLE.

Così siamo arrivati al presente.
Ora parliamo di quello che ho imparato da tutto questo; e poi arriviamo al succo del discorso: l'ammonimento, gli avvertimenti per chi vuol entrare in questa valle di lacrime.

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